L’arte della donazione: Gemma De Angelis Testa

Margherita Strada
20.1.2023
Tempo di lettura: 6'
Quello di donare è un atto non solo generoso, ma anche lungimirante. A prescindere da quali ne siano le motivazioni profonde, è un atto che valorizza una collezione d’arte come pochi altri. Nel caso della collezionista e mecenate Gemma De Angelis Testa, è stata anche la città di Venezia a beneficiare del gesto

Da tempo è fortemente presente all’interno del mercato dell’arte il tema delle donazioni di opere d’arte da parte di collezionisti privati ai musei e istituzioni pubbliche. Gli specialisti del settore si interrogano e studiano gli strumenti e le leggi che possano stimolare il collezionista privato a donare, per condividere la propria collezione con la collettività, valorizzando il ruolo delle collezioni d’arte private all’interno delle istituzioni museali, rendendole uno dei fattori di sviluppo centrali del patrimonio comune. 

La donazione di una collezione d’arte privata da parte di un collezionista può avvenire per svariate motivazioni: mancanza d’eredi, il forte desiderio di non vedere smembrata la propria collezione in futuro o semplicemente perché lo stesso collezionista da sempre ha desiderato che la propria collezione venisse custodita da un’istituzione museale. Come è accaduto recentemente per la nota collezionista e mecenate Gemma De Angelis Testa, che ha donato la propria collezione d’arte contemporanea al MUVE Fondazione Musei Civici di Venezia. 

Nella vita di Gemma De Angelis Testa l’arte ha occupato sempre uno spazio molto importante, da anni si impegna duramente e tenacemente per promuovere l’arte italiana, per questo ha fondato nel 2003 ACACIA Associazione Amici Arte Contemporanea Italiana, dando vita a una nuova forma di mecenatismo collettivo, con la missione di sostenere l’arte e gli artisti italiani. Nel 2015 la Collezione ACACIA, costituita da 36 opere in progress di 24 artisti italiani di fama internazionale, è stata donata al Museo del Novecento di Milano. Dopo la scomparsa di suo marito Armando Testa, promuove e cura mostre a lui dedicate in musei nazionali e internazionali. 

Ritratto di Gemma De Angelis Testa Photocredit Fabio Mantegna


La sua vita è da sempre rivolta all’arte e l’ha dimostrato ancora una volta con questa donazione al Comune di Venezia. La collezione presenta al suo interno capolavori di Robert Rauschenberg, Cy Twombly, Mario Merz, Michelangelo Pistoletto, Pier Paolo Calzolari, Gilberto Zorio, Anselm Kiefer, Gino De Dominicis, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Mario Schifano, Tony Cragg ed Ettore Spalletti. Un viaggio che percorre tutta la seconda metà del 900 dall’arte povera alle sperimentazioni più recenti. 


Gino De dominicis, "Senza Titolo" (1985) Photocredit Nino Chironna 



Anselm Kiefer, Brennstabe (1991) Photocredit l'artista 



Tony Cragg, "Rational Beings" (1995) esposto al Castello di Rivoli nel 1999, Photocredit Paolo Pellion di Persano 


Gemma Testa, storia di una donazione

Abbiamo avuto il piacere di farci raccontare da Gemma De Angelis Testa la sua esperienza e il viaggio che l’ha portata da collezionista privata a donatrice di una delle più belle collezioni che i nostri tempi ricordano. 


Come si è avvicinata all’arte e quando ha iniziato a collezionare le sue opere? 

Il mio primo incontro con l’arte avvenne da bambina, non ero circondata da giocattoli ma da libri d’arte grazie a mio nonno, e questo mi influenzò parecchio. Crescendo mi avvicinai al Gotico italiano, rimasi ammaliata la prima volta che vidi gli affreschi di Giotto nella Basilica Superiore di Assisi: le immagini che vi erano rappresentate sembravano in movimento, talmente tanto da essere per me antesignane dello story board utilizzato in ambito cinematografico e pubblicitario. Col passare degli anni iniziai ad approfondire ogni aspetto del mondo dell’arte e le varie correnti artistiche. Leggevo le opere come le persone e viceversa, mi ero abituata ad osservare i loro tratti. Divenne una sorta di automatismo. 


Ogni collezione privata ha delle caratteristiche particolari che riflettono la personalità e l’animo del collezionista, può raccontarci le linee guida che rappresentano maggiormente la sua collezione e in che modo la rispecchiano?

Purtroppo, credo che oggi non sia così scontato trovare delle collezioni private contraddistinte da un’anima o da una forte personalità. Mi è capitato di visitare collezioni amorfe e anonime sotto questo punto di vista. Nella mia collezione non ci sono linee guida in quanto non si tratta di una collezione stabilita o pensata a tavolino, bensì ho cercato sempre di circondarmi di opere che mi trasmettessero qualcosa, che fossero vive di spirito e di indole animata. Anche quando rimanevo a casa, erano gli artisti che mi facevano viaggiare attraverso le loro opere rappresentando la contemporaneità e il loro presente. 


Cosa contraddistingue maggiormente la sua collezione? 

