Kenwood House, Rembrandt e i cerchi misteriosi

Rembrandt, trentenne, usa il suo volto per dipingere il Portabandiera: una delle figure dell'esercito più in pericolo in battaglia, elegantissimo portava il vessillo davanti alle truppe al momento dello scontro. Certo il riferimento alla guerra degli ottant'anni, detta anche rivolta olandese, che porterà nel 1648 alla fine del dominio spagnolo nelle Provincie Unite. Il desiderio di avere il dipinto in Olanda è artistico ma anche fortemente patriottico.
La grande ammirazione per un'acquisizione di questo calibro in questi tempi turbolenti mi fa anche pensare che uno dei più bei dipinti di Rembrandt - un'altro autoritratto, eseguito verso la fine della sua vita - è a Londra, a Kenwood House. Rembrandt ha ritratto se stesso tutta la vita, in dipinti, incisioni, disegni: un diario illustrato dalla giovinezza alla vecchiaia che non si era mai visto prima. C'è chi parla della nascita del selfie, ma nel suo lavoro non vedo la velocità rabbiosa di Snapchat, bensì una grande e paziente ricerca di rappresentare visivamente le emozioni, quali esse siano.

Rembrandt Harmenszoon van Rijn, Autoritratto con berretta e occhi spalancati
Non condivido l'idea – che mi sembra moderna – che fosse il suo modo per comprendere il suo stato psicologico del momento. Sembra più plausibile pensare ad un'operazione per promuovere la propria arte e cercare nuove commissioni, come pure supplire alla domanda di autoritratti che molti all'epoca collezionavano. Per esercizio poi: chi infatti è più paziente di se stesso per rimanere in posa?


Rembrandt Harmenszoon van Rijn, Autoritratto con due cerchi, Kenwood House
Il ritratto a Kenwood House è ancora più misterioso per i due cerchi sullo sfondo: non vi è una spiegazione condivisa. Alcuni studiosi pensano possano rappresentare i due emisferi, come in uso nelle carte geografiche dell'epoca; altri cercano appigli nella filosofia e nelle teorie estetiche; altri ancora credono sia il ricordo di Vasari di come Giotto fosse in grado di disegnare a mano libera un cerchio perfetto.
Kenwood House, Londra
Kenwood House è un vero miracolo: salvata dalla demolizione da Edward Guinness, Conte di Iveagh, che la comprò dai Mansfield nel 1925 per donarla alla nazione nel 1927, insieme ad una importante parte della sua collezione (Rembrandt e Vermeer inclusi). Anglo-irlandese, e a capo dell'omonimo birrificio, fu un grandissimo filantropo e un raffinatissimo collezionista.
Kenwood è aperta al pubblico, l'ingresso è gratuito e non ci sono lamenti se si è con gli stivali sporchi di terra. La casa come la vediamo ora è il sogno di William Murray, Conte di Mansfield, Lord Chief Justice (direi simile a un Presidente di Corte di Cassazione) che la acquistò nel 1754, e nel 1764 chiese a Robert Adam di 'rimetterla in sesto' con estrema libertà. Rimane uno degli interni più belli di Adam e per Mansfield è stata la gioia di rimanere vicino a Londra senza il caos e gli odori di Bloomsbury.

Kenwood House, Londra, Biblioteca su progetto di Robert Adam con dipinti del veneziano Antonio Zucchi
Mansfield era felicemente sposato ma senza figli, e con sua moglie si incaricò di crescere ed educare Lady Elisabeth Murray, sua nipote rimasta orfana di madre a Varsavia, e Dido Elisabeth Belle, figlia naturale e mulatta del nipote e ufficiale della marina britannica Sir John Lindsay. Una situazione a dir poco inusuale nell'Inghilterra del Settecento, dove la ricchezza molto si basava sulle colonie coltivate grazie al traffico degli schiavi.
Elisabeth e Dido crebbero a Kenwood insieme e sicuramente molto legate, e il grande affetto per la quasi-figlia di colore ricompensò il titolo che non poterono darle. Un bellissimo ritratto delle due giovani è oggi a Scone Palace, tuttora residenza dei Conti di Mansfield in Scozia: un tempo attribuito a Zoffany, ritrae le due ragazze, felici, nel giardino di Kenwood House, la cupola di Saint Paul sullo sfondo.

Dido Elisabeth Belle e Lady Elisabeth Murray a Kenwood, Scone Palace, Collezione dei Conti di Mansfield
A conclusione, armatevi di scarpe per camminare, lasciate a casa timori di sporcarvi e passate qualche ora a Hamstead Heath, tra boschi e dipinti, certi di un bel tè caldo e una torta nella caffetteria di Kenwood House. Non vi è nulla di più londinese di questo.
Non è la prima volta che Francia e Olanda sono legate a doppio filo da Rembrandt. Nel 2016 i due governi hanno congiuntamente acquisito, sempre da un ramo della famiglia Rothschild, i due Ritratti di Maerten Soolmans e Oopjen Coppit, rarissimi capolavori del pittore olandese, perché in perfetto stato, monumentali e a figura intera. Saranno sempre insieme ed esposti a turni di 5-8 anni al Louvre e al Rijksmuseum. A 160 milioni di euro, all'epoca sono stati il più costoso acquisto nel mondo dei dipinti antichi: la transazione, gestita da Christie's, fu anche un interessantissimo esempio di solidarietà tra due nazioni e uno dei modi per gestire eventuali divieti di esportazione.
