Bruxelles: gas e nucleare tra le fonti green, sì agli investimenti

3.2.2022
Tempo di lettura: 5'
La Commissione europea presenta un atto delegato col quale riconosce che gli investimenti privati nel settore del gas e del nucleare possano svolgere un ruolo nella transizione green. Ecco le prossime tappe
Dombrovskis: “Con queste nuove norme stiamo rafforzando gli obblighi di trasparenza e d'informazione, per permettere agli investitori di prendere decisioni informate ed evitare così l’ecologismo di facciata”
Parlamento e Consiglio avranno quattro mesi di tempo per esaminare l’atto delegato e sollevare eventuali obiezioni. Solo successivamente, entrerà in vigore e sarà applicabile a partire dal 1° gennaio 2023
Gas e nucleare possono essere considerati investimenti sostenibili? Secondo Bruxelles, sì. Dopo anni di dibattiti, nella giornata del 2 febbraio, la Commissione europea ha pubblicato la sua proposta di atto delegato con la quale riconosce le due fonti energetiche come “fonti di transizione” e dunque utili a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Una proposta che, nelle parole di Valdis Dombrovskis (vicepresidente esecutivo per Un'economia al servizio delle persone), contribuirà ad accelerare gli investimenti privati. Ma anche a rafforzare “gli obblighi di trasparenza e informazione” per consentire agli stessi investitori di “prendere decisioni informate” ed evitare “l'ecologismo di facciata”.
La Commissione europea ha ritenuto dunque che gli investimenti nel settore del gas e del nucleare possano svolgere un ruolo nella transizione green, in linea con gli obiettivi climatici e ambientali dell'Unione. Un modo, si legge nella nota ufficiale, per lasciarsi alle spalle più rapidamente attività ritenute “più inquinanti” (come la produzione di carbone). Anche se il testo non manca di stabilire condizioni “chiare e rigorose” sulla base delle quali sia possibile introdurre nella Tassonomia Ue alcune attività nucleari e del gas a quelle presenti nel primo atto delegato sulla mitigazione e l'adattamento ai cambiamenti climatici già applicabile dal 1° gennaio 2022. Nel dettaglio, le attività gasiere e nucleari dovranno giocare un ruolo nella transizione verso la neutralità climatica, quelle nucleari dovranno rispondere a determinati requisiti di sicurezza nucleare e ambientale, e quelle gasiere dovranno contribuire alla transizione dal carbone alle rinnovabili. Inoltre, sono stati altresì introdotti obblighi di informativa per le imprese attive in detti settori.
“La neutralità climatica è la nostra missione e il nostro dovere. Se vogliamo raggiungere gli obiettivi che ci siamo dati per il 2030 e il 2050 dobbiamo agire subito”, avverte Dombrovskis. Dello stesso avviso Mairead McGuinness, commissaria responsabile per la Stabilità finanziaria, i servizi finanziari e l'Unione dei mercati dei capitali. Secondo la quale bisognerà dispiegare tutti gli strumenti a disposizione per raggiungere la neutralità climatica entro il termine stabilito. “Oggi stabiliamo condizioni rigorose per aiutare a mobilitare finanziamenti a sostegno di questa transizione grazie alla quale vogliamo abbandonare fonti più dannose di energia, come il carbone. Stiamo inoltre aumentando la trasparenza del mercato in modo che, in sede di decisione di investimento, gli investitori possano individuare facilmente le attività gasiere e nucleari”, dichiara McGuinness. Ricordiamo che il testo dovrà essere tradotto in tutte le lingue dell'Unione europea, per poi passare al vaglio i colegislatori. Parlamento e Consiglio avranno quattro mesi di tempo (prorogabili fino a un massimo di sei) per esaminarlo e sollevare eventuali obiezioni. Solo successivamente, l'atto delegato complementare entrerà in vigore e sarà applicabile a partire dal 1° gennaio 2023.
A esprimere le proprie preoccupazioni sulla decisione della Commissione europea, tra gli altri, il Gruppo Banca Etica. “Sin dal 2018 abbiamo accolto con favore il tentativo della Commissione Ue di regolamentare finalmente quali investimenti possano definirsi davvero sostenibili, allo scopo di dare norme chiare a quello che era diventato un far west di società finanziarie e imprese che fanno a gara a vendere i propri prodotti come sostenibili senza alcuna analisi rigorosa e con pratiche spesso di vero greenwashing”, aveva dichiarato Anna Fasano, presidente di Banca Etica, lo scorso 28 gennaio (in vista della decisione che appariva ormai già definitiva). “Mai ci saremmo aspettati una soluzione finale così al ribasso che inserisce tra le attività finanziabili anche gas e nucleare”. Tra gli scettici anche l'Eurosif, l'associazione paneuropea dedicata alla promozione della sostenibilità attraverso i mercati finanziari, che lo scorso dicembre aveva accolto con favore il fatto che le regole sulla tassonomia verde diventassero operative a partire dal 1° gennaio 2022 ma aveva sottolineato come i criteri relativi a una serie di settori andassero riesaminati. L'inclusione del gas naturale e dell'energia nucleare, secondo Eurosif, modificherebbe di fatto la natura stessa della Tassonomia Ue.
A esprimere le proprie preoccupazioni sulla decisione della Commissione europea, tra gli altri, il Gruppo Banca Etica. “Sin dal 2018 abbiamo accolto con favore il tentativo della Commissione Ue di regolamentare finalmente quali investimenti possano definirsi davvero sostenibili, allo scopo di dare norme chiare a quello che era diventato un far west di società finanziarie e imprese che fanno a gara a vendere i propri prodotti come sostenibili senza alcuna analisi rigorosa e con pratiche spesso di vero greenwashing”, aveva dichiarato Anna Fasano, presidente di Banca Etica, lo scorso 28 gennaio (in vista della decisione che appariva ormai già definitiva). “Mai ci saremmo aspettati una soluzione finale così al ribasso che inserisce tra le attività finanziabili anche gas e nucleare”. Tra gli scettici anche l'Eurosif, l'associazione paneuropea dedicata alla promozione della sostenibilità attraverso i mercati finanziari, che lo scorso dicembre aveva accolto con favore il fatto che le regole sulla tassonomia verde diventassero operative a partire dal 1° gennaio 2022 ma aveva sottolineato come i criteri relativi a una serie di settori andassero riesaminati. L'inclusione del gas naturale e dell'energia nucleare, secondo Eurosif, modificherebbe di fatto la natura stessa della Tassonomia Ue.