Ciò che contraddistingue la mia collezione è il dialogo costante tra le varie opere. Come nel caso dell’opera Art For Modern Architecture (2005) di Marine Hugonnier, in cui l’artista ha coperto, lì dove c’erano foto di cronaca derivanti da quotidiani palestinesi, delle sagome ritagliate dalla grammatica dell’astrazione di Ellsworth Kelly, così anche Ai Weiwei, nell’opera Colored vases (2014), ricopre antichi vasi della dinastia Han con del colore da carrozzeria. Ciò simboleggia il voler coprire la storia, ma anche l’impossibilità di cancellarla poiché rimane sedimentata, anche se coperta. Un altro esempio è anche Marlene Dumas, presente in collezione con cinque nudi provocanti - che saranno esposti a Venezia - e che interrogano sul connubio tra corpo e identità, temi frequenti nell’arte di un’altra artista presente in collezione: Shirin Neshat 


Shirin Neshat, "Rage" (1998) Photocredit l'artista 



Marlene Dumas, "Al dente" (1999) Photocredit Fabio Mantegna 



Ai Weiwei, "Galileo Galilei in LEGO" (2016) Photocredit Alessandro Moggi 


Nella vita saper donare qualcosa al prossimo - nel suo caso alla comunità di Venezia e non solo - è importante, ma non è da tutti. Come mai ha deciso di donare la sua collezione e cosa ha significato per lei donare questa collezione? 

Ho deciso di donare la mia collezione al museo di Ca’ Pesaro e al comune di Venezia in quanto anni fa mi hanno regalato gli incontri più importanti della mia vita: quello con mio marito Armando Testa e quello con l’arte contemporanea. Per quanto concerne il motivo della donazione, anni fa iniziai a collezionare opere d’arte proprio con l’intento di donarle in futuro ad un museo e farle fruire ad un grande pubblico. Questa mia mission, è stata inoltre la base su cui ho costruito anni addietro l’Associazione Acacia, credo molto nel ruolo pubblico del collezionista e sul concetto che ho coniato di mecenatismo collettivo, come appunto accennava nell’introduzione dell’intervista, Milano ha potuto godere, fino ad oggi, di 36 opere di artisti contemporanei italiani donate da Acacia al Museo del Novecento di Milano. La collezione è tuttora in progress. 


Armando Testa, "Gotto Punt e Mes", (1954) Photocredit Fabio Mantegna 



Armando Testa, "Caballero & Carmencita" (1965) Photocredit Fabio Mantegna 



Armando Testa, "Senza Titolo (Omaggio a Mondrian)" (1967) Photocredit Fabio Mantegna


Ci sono esempi di collezionisti che come lei hanno deciso di donare la propria collezione a musei pubblici, altri che vorrebbero farlo, ma i musei pubblici spesso non sono attrezzati per ricevere le donazioni o sono bloccati dalla burocrazia. Può raccontarci la sua storia e come è nata questa relazione con il MUVE Fondazione Musei Civici di Venezia? 

Venezia è una città che negli ultimi anni sta crescendo di prestigio culturale e risulta essere un’importante vetrina per l’arte contemporanea, sono diversi i musei prestigiosi che la contraddistinguono, e non a caso è la sede delle varie Biennali artistiche. Per queste motivazioni la scelta non è risultata essere difficile. Avevo già espresso questo mio punto di vista al direttore Gianfranco Maraniello, ancor prima che diventasse direttore del Polo Museale di Milano, e successivamente abbiamo, quindi, contattato Gabriella Belli, all’epoca direttrice del MUVE e amica di lunga data che ha accolto con entusiasmo la mia proposta. Fin da subito Ca’ Pesaro ci è sembrata essere la giusta “casa” per ospitare la mia collezione. Naturalmente sono stati molteplici gli attori coinvolti che hanno svolto un lavoro impeccabile: l’intero staff dei Musei Civici, il Comune di Venezia, l’avvocato Andrea Pizzi il quale ha seguito tutto l’iter burocratico, e l’attuale responsabile di Ca’ Pesaro, Elisabetta Barisoni. Hanno tutti collaborato e lavorato al fine di realizzare questa donazione. 


Da quando sarà visibile la sua collezione presso Cà Pesaro Galleria Internazionale d’Arte Moderna? 

La collezione sarà visibile in primavera, l’inaugurazione è prevista nel mese di aprile. 


È sempre stata una donna ricca di iniziative, quali sono i suoi prossimi progetti? 

Sono diversi i progetti a cui sto già lavorando. Tra questi ci sono: la realizzazione di un archivio digitale e online per le opere di Armando Testa, al fine di archiviarle, catalogarle e naturalmente valorizzare e promuovere il pensiero artistico di mio marito. È, inoltre, in programma una sua mostra personale sempre a Venezia nel 2024, in concomitanza della prossima Biennale d’Arte. Naturalmente prosegue sempre il sodalizio con Galleria Continua. 


William Kentridge, "Aegyptus Inferior (Patriarcathus Hierosolomytanus)" (2007-2008) Photocredit l'artista 



Yinka Shonibare, "Water" (2010) Photocredit l'artista

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Margherita Strada si è formata come storica dell’arte contemporanea presso l’Università Cattolica Del Sacro Cuore di Milano. Ha lavorato nell’arte contemporanea in Italia e all’estero. Nel 2015 inizia la sua collaborazione con Cortesi Gallery nella sede di Lugano come Gallery assistant e successivamente nel 2017 diventa Exhibition coordinator, PR e Social Media Manager nella sede di Milano. Presso Cortesi Gallery segue e produce diverse mostre e progetti editoriali. Nel 2019 inizia la sua collaborazione come curatrice interna e coordinatrice editoriale presso BUILDING Gallery di Moshe Tabibnia. Per BUILDING segue e produce diverse mostre. Nel 2020 lavora per la società Testa per Testa, fondata da Gemma De Angelis Testa, per promuovere e produrre mostre dedicate ad Armando Testa, padre della pubblicità italiana e artista internazionale. Nel 2020 è Assistant Collector Manger della Collezione di Gemma De Angelis Testa. Nel 2022 è partner/associata di Vera Canevazzi Art Consulting come Art Consultant e PR e Social Media Manager.

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