Il greenwashing dei fondi è ancora un problema

31.8.2020
Tempo di lettura: 3'
Secondo un report Barclays molti prodotti finanziari oggi sono Esg più nel nome che nei fatti. Di fronte alla richiesta del regolatore europeo di essere più trasparenti nel comunicare la sostenibilità dei propri investimenti, però, l'industria dell'asset management temporeggia
Gli asset manager europei chiedono più tempo per assolvere ai loro doveri di verifica della sostenibilità dei propri investimenti
Il greenwashing dell'industria è però ancora un problema reale: secondo Barclays molti fondi che portano la dicitura Esg non sono per niente sostenibili
Secondo il Forum per la Finanza Sostenibile rimandando la scadenza imposta da Bruxelles si rischia solo di perdere tempo
La European Fund and Asset Management Association ha chiesto all'Unione Europea più tempo per raccogliere informazioni sui rischi ambientali, sociali e di governance dei portafogli delle sue associate. La scadenza fissata dal Green Deal al 31 marzo sarebbe secondo l'associazione "irrealistica", ma la verifica della veridicità della denominazione Esg è un'urgenza che i risparmiatori meritano di vedere rispettata.
Efama chiede un rinvio a gennaio 2022: il controllo non riguarda solo la destinazione degli investimenti ma anche i dati delle singole aziende finanziate - difficili da ottenere o interpretare. Il lavoro di rendicontazione che pesa sulle spalle degli asset manager sarebbe insomma troppo grande da essere smaltito in tempo, specie per chi parte da zero. Lato suo, la Commissione europea ha impiegato risorse economiche e politiche ingenti per realizzare il suo Green Deal e la repressione del greenwashing. Chiedere ai gestori patrimoniali di fornire informazioni chiare e complete riguardo la sostenibilità dei loro investimenti vuol dire innanzitutto tutelare i risparmiatori dal rischio che la denominazione Esg sia più una scelta di marketing che etica.
Il problema sussite. Secondo un report Barclays la grande maggioranza delle partecipazioni dei fondi Esg non può vantare punteggi più alti in fatto di sostenibilità rispetto ai prodotti finanziari standard. Vantano però, questo sì, costi più elevati. "L'investimento responsabile è diventato un tema caldo negli ultimi anni, e molti investitori si affrettano a integrare le questioni Esg nel loro processo di investimento", si legge nel rapporto Esg funds: Looking beyond the label. "In questo report abbiamo setacciato due decenni di dati e riscontrato una mancanza di differenze nelle partecipazioni e negli stili di investimento tra i fondi azionari statunitensi incentrati su Esg e non Esg". Allo stesso tempo, però, la banca sottolinea come i gestori di fondi abbiano reso più attraenti i propri prodotti marchiando le proprie strategie con un'etichetta green.
Esg di nome e non di fatto
Il problema sussite. Secondo un report Barclays la grande maggioranza delle partecipazioni dei fondi Esg non può vantare punteggi più alti in fatto di sostenibilità rispetto ai prodotti finanziari standard. Vantano però, questo sì, costi più elevati. "L'investimento responsabile è diventato un tema caldo negli ultimi anni, e molti investitori si affrettano a integrare le questioni Esg nel loro processo di investimento", si legge nel rapporto Esg funds: Looking beyond the label. "In questo report abbiamo setacciato due decenni di dati e riscontrato una mancanza di differenze nelle partecipazioni e negli stili di investimento tra i fondi azionari statunitensi incentrati su Esg e non Esg". Allo stesso tempo, però, la banca sottolinea come i gestori di fondi abbiano reso più attraenti i propri prodotti marchiando le proprie strategie con un'etichetta green.

Il Forum per la finanza sostenibile
È un bene che qualcuno si preoccupi della tassonomia ma non si può prescindere dal dialogo con gli operatori finanziari e il mercato. Secondo Gian Franco Giannini Guazzugli, presidente del Forum per la Finanza Sostenibile “è importante che ci sia una regolamentazione, non se ne può più fare a meno”. Certo per chi da anni lavora con gli investimenti sostenibili, adeguarsi alle definizioni che le istituzioni propongono non è facile né rapido. Ma bisogna distinguere gli operatori che devono eseguire piccole correzioni alla struttura dei portafogli da chi ha fatto della sostenibilità una mera scelta di marketing e si trova con un grande lavoro da fare. “Quello che ci lasciamo alle spalle è un anno non certo semplice, nessuno poteva prevedere l'arrivo della pandemia", prosegue Guazzugli. "Ma anche tenendo conto delle complicazioni che il 2020 ha portato all'industria dell'asset management, è opportuno procedere rapidamente per completare il processo di riforma dei mercati finanziari e dare un quadro chiaro agli investitori sugli investimenti sostenibili. L'Efama è un'associazione molto rappresentativa:ci auguriamo che tutte le difficoltà nell'adempiere ai nuovi requisiti possano essere rapidamente superate".

Gian Franco Giannini Guazzugli - presidente del Forum per la Finanza Sostenibile