L’eleganza del pinot nero dell’Oltrepò Pavese

La terza zona al mondo per produzione di pinot nero, a due passi da Milano, è l'Oltrepò Pavese dove dei 13.500 ettari vitati ben 3.000 sono dedicati a questo vitigno
La zona di Corvino San Quirico, all’estremo ovest dell’Oltrepò Pavese, era già stata riconosciuta dai francesi un paio di secoli fa, come vocata per il pinot nero
Il pinot nero è il protagonista indiscusso nella Tenuta Mazzolino, in provincia di Pavia: qui il Noir è il vino di punta
I vini a base di pinot nero stanno riscuotendo enorme successo nel mondo anche grazie a tannini setosi e sentori di piccoli frutti rossi, lampone o amarena quando vengono vinificati in rosso, eleganti, freschi e verticali, quando se ne ricava un vino spumante. È un vitigno difficile, sensibilissimo all'andamento climatico dell'annata, al microclima e ai terreni su cui cresce. Pensando al pinot nero ci viene in mente la Borgogna per i vini rossi, e la Champagne per le bollicine. Eppure, la terza zona al mondo per produzione di pinot nero, a due passi da Milano, è l'Oltrepò Pavese. Dei 13.500 ettari vitati nell’Oltrepò Pavese ben 3.000 sono dedicati al pinot nero.
In questo contesto si trova la Tenuta Mazzolino: a sud di Milano, precisamente a Corvino San Quirico in provincia di Pavia. Fu acquistata da Enrico Bragiotti, appassionato di vino, negli anni ’80. La tenuta include una villa, circondata da vigneti e una splendida cantina dell’Ottocento. La zona, all’estremo ovest dell’Oltrepò Pavese, era già stata riconosciuta dai francesi un paio di secoli fa, come vocata per il pinot nero. Le origini francesi di Enrico, la passione per la Borgogna e le bollicine e i consigli degli amici Giacomo Bologna e Luigi Veronelli, lo portarono a far arrivare dalla Borgogna le prime barbatelle di pinot nero e i migliori legni per l’affinamento.
Oggi nella Tenuta Mazzolino il pinot nero è il protagonista indiscusso, declinato in versione ferma e con bollicine. Il Noir è il vino di punta. Nel 1985, dopo alcuni anni di prove viene prodotta la prima bottiglia di Noir. Nel 1999 Enrico vuol cambiare passo e decide di avvalersi della consulenza di un giovane greco, Kyriakos Kynigopoulos – figura destinata a diventare un punto di riferimento in Borgogna – che mosse i suoi primi passi proprio nell’Oltrepò Pavese e la cui collaborazione con la Tenuta Mazzolino continua ancora oggi. Kyriakos porta in cantina metodi e tradizione borgognona. E il Noir comincia a essere esportato in mercati come Usa e Giappone.
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La spinta della terza generazione
Dal 2015 le redini della tenuta sono nelle mani della nipote di Enrico Braggiotti, Francesca Seralvo, terza generazione, che quando se n’è presentata l’occasione non ha esitato un attimo a lasciare il suo lavoro di avvocato per iniziare una gestione improntata su vision, innovazione, capacità e creatività. Si devono a lei la creazione di un forte team aziendale, di cui fa parte l’enologo Stefano Malchiodi, l’adozione di un’agricoltura biologica, nonché uno studio di zonazione che ha portato a individuare all’interno dei 20 ettari vitati 39 parcelle che vengono gestite e vinificate separatamente.
Un Noir elegante e di grande struttura
Ma torniamo al Noir. Si produce con le uve della vigna più antica della tenuta, la Vigna Regina, dai terreni argillosi in superficie, con marna calcarea in profondità. L’uva viene raccolta a mano e riposta in cassette, diraspata e non pigiata, ma posta per 7/9 giorni in macerazione pre-fermentativa a freddo e vinificata in modo tradizionale in vasca. Il vino riposa 12 mesi in piccole botti di Borgogna, di cui il 20% nuove, prima di essere messo in bottiglia. L’ultima annata presente sul mercato, la 2019, è una grande annata.
Nel bicchiere il vino si presenta di un colore rubino brillante ed esprime profumi fruttati di lampone, ciliegia, mirtillo e susina che si fondono con note di petali di rosa, cannella e sottobosco. L’attacco è morbido, i tannini sono soffici, fitti e setosi controbilanciati da fresca acidità e una sapidità che allunga il sorso. In bocca il vino è allo stesso tempo elegante e di grande struttura, una caratteristica comune a tutte le annate degustate: finezza e sapidità che derivano della marna calcarea e generosità e struttura che derivano dall’argilla. Un pinot nero di struttura oltre che di eleganza, riconoscibile, come si addice a un gran vino, perfetta espressione del terreno da cui deriva. Il lungo finale è vellutato, piacevolmente salino con un retrogusto di cacao e amarena. Un vino destinato a durare nel tempo, che oggi si trova ad un prezzo particolarmente abbordabile, tra 35-40 euro. L’azienda oltre al Noir produce altri vini a base di pinot nero, Terrazze e Terrazze Alte, due ottimi vini fermi, fruttati e freschi, e il Cruasè, uno spumante rosè, fruttato, elegante e di carattere, mentre dalle vigne in cui è stato piantato chardonnay si produce uno spumante, il Blanc de Blanc, un metodo classico intenso, ricco e fresco e due vini fermi, il Blanc, di ispirazione borgognona, un vino barricato, agrumato, burroso e sapido, e il Camarà, vino fragrante e di straordinaria beva.