Vino: la via dei Rothschild

Teresa Scarale
Teresa Scarale
22.5.2018
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Quando la diversificazione di portafoglio diventa strumento di consolidamento dell'heritage. Complice l'eccellenza del vino

Il matrimonio fra Bacco e i Rothschild è da sempre tra i più felici e prosperi nella storia dell'enologia

La storia comincia nel 1853, quando fu acquistato il vigneto Château Mouton Brane nel dipartimento della Gironda, a Pauillac

Ogni nuova acquisizione del patrimonio vitivinicolo da parte dei Rothschild è stata contraddistinta da un approccio conservativo ed innovativo insieme

Sarà stato per i riflessi rubino del loro stemma familiare, sarà per i  valori di tradizione, storia e nobiltà che il vino tradizionalmente incorpora, fatto sta che il matrimonio fra Bacco e i Rothschild è da sempre tra i più felici e prosperi nella storia dell'enologia. Ed ha coinvolto quasi tutti i rami  della celebre  famiglia. Trasferitosi da Londra a Parigi per entrare in società con uno zio, nel 1853 Nathaniel Rothschild acquistò il vigneto Château Mouton Brane nel dipartimento della Gironda, a Pauillac.

In seguito, la tenuta fu da lui rinominata Château Mouton Rothschild, per poi diventare una delle etichette migliori al mondo. Esattamente cento anni dopo, nel 1953, un discendente del primo ramo francese della famiglia, il Barone Edmond Adolphe de Rothschild, fondava il LCF Rothschild Group. Il gruppo, attualmente presieduto dal figlio, il Barone Benjamin de Rothschild, possiede molte proprietà vinicole anche in Australia, Sudafrica, Sudamerica, Nuova Zelanda. Ma il fiore all'occhiello, forse anche per motivi d'affetto, resta la Francia. Nella Gironda, dipartimento della vecchia Aquitania, sono prodotte le prestigiose etichette Château Clarke e Château des Laurets.

Lo Château Clarke in particolare è un vino realizzato con pregiate uve Cabernet Sauvignon e Merlot del Médoc, ridente penisola della Gironda. Sono raccolte rigorosamente a mano e poi selezionate con cura da enologi come Michel Rolland. Il gusto del cru bourgeois Château Clarke si contraddistingue per maturità, ricchezza e corposità. Un vino questo, che forse sarebbe stato destinato a perdersi se non fosse stato per il suo incontro con l'acume finanziario di Edmond, il quale ne acquistò la proprietà nel 1973. Lo Château Clarke infatti, dopo aver goduto di una certa fama all'inizio del XX secolo, venne a poco a poco dimenticato.

Questi vigneti producono anche il Merle Blanc de Château Clarke, autentica rarità nella regione dei rossi per eccellenza. Va al barone Edmond anche il merito di aver acquisito un altro cru bourgeois, lo Château Malmaison a Moulis en Médoc. Ogni nuova acquisizione del patrimonio vitivinicolo da parte dei Rothschild è stata contraddistinta da una piena valorizzazione delle proprietà: restauri e ristrutturazioni rispettose dei luoghi e dell'ecosistema nonché dell'architettura, svecchiamento delle piantagioni.

Punta di diamante di questo approccio conservativo ed innovativo insieme è stata la costituzione della Compagnie Vinicole Baron Edmond de Rothschild, organizzazione che promuove con successo i propri vini grazie a modernizzazioni continue, pur mantenendo il suo carattere familiare. E' nello stesso spirito che lo scorso giugno 2017 Ariane de Rothshild, moglie di Benjamin, ha inaugurato in Spagna, nel cuore de La Rioja, fra la Navarra e i Paesi Baschi, il nuovo château Bodegas Benjamin de Rothschild & Vega Sicilia. Una cantina che vuole essere un'eccellenza della sostenibilità, riducendo al minimo essenziale i concimi chimici. Vi sono poi bandite recinzioni e staccionate, per poter consentire agli animali selvatici di muoversi in tutta libertà nel territorio. Si fregia del blasone Rothschild anche uno dei vini più costosi al mondo, il mitologico Château Lafite, prodotto nell'omonima tenuta collinare acquistata nel 1868 dal capostipite della linea francese James Mayer de Rothschild.

“Lafite” in dialetto guascone vuol dire “collinetta”. Questa proprietà vitivinicola senza dubbio riaulta la più importante fra tutte quelle dei Domaines  Barons de Rothschild. Situata a sud ovest di Bordeaux, a Pauillac (Médoc), la tenuta il cui vigneto vale due milioni di euro ad ettaro produce un vino che si situa al più alto livello nella classifica dei grand cru francesi. La sua storia ha inizio nella seconda metà del XVII secolo, quando il principe Jacques de Ségur ne creò il vigneto. Già allora lo Château Lafite era uno dei vini più apprezzati del bordolese. Fra i suoi estimatori rientravano il cardinale Richelieu e Thomas Jefferson, che vi si fece serigrafare le iniziali su una bottiglia.

Il suo costo lo rende uno degli oggetti del desiderio più ricercati dai nuovi ricchi, ed è perciò fra i dieci vini più contraffatti al mondo, soprattutto in Cina. A Wenzhou, nel novembre 2012 ne furono sequestrate ben 10.000 bottiglie, che se fossero state autentiche avrebbero avuto un valore di 16 milioni di dollari. Un primato questo da combattere, ma anche un segno di gloria. James Mayer morì solo tre mesi dopo aver comprato lo Château Lafite; ne presero le redini i tre figli Alphonse, Gustave, ed Edmond. Oggi l'azienda vinicola dei Rothschild è una fra le poche in grado di unire eccellenza, competitività e grandi numeri.
Caporedattore Pleasure Asset. Giornalista professionista, garganica, è laureata in Discipline Economiche e Sociali presso l'Università Bocconi di Milano. Scrive di finanza, economia, mercati dell'arte e del lusso. In We Wealth dalla sua fondazione

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