Grinling Gibbons, il Michelangelo dell'intaglio in legno

Le festività natalizie appena trascorse mi hanno fatto pensare a Grinling Gibbons e ai suoi festoni, un fenomeno che credo sia stato tutto britannico. Nato a Rotterdam da genitori inglesi, si spostò ancora giovane in Inghilterra, intorno al 1667: a Londra venne apparentemente notato da John Evelyn, mentre stava copiando – scolpendola su legno – una Crocifissione di Tintoretto. Evelyn, raffinato viaggiatore, uomo di cultura e legato alla corte di Charles II, lo presentò all’architetto del momento, Sir Christopher Wren, e di lì la sua carriera prese il volo. Sono anni di grande ricostruzione a Londra, devastata dall’incendio del 1666, e di grande attività artistica: Gibbons ne fu al centro.In realtà il mio primo incontro “cosciente” con Grinling Gibbons e’ stato alla Galleria Estense di Modena, dove uno splendido altorilievo in legno di tiglio è tornato visibile dopo un necessario restauro una decina di anni fa. Si tratta di una delle poche opere autonome dell’artista, ovverosia non legata ad un contesto architettonico, e raffigura un Memento mori, a ricordo della morte di Charles II avvenuta nel 1685, in tutta probabilità commissionato da Maria Beatrice d’Este, sposa di James, Duca di York e fratello del re.

Grinling Gibbons, Memento mori, Modena, Galleria Estense, 1685, 120 x 175 cm.

Grinling Gibbons, Allegoria dell’amicizia tra Cosimo III e Charles II, 1682, Firenze, Palazzo Pitti, 139 x 105 cm
In qualsiasi parte di Londra ci si trovi, si può ammirare un suo intaglio. Ne consiglio tre, in quartieri che di solito si frequentano quando si viene per qualche giorno.
Quello a cui sono più affezionata e’ il dossale nella chiesa di St James’s tra Piccadilly e Jermyn Street, i.e. dove sempre si passa quando si va a Londra. Progettata e costruita da Sir Christopher Wren tra il 1672 e il 1684, la chiesa è un’istituzione amatissima in quartiere: vivace per cura pastorale, spesso ci sono concerti durante il giorno ed e’ un’oasi di pace nella frenesia di Piccadilly. Il dossale si presenta come dovrebbe essere, cosa non scontata dopo tre secoli e mezzo di polvere e vernici: chiaro su base scura, vibra con la luce che entra dalle grandi finestre laterali. L’esecuzione e l’installazione sono miracolosi, e la fragranza dei dettagli straordinaria: si capisce perché Gibbons e’ spesso chiamato il Michelangelo dell’intaglio in legno. Sono andata a rivederlo prima di Natale, e la festa che faceva tra due pini decorati era imbattibile.
St James’s, Piccadilly, Londra


All Hallows by the Tower, Londra
Kensington Palace, Orangery, Londra (immagini prese dal sito di Kensington Palace)
Grinling Gibbons, Cravatta, Victoria & Albert Museum, Londra
Bellissimo virtuosismo, splendida da vedere in un contesto museale, come pure lo sono i pannelli di Modena e Firenze... altrimenti le opere di Gibbons vanno viste nella loro collocazione architettonica originale, al di fuori della quale è come se perdessero significato. Non ho ricordi di aver visto nulla degno di nota sul mercato, forse proprio per questo, ma se una di queste tre opere “autonome” raggiungesse il rostro di una casa d’aste credo che il risultato sarebbe a dir poco straordinario.
Queste sono solo piccole gemme cittadine in confronto a Hampton Court Palace o Pethworth House, dove si può ammirare Gibbons in tutto il suo fulgore.

Grinling Gibbons, Carved Room, Pethworth House, Sussex
Post Scriptum
A St James’s anche il fonte battesimale in marmo è scolpito da Grinling Gibbons – la copertura è perduta - come pure la cassa d’organo. A All Hallows, nella navata sinistra in alto c’è il monumento funerario del mercante bergamasco Girolamo Benaglio, che abitava non lontano e morì nel 1583: non posso non pensare a Giovanni Battista Moroni, anche se si è a Londra, e ai ritratti dei suoi compatrioti che hanno lo stesso viso.