Da Lady Gaga a Puff Daddy, quando la popstar colleziona arte

Teresa Scarale
Teresa Scarale
26.9.2019
Tempo di lettura: 5'
Nel languore generalizzato dei tassi di interesse, il mercato dell'arte contemporanea non conosce stagnazione. Soprattutto i nuovi ricchi (come le popstar) investono in opere per loro dal forte sapore identitario. Alessandro Buganza, insider del mercato high end, svela effetti e retroscena di un fenomeno in irresistibile ascesa

“Past Times (Kerry James Marshall, 1997) era un quadro stimato 2 milioni di dollari. Quando Puff Daddy lo acquista nel maggio del 2018 da Sotheby's, l'opera arriva a 23 milioni”

“Anche la popstar Jay Z colleziona arte preziosa, e non è certo un caso che una sua canzone si chiami proprio Picasso Baby. Kanye West dal canto suo fa anche il pittore, ed è un grande collezionista di George Condo, cui aveva affidato la copertina del suo album My Dark Twisted Fantasy"

Le pop star fungono da influencer anche nel mondo dell'arte. “Nelle fiere internazionali, se una star compra un'opera, il giorno dopo ci sono centinaia di persone che fanno la fila davanti alla galleria”

Se l'effetto sul mercato dell'arte è tanto dirompente, c'è un effetto di “distorsione” o “induzione all'acquisto” da parte degli art advisor di cui si avvale la popstar che colleziona?

Past Times (Kerry James Marshall, 1997) era un quadro stimato 2 milioni di dollari. Quando Puff Daddy (al secolo Sean Combs) lo acquista nel maggio del 2018 da Sotheby's, l'opera arriva a 23”. E' il cosiddetto effetto popstar sul mercato dell'arte. Una sorta di amplificazione del valore che si ha del resto per ogni oggetto che entra nella sfera d'uso di una celebrità, “dagli occhiali da sole alla borsetta”. Con questo parallelismo inizia la chiacchierata di We Wealth con Alessandro Buganza, giovane e brillante art advisor all'americana del mercato high end dell'arte contemporanea. Un settore in continua espansione, anche per la sua forte valenza simbolica ed identitaria. “Le popstar di colore ad esempio sentono un forte senso di appartenenza alla loro comunità, e adoperano l'arte contemporanea come mezzo per offrire il proprio supporto ad altri artisti neri. Il fattore identitario ha un ruolo chiave”.

Arte e popstar, un connubio che viene da lontano


“Puff Daddy colleziona opere d'arte dal 2011, introdotto al lavoro di Kerry James Marshall dal musicista e produttore canadese Murda Beatz, appassionato collezionista d'arte. La collezione di Combs attualmente comprende opere di nomi all - star come Andy Warhol, Keith Haring, Ai Weiwei e Jean-Michel Basquiat”.

“Anche la popstar Jay Z colleziona arte preziosa, e non è certo un caso che una sua canzone si chiami proprio Picasso Baby. Kanye West dal canto suo fa anche il pittore, ed è un grande collezionista di George Condo, cui aveva affidato la copertina del suo album My Dark Twisted Fantasy. Fatto non nuovo, che affonda le sue radici nella mitica ‘banana' di Andy Warhol per i Velvet Underground, passando per i Red Hot Chili Peppers: Damien Hirst è infatti l'autore della copertina di I'm with you (2011). E forse non tutti sanno che lo stesso Damien Hirst diresse il video Country House dei Blur (1995), con cui frequentò il Goldsmiths College”.
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Kerry James Marshall, Past Times, 1997. Courtesy Sotheby's

Per moda e per amore


Il meccanismo emulativo tipico della moda scatta ogniqualvolta le grandi star comprano un'opera d'arte. “Soprattutto nelle fiere internazionali. Qui, se una star compra un'opera, il giorno dopo ci sono centinaia di persone che fanno la fila davanti alla galleria”. Le pop star fungono da influencer anche nel mondo dell'arte. “Alcuni lo fanno per mostrare dei trofei, altri per vero amore per l'arte”. Un po' come la moda, “le collezioni rappresentano la personalità del collezionista”. Quelle attuali si stanno sempre più spingendo verso l'ultra contemporaneo, a discapito dell'arte precedente. Il che è comprensibile: “quando artisti come Rothko, Pollock, iniziano ad raggiungere le cifre di 80, 90 milioni di dollari, una fascia importante di collezionisti viene tagliata fuori. Coloro i quali erano soliti comprarle a 15/20 milioni, devono spostarsi necessariamente su altre opere”.

Ma l'elenco di celebrities collezioniste è lungo. “Pharrell Williams, ad esempio. Poi vi sono collezionisti come Brad Pitt, Di Caprio. Anche Michael Douglas e Ben Stiller, lo sono”. Vi è poi chi trascende il mero collezionare, integrando l'intera esperienza artistica con tripudio nel proprio lavoro. “Si pensi alla collaborazione fra Lady Gaga e Jeff Koons per la copertina del suo disco Artpop [guarda caso, ndr] e alla statua che poi lui le ha fatto. Contaminazione artistica proseguita anche con la performance live del nostro Francesco Vezzoli, mentre lei suonava un pianoforte decorato con farfalle di Damien Hirst”.
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Lady Gaga
Il valore di un'opera posseduta da una star cresce immensamente: una volta (di nuovo) all'asta, “non si capisce più se stai comprando un Richter o un Eric Clapton” [il riferimento è per l'appunto a ben tre quadri di Gerhard Richter appartenuti ad Eric Clapton. Comprati per 3,4 milioni di dollari nel 2001, hanno poi totalizzato 77,3 milioni di dollari nella rivendita. Oppure si pensi alla vendita della collezione di George Michael, ndr]. Se allora l'effetto sul mercato è tanto dirompente, c'è un effetto di “distorsione” o “induzione all'acquisto” da parte degli art advisor di cui si avvalgono? “No. La popstar che colleziona arte si avvale di art advisor veri: ex direttori di gallerie, di case d'asta. Professionisti che si limitano a scremare e ad indirizzare”.

A tal proposito Alessandro Buganza aggiunge un'informazione molto interessante per l'ecosistema italiano dell'arte: “Negli Usa l'art advisor è visto come una sorta di commercialista, di consulente. Percepisce un emolumento fisso a fronte del servizio prestato, sia che l'acquisto vada in porto o meno”. In ultima analisi però, l'acquisto di arte dovrebbe “essere guidato dalla pancia”. Si potrebbe scoprire così che “un artista emergente può costare anche 20.000 euro”. E' tutto da guadagnare.
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Sean Combs alias Puff Daddy
Caporedattore Pleasure Asset. Giornalista professionista, garganica, è laureata in Discipline Economiche e Sociali presso l'Università Bocconi di Milano. Scrive di finanza, economia, mercati dell'arte e del lusso. In We Wealth dalla sua fondazione

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