Filatelia, luci e ombre per i collezionisti

Teresa Scarale
Teresa Scarale
29.3.2018
Tempo di lettura: 5'
Secondo la società di consulenza Knight Frank, i francobolli si classificano ormai nella fascia medio bassa degli investimenti di breve periodo in pleasure asset. L'andamento è confermato anche dall'italiana CIF. Ma come sempre, non mancano le soprese.

La relazione The Wealth Report 2018 di Knight Frank colloca la filatelia fra gli investimenti “di piacere” a rendimento medio. LA CIF Srl (Commercianti Italiani Filatelici) chiarisce alcuni dubbi in merito.

Le linee guida per un congruo prezzo di vendita ai privati si attestano sull'70 – 80% del valore di listino come da “L'Unificato”.

Il The Wealth Report 2018 snobba – o meglio non celebra – la filatelia. Lo studio evidenzia che la crescita dei francobolli in termini di valore è penultima fra quelle positive nell'ambito dei pleasure asset. La filatelia infatti cresce solo dell'1% ad un anno, mentre il rendimento a dieci si attesta sul 103%. Fra gli investimenti positivi, un risultato migliore solo rispetto a quello dei diamanti colorati (0% ad un anno e 70% a dieci, collocandosi al quinto posto fra i pleasure asset, un risultato comunque buono, considerando che asset come i vasi cinesi hanno rendimenti negativi). I Commercianti Italiