Kenwood House, Rembrandt e i cerchi misteriosi

Sandra Romito
17.12.2021
Tempo di lettura: 5'
La nostra "italiana a Londra" questa volta ci conduce in una magione incantata, ricca di arte, belle storie di inclusività e un pizzico di mistero
Nel mondo dei dipinti antichi la parola del momento è Rembrandt. Lo Stato francese ha dovuto togliere il blocco di esportazione del 2019 al Portabandiera dipinto dal maestro olandese nel 1636, in quanto non è stato in grado di trovare i fondi per acquistarlo. Il dipinto appartiene agli eredi di Elie de Rothschild, ramo francese della famiglia di banchieri che lo ha dal 1844. Sembra ormai certo che verrà acquistato dallo Stato olandese, che contribuirà con 150 milioni di euro, con il supporto della Rembrandt Association (15 milioni) e il Rijksmuseum Found (10 milioni).

Rembrandt, trentenne, usa il suo volto per dipingere il Portabandiera: una delle figure dell'esercito più in pericolo in battaglia, elegantissimo portava il vessillo davanti alle truppe al momento dello scontro. Certo il riferimento alla guerra degli ottant'anni, detta anche rivolta olandese, che porterà nel 1648 alla fine del dominio spagnolo nelle Provincie Unite. Il desiderio di avere il dipinto in Olanda è artistico ma anche fortemente patriottico.


La grande ammirazione per un'acquisizione di questo calibro in questi tempi turbolenti mi fa anche pensare che uno dei più bei dipinti di Rembrandt - un'altro autoritratto, eseguito verso la fine della sua vita - è a Londra, a Kenwood House. Rembrandt ha ritratto se stesso tutta la vita, in dipinti, incisioni, disegni: un diario illustrato dalla giovinezza alla vecchiaia che non si era mai visto prima. C'è chi parla della nascita del selfie, ma nel suo lavoro non vedo la velocità rabbiosa di Snapchat, bensì una grande e paziente ricerca di rappresentare visivamente le emozioni, quali esse siano.


Rembrandt a Kenwood House
Rembrandt Harmenszoon van Rijn, Autoritratto con berretta e occhi spalancati

Non condivido l'idea – che mi sembra moderna – che fosse il suo modo per comprendere il suo stato psicologico del momento. Sembra più plausibile pensare ad un'operazione per promuovere la propria arte e cercare nuove commissioni, come pure supplire alla domanda di autoritratti che molti all'epoca collezionavano. Per esercizio poi: chi infatti è più paziente di se stesso per rimanere in posa?




Rembrandt
Rembrandt Harmenszoon van Rijn, Autoritratto con due cerchi, Kenwood House

Il ritratto a Kenwood House è ancora più misterioso per i due cerchi sullo sfondo: non vi è una spiegazione condivisa. Alcuni studiosi pensano possano rappresentare i due emisferi, come in uso nelle carte geografiche dell'epoca; altri cercano appigli nella filosofia e nelle teorie estetiche; altri ancora credono sia il ricordo di Vasari di come Giotto fosse in grado di disegnare a mano libera un cerchio perfetto.

Kenwood House
Kenwood House, Londra
Kenwood House è una splendida dimora appoggiata sul lato nord di Hampstead Heath, una grande estensione di verde amatissima dai londinesi, che lo chiamano semplicemente The Heath. Stradine che salgono e scendono piccole colline, attraversano boschi e costeggiano stagni (dove si nuota), ogni tanto una vista grandiosa della città, sino a quando si arriva alla grande casa, spesso coperti di fango e dopo aver accarezzato cani di ogni tipo.

Kenwood House è un vero miracolo: salvata dalla demolizione da Edward Guinness, Conte di Iveagh, che la comprò dai Mansfield nel 1925 per donarla alla nazione nel 1927, insieme ad una importante parte della sua collezione (Rembrandt e Vermeer inclusi). Anglo-irlandese, e a capo dell'omonimo birrificio, fu un grandissimo filantropo e un raffinatissimo collezionista.

Kenwood è aperta al pubblico, l'ingresso è gratuito e non ci sono lamenti se si è con gli stivali sporchi di terra. La casa come la vediamo ora è il sogno di William Murray, Conte di Mansfield, Lord Chief Justice (direi simile a un Presidente di Corte di Cassazione) che la acquistò nel 1754, e nel 1764 chiese a Robert Adam di 'rimetterla in sesto' con estrema libertà. Rimane uno degli interni più belli di Adam e per Mansfield è stata la gioia di rimanere vicino a Londra senza il caos e gli odori di Bloomsbury.

Kenwood House, Londra, Biblioteca su progetto di Robert Adam con dipinti del veneziano Antonio Zucchi
Kenwood House, Londra, Biblioteca su progetto di Robert Adam con dipinti del veneziano Antonio Zucchi

Mansfield era felicemente sposato ma senza figli, e con sua moglie si incaricò di crescere ed educare Lady Elisabeth Murray, sua nipote rimasta orfana di madre a Varsavia, e Dido Elisabeth Belle, figlia naturale e mulatta del nipote e ufficiale della marina britannica Sir John Lindsay. Una situazione a dir poco inusuale nell'Inghilterra del Settecento, dove la ricchezza molto si basava sulle colonie coltivate grazie al traffico degli schiavi.

Elisabeth e Dido crebbero a Kenwood insieme e sicuramente molto legate, e il grande affetto per la quasi-figlia di colore ricompensò il titolo che non poterono darle. Un bellissimo ritratto delle due giovani è oggi a Scone Palace, tuttora residenza dei Conti di Mansfield in Scozia: un tempo attribuito a Zoffany, ritrae le due ragazze, felici, nel giardino di Kenwood House, la cupola di Saint Paul sullo sfondo.


Dido Elisabeth Belle e Lady Elisabeth Murray a Kenwood, Scone Palace, Collezione dei Conti di Mansfield

A conclusione, armatevi di scarpe per camminare, lasciate a casa timori di sporcarvi e passate qualche ora a Hamstead Heath, tra boschi e dipinti, certi di un bel tè caldo e una torta nella caffetteria di Kenwood House. Non vi è nulla di più londinese di questo.

POST SCRIPTUM

Non è la prima volta che Francia e Olanda sono legate a doppio filo da Rembrandt. Nel 2016 i due governi hanno congiuntamente acquisito, sempre da un ramo della famiglia Rothschild, i due Ritratti di Maerten Soolmans e Oopjen Coppit, rarissimi capolavori del pittore olandese, perché in perfetto stato, monumentali e a figura intera. Saranno sempre insieme ed esposti a turni di 5-8 anni al Louvre e al Rijksmuseum. A 160 milioni di euro, all'epoca sono stati il più costoso acquisto nel mondo dei dipinti antichi: la transazione, gestita da Christie's, fu anche un interessantissimo esempio di solidarietà tra due nazioni e uno dei modi per gestire eventuali divieti di esportazione.

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Con l’idea che non avrebbe guardato a nulla dopo Giotto, Sandra è stata una convintissima e feroce medievista nei suoi vent’anni: ora guarda tutto e le piace tutto, dal manoscritto miniato al gioiello d’artista. Ha lavorato per più di venti anni nel dipartimento di dipinti antichi alla Christie’s di Londra, dove ancora collabora quotidianamente come consulente, accompagnando i dipinti da collezione a collezione, con la stessa emozione del primo giorno. Un debole ovviamente rimane per la pittura italiana, soprattutto di alta epoca.

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