L’ombra del nazismo sulla collezione di gioielli record

Teresa Scarale
Teresa Scarale
15.5.2023
Tempo di lettura: 3'
Ginevra ha ospitato la due giorni dell’asta dedicata ai gioielli della defunta miliardaria Heidi Horten, una delle collezioni private di preziosi più importanti di sempre. Stimata 150 milioni di dollari, ne ha incassati 156. Tuttavia sulla sua provenienza si addensano le nubi nere della persecuzione degli ebrei nel XX secolo

Poco prima che parte della collezione Heidi Horten venisse battuta a Ginevra da Christie’s il 10 e il 12 maggio 2023, la stampa rivelava che il di lei marito Helmut avrebbe messo insieme quei gioielli approfittando della situazione di debolezza di alcuni commercianti ebrei nel 1936. La rivelazione non impattava sul risultato della vendita: 156 milioni di dollari, a fronte di una valutazione di 150. Un ricavato superiore persino a quello delle collezioni Elizabeth Taylor e della famiglia Al Thani e che andrà a beneficio di cause filantropiche.

Helmut Horten – che Heidi sposò nel 1966 – era membro del partito nazista, «pesantemente coinvolto nell’acquisizione di aziende ebraiche» secondo quanto riportato da un rapporto di ricerca. Informazioni che la casa d’aste non aveva incluso nella presentazione del catalogo d’asta. La casa d’aste si è detta a conoscenza della storia ma non ha ritenuto di divulgare queste informazioni nel pre asta in quanto «la collezione di gioielli è stata assemblata decenni dopo, tra l'inizio degli anni '70 e il 2022, anno della morte della signora Horten. Come tutti i beni affidati a Christie's, anche questa collezione è stata sottoposta a un accurato processo di verifica. La provenienza di ciascuno dei 700 oggetti messi all’asta è ben documentata, con indicazioni dettagliate sull'acquisto, e nessuno di questi gioielli proviene da una spoliazione o da una vendita forzata da parte di un proprietario ebreo». 

Il presidente della World Federation of Diamond Bourses (WFDB), Yoram Dvash, aveva inviato una missiva di protesta a François Curiel, presidente della casa d'aste in Europa e Asia ed ex capo del dipartimento di gioielleria contestare la decisione di mettere all’asta la collezione Horten: «Vorrei esprimere l'obiezione del WFDB a questa vendita, così inequivocabilmente associata al saccheggio nazista delle aziende ebraiche. In un periodo di negazione dell'Olocausto e di rinascita dell'antisemitismo in tutto il mondo, troviamo particolarmente spaventoso che una casa d'aste di fama mondiale si impegni in una vendita di questo tipo». Rahul Kadakia, responsabile internazionale del dipartimento di gioielleria di Christie's, prima di iniziare a bandire ha dichiarato: «Tutti i proventi della vendita saranno destinati a una fondazione che sosterrà cause filantropiche come la sanità, il benessere dei bambini e l'accesso alle arti. Inoltre, Christie's darà un contributo significativo dal ricavato finale delle aste alle organizzazioni ebraiche e promuoverà ulteriormente la ricerca e l'educazione sull'Olocausto, di vitale importanza». Fra scrosci di applausi, le vendite sono decollate. Dei 96 lotti offerti, solo tre sono rimasti invenduti. La metà dei pezzi è stata venduta a un prezzo superiore al milione di dollari. 

Con un prezzo di aggiudicazione pari a 13,5 milioni di franchi svizzeri (15 milioni di dollari), la gioia The Sunrise Ruby, ha conquistato la vetta della classifica dei gioielli più pagati durante l’asta. Si tratta di un «sensazionale anello di rubini e diamanti di Cartier», per dirla come la casa d’aste. Curiosità: la stima ante asta era addirittura superiore alla cifra incassata: 14 milioni di franchi svizzeri (si ricordi che i risultati delle aste includono anche le commissioni di vendita; le valutazioni iniziali no). Con 10 milioni di dollari ha invece concluso la sua corsa un anello di Bulgari, impreziosito da un grande diamante rosa affiancato da diamanti bianchi più piccoli. In questo caso il gioiello ha grosso modo raddoppiato la sua valutazione di partenza, fissata a 4,5 milioni di franchi svizzeri. 

Ulteriori 300 lotti saranno offerti sempre a Ginevra durante le sessioni di novembre.

Caporedattore Pleasure Asset. Giornalista professionista, garganica, è laureata in Discipline Economiche e Sociali presso l'Università Bocconi di Milano. Scrive di finanza, economia, mercati dell'arte e del lusso. In We Wealth dalla sua fondazione

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