Chi semina digital raccoglie valore
Tecnologie e processi digitali utilizzati sempre più spesso in altri settori commerciali, finanziari e industriali hanno iniziato a diffondersi anche tra le cantine italiane. Persino l’era del web 3.0 sta aprendo nuove prospettive anche per il mondo del vino, con l’Augmented Reality, espansione virtuale del mondo reale, che è a tutti gli effetti un nuovo territorio da esplorare, un insieme di nuovi mondi virtuali tridimensionali in cui interagire. E così, con l'esplosione delle tecnologie digitali a portata di tutti, la differenza nel mondo del vino italiano la sta facendo chi è in grado di trovare soluzioni tech alle esigenze specifiche e verticali di una tipica azienda vitivinicola. Ecco, quindi, che la semplicità d’utilizzo, l’immediatezza e la concretezza stanno diventando caratteristiche fondamentali per soluzioni innovative disegnate ad hoc per (e tal- volta anche “da”) i produttori di vino. Un approccio che, tra l’altro, allarga il settore vitivinicolo italiano alle generazioni di consumatori e imprenditori più giovani: una ricerca di Squarespace ha non a caso evidenziato che il 60% della generazione Z considera la realtà digitale come, se non più importante, di quella fisica.
Obiettivo Next Gen per chi punta sulla realtà aumentata
Con la tecnologia in espansione tramite continui salti in avanti – tra gli ultimi il metaverso – diverse realtà enoiche stanno intraprendendo nuove soluzioni e canali di sviluppo. Ne è un esempio Valdo Spumanti, attento ai cambiamenti delle abitudini e del gusto dei consumatori. Nel 2022 ha scelto di portare i suoi prodotti anche nel mondo virtuale lanciando una nuova strategia di marketing con l’utilizzo della Realtà aumentata (AR) lungo tutta la “customer journey”, grazie alla collaborazione con la piattaforma innovativa Aryel. “Come non sentirsi affascinati da questa realtà virtuale che andrà a sovrapporsi a quella fisica”, ha commentato Pierluigi Bolla, presidente di Valdo Spumanti, leader nella produzione del prosecco in Valdobbiadene. “La possibilità di entrare con i nostri prodotti in una realtà aumentata rende possibile fornire ai nostri wine lovers informazioni ed emozioni aggiuntive, rispetto a quelle del mondo reale. Oggi è in corso un passaggio al web 3.0 e Valdo non vuole essere solo spettatore di questo cambiamento ma ha scelto di partecipare all’evoluzione”. La nuova strategia di marketing Valdo ha avuto il suo primo momento di applicazione durante il Vinitaly 2022 dove le esperienze AR-based condivise sono state due, una legata all’ambito gamification, con un “Face recognition game quiz” e una legata al mondo degli NFT (Non Fungible Token). Gli ospiti di Valdo hanno potuto vedere una bottiglia in AR animata con il relativo Nft, avendo anche la possibilità di acqui- starla. Questa prima applicazione è stata solo l’inizio di una serie di attività innovative che permetteranno di raggiungere nuovi segmenti di pubblico, aumentando il loro engagement e la brand awareness.
Vino, Nft e arte, un triangolo virtuoso
Gli Nft sono stati nuovi protagonisti dell’edizione 2022 dell’asta so- lidale Barolo en primeur, pensata a favore di progetti no-profit in Italia e all'estero. La seconda edizione, tenuta lo scorso novembre, ha assegnato ai donatori: 15 barriques di pregiato Barolo della Vigna Gustava annata 2021 (già appartenuta e vinificata dal Conte Camillo Benso) ancora in affinamento, destinate a trasformarsi ognuna in 300 bottiglie; 10 lotti comunali composti da oltre 1200 bottiglie di Barolo e Barbaresco donate da 70 produttori; 1 lotto speciale da 500 litri (che equivale a circa 600 bottiglie di vino). Tutte le bottiglie che, al termine del periodo di affinamento previsto nel 2025, saranno nella disponibilità degli aggiudicatari, saranno numerate e vestite con l’e- tichetta realizzata ad hoc dal celebre artista Michelangelo Pistoletto e dotate di un Nft, certificato di autenticità digitale garantito tramite blockchain, coniato da Antonio Galloni, il critico enologico di fama mondiale e ceo di Vinous.
La mappatura in 3D delle vigne
Un’altra frontiera tecnologica e digitale in via di conquista da parte del mondo del vino italiano è quello della mappatura in 3D delle vigne. Una delle prime esperienze virtuose è arrivata dalla collaborazione tra la casa vitivinicola Villa Bogdano 1880 e Vinophila, con la digital company italiana specializzata Saturnalia. La mappatura 3D che ne deriva rende offrire una visita digitale di tutti i vigneti e in particolare dei 15 ettari di vigne storiche, sui 106 vitati, che sono stati sottoposti a un meticoloso lavoro di restauro e conservazione. Vigneti che diventano testimonianza di un passato agricolo e territoriale: ne sono emblema le 117 viti del secolare Cassone Padovano, raro esempio di forma di allevamento usata dai monaci benedettini e ormai quasi scomparsa. La presenza di Villa Bogdano 1880 nel Metaverso di Vinophila – che si è aggiudicata solo alcuni mesi fa il "Most Innovative in New Event Technology" per gli Innovative & Excellence Awards 2022 della rivista Corporate LiveWire – è parte di un processo volto a portare innova- zione e uno sguardo rivolto al futuro del mondo vitivinicolo italiano.
Un QR code apre le porte della sostenibilità tra i filari
Le soluzioni digitali trovano applicazione anche nel miglioramento della tracciabilità e della sostenibilità delle filiere produttive vinicole. Lo scorso settembre ha completato il suo sviluppo la partnership che ha visto coinvolte le attività del Consorzio Collio e il programma interregionale "Diva". In particolare, il Consorzio in partnership all’azienda Primo Principio, ha dato vita al progetto "Augmented Susgrape". Un servizio digitale all’avanguardia che punta a rendere completamente trasparente la filiera produttiva: basta un QR code applicato alla bottiglia che, se inquadrato con uno smartphone, può svelare l’intera storia del prodotto che abbiamo davanti. Come spiegato in un comunicato, nasce dall’esigenza di trovare modalità creative, innovative, interattive e originali per valorizzare gli sforzi di sostenibilità del Consorzio”. Il Collio è una zona viticola conosciuta in tutto il mondo per la sua varietà di vini bianchi, caratterizzati da una spiccata mineralità e una grande longevità. Questa zona collinare, collocata fra le Alpi Giulie e il Mare Adriatico, crea un microclima unico, in grado di sposarsi perfettamente con la “ponca”, il caratteristico terreno del Collio fatto di marne di origine eocenica, ideali per la coltivazione della vite.
Soluzioni tecnologiche alla portata di tutti
“Questo lavoro è stato utilissimo per ottenere una soluzione tecnologica e alla portata di tutti per poter valorizzare i prodotti della nostra denominazione” - racconta David Buzzinelli, presidente del Consorzio Tutela Vini Collio - “Acquistare una bottiglia e degustare un vino Doc Collio deve essere prima di tutto un’esperienza di conoscenza del territorio e del valore delle nostre produzioni. È importante che il consumatore possa accedere in modo semplice ed immediato ad informazioni chiare riguardanti i nostri metodi produttivi. Qualità e sostenibilità sono due bandiere del nostro lavoro sul vino e sul territorio e crediamo fortemente che la tecnologia possa essere di grande ausilio in ogni fase. Siamo davvero soddisfatti di questo percorso che stiamo ormai portan- do avanti da anni con WiForAgri e delle numerose opportunità che le soluzioni 4.0 per la viticoltura riescono ad offrire”.
L’innovazione digitale nel Crm e marketing
Oltre alla necessità di tecnologie per esigenze specifiche, una criticità fondamentale che il settore del vino sta affrontando in questo periodo è tutto l’ampio tema del CRM e del marketing, ovvero tutti gli aspetti che coinvolgono la relazione e la vendita diretta con il consumatore finale. “Le vendite direct-to-consumer – spiega Filippo Galanti, co-founder & chief business officer dell’impresa tec- nologica Divinea - sono un trend in forte crescita e con un enorme potenziale, basti pensare che la media italiana è intorno al 10% mentre negli Stati Uniti siamo oltre il 65%. L’obiettivo di una soluzione software come Wine Suite è proprio quello di creare un ecosistema digitale integrato che consenta al produttore, in un unico punto d’accesso, di conoscere a fondo i clienti finali e di gestirne al meglio la relazione per incrementare le vendite dirette di vino e quindi i profitti dell’azienda”.
La risposta dei principali gruppi vinicoli italiani
Ma che spazi di crescita può trovare una soluzione di questo tipo? Secondo Galanti il 2023 sarà con molta probabilità l’anno della svolta digitale del settore vinicolo non solo italiano, ma anche per il mercato internazionale. “A distanza di un anno e mezzo dal lancio di Wine Suite – entra nel dettaglio Galanti -, la visione strategica di Divinea ha già trovato un ampio riscontro nel settore del vino. Sono oltre 250 le cantine che utilizzano la piattaforma Wine Suite per gestire in maniera ottimale l’enoturismo, i canali vendita diretta in cantina e online e le attività di comunicazione e marketing. Non solo, il fatto che Divinea sia a tutti gli effetti una Data Company del mondo del vino, ha destato l'interesse di alcuni tra i principali gruppi vinicoli italiani che, dopo aver provato Wine Suite, hanno sottoscritto una parte significativa del round seed dello scorso anno divenendo soci come la famiglia Marzotto del Gruppo Santa Margherita, la famiglia Beretta delle Agricole Gussalli Beretta, il Leone Alato di Genagricola - Gruppo Generali e Nicolò Mascheroni Stianti di Castello di Volpaia”.
Un giro d’affari di 1,4 milioni di euro
Il cbo di Divinea condivide anche alcuni numeri: attraverso la propria infrastruttura tecnologica nell’ultimo anno sono state gestite oltre 16.000 prenotazioni enoturistiche con un giro d’affari di 1,4 milioni di euro. “Inoltre - aggiunge Galanti - abbiamo riscontrato che le cantine che utilizzano la piattaforma Crm e Marketing Wine Suite hanno un’incidenza delle vendite dirette intorno al 22%, rispetto alla media nazionale intorno al 10% come certificato dal report Mediobanca, con un importante conseguenza positiva per le marginalità di vendita”.
articolo tratto dal magazine We Wealth di gennaio