Ulysse Nardin, gli orologi per solcare gli oceani

Lorenzo Magnani
Lorenzo Magnani
10.11.2022
Tempo di lettura: 3'
Avveniristico, spaziale, siderale: in altre parole Ulysse Nardin. Un marchio che da 176 anni scrive alcuni dei più bei capitoli dell’alta orologeria

Innovativi meccanismi e accattivanti stili estetici. Gli orologi di Ulysse Nardin sono un elogio della meccanica d’avanguardia, della precisione svizzera, del meglio dell’alta orologeria. Nati in un’epoca di esplorazioni oceaniche e commercio internazionale, nell’arco di quasi due secoli non hanno mai smesso di stupire.

Gli esordi


La Maison svizzera fu Fondata nel 1846 da un ventitreenne Ulysse Nardin, orologiaio e specialista in complicazioni. Il giovane Ulysse, scelse la sua città natale, Le Locle, nel Giura svizzero, patria dell'industria orologiera, per avviare la sua attività, intuendo fin da subito la crescente domanda di cronometri da tasca e da marina in grado di misurare il tempo con assoluta precisione. Ne fece la sua specialità e ben presto fornì alle compagnie di navigazione internazionali gli strumenti di coperta affidabili di cui avevano bisogno per solcare con sicurezza i mari aperti.


Alla conquista degli oceani


La morte prematura del fondatore nel 1876 spinse il figlio a prendere il timone dell'azienda di famiglia. Paul-David Nardin costruì ulteriormente la sua reputazione di maestro dei cronometri marini, vincendo concorsi per l'eccellenza orologiera e le commissioni per i suoi indispensabili strumenti di navigazione. Nel 1900 aveva realizzato nove cronometri da tasca dotati di scappamento a tourbillon per migliorare la precisione. Ulysse Nardin rifornì oltre 50 marine, istituti geodetici e osservatori astronomici, e i suoi cronometri da tasca erano tra i più ambiti e apprezzati dagli ufficiali di marina e dai capitani mercantili di tutto il mondo. Durante la guerra russo-giapponese (1904-1905), l'azienda svizzera fornì cronometri marini a entrambe le marine.



Nata per innovare

 

L'azienda è sempre stata molto innovativa, registrando numerosi brevetti e sviluppando nuovi movimenti e orologi. Già nel 1912, Ulysse Nardin sviluppava attivamente orologi da polso, compresi i cronografi. Creò persino movimenti che potevano essere impiegati sia negli orologi da tasca che in quelli da polso, tra cui un movimento a 13 lignes (circa 29,3 mm) rilasciato nel 1916. Rinomata per i suoi concetti rivoluzionari, come il Freak e il Calendario Perpetuo, l'azienda ha anche guidato la ricerca sui nuovi materiali.Ulysse Nardin è stata la prima a sviluppare uno scappamento in silicio, un metalloide superleggero le cui proprietà lo rendono adatto all'uso nella micromeccanica di precisione, come in orologeria. L'innovativo marchio ha poi introdotto nell'alta orologeria il Diamonsil, una combinazione all'avanguardia di diamante e silicio.

 

La crisi del quarzo e la rinascita

 

Negli anni Settanta, tuttavia, questa eccezionale azienda di orologi subì una significativa flessione delle vendite con l'avvento della "crisi del quarzo", con molti nomi illustri dell’orolegeria tradizionale che scomparirono dalla circolazione. Nel 1983, Rolf Schnyder, insieme ad altri investitori, acquistò Ulysse Nardin e si impegnò a far rivivere i giorni di gloria dello storico marchio. Schynder ebbe la fortuna di incontrare Ludwig Oechslin, un orologiaio di incredibile talento. Quest’ultimo, appassionato di astronomia, concepì l'Astrolabium Galileo Galilei. Questo orologio, uscito nel 1985, è stato il primo di tre segnatempo dotati di una moltitudine di indicazioni che celebravano il lavoro dei principali astronomi della storia. A questo si aggiunsero poi il Planetarium Copernicus (1988) e il Tellurium Johannes Kepler (1992), che segnarono il ritorno alla grandezza della casa orologiera.



Laureato in Finanza e mercati Internazionali presso l’Università Cattolica di Milano, nella redazione di We Wealth scrive di mercati, con un occhio anche ai private market. Si occupa anche di pleasure asset, in particolare di orologi, vini e moto d’epoca.

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