Allarme clima: in 50 anni danni per oltre 3.600 miliardi di dollari

Negli ultimi 50 anni il numero di disastri meteorologici è quintuplicato. Dal 1970 al 2019 ben 11mila eventi estremi hanno provocato oltre 2 milioni di vittime in tutto il mondo e generato perdite per 3.640 miliardi di dollari
Tre dei dieci disastri più costosi, verificatisi nel 2017 negli Stati Uniti, hanno rappresentato il 35% dei danni complessivi a livello globale nei 50 anni considerati: l’uragano Harvey con 96,9 miliardi di danni, Maria con 69,4 miliardi e Irma con 58,2 miliardi
Mami Mizutori: “È necessaria una maggiore cooperazione internazionale per affrontare il problema cronico del numero enorme di sfollati causati ogni anno da inondazioni, tempeste e siccità”
“Il numero di condizioni meteorologiche, climatiche e idriche estreme è in aumento e diventerà sempre più frequente e grave in molte parti del mondo a causa del cambiamento climatico”, ha osservato Petteri Taalas, segretario generale dell'organizzazione. “Ciò significa più ondate di calore, più siccità e più incendi boschivi come quelli cui abbiamo assistito di recente in Europa e in Nord America”, aggiunge. Senza dimenticare di lanciare però anche una nota positiva. Grazie ai migliori sistemi di pre-allarme e alla migliore gestione dei disastri, il numero di vittime si è contratto di quasi tre volte tra il 1970 e il 2019, passando da 50mila negli anni '70 a meno di 20mila nel 2010. Ma solo la metà dei paesi membri dell'Organizzazione meteorologica mondiale possiede tali sistemi e non mancano gravi lacune nelle reti di osservazione meteorologica e idrologica in Africa, in alcune zone dell'America Latina e negli Stati insulari del Pacifico e dei Caraibi.
“Più vite vengono salvate grazie a questi sistemi, ma è anche vero che il numero di persone esposte al rischio catastrofi è in aumento a causa della crescita della popolazione nelle aree a rischio e della crescente intensità e frequenza degli eventi meteorologici”, interviene Mami Mizutori, rappresentante speciale delle Nazioni Unite e capo dell'International strategy for disaster reduction. “È necessaria una maggiore cooperazione internazionale per affrontare il problema cronico del numero enorme di sfollati causati ogni anno da inondazioni, tempeste e siccità”, dichiara. Ma anche maggiori investimenti nella gestione completa dei rischi catastrofali e un'integrazione dell'adattamento ai cambiamenti climatici nelle strategie nazionali e locali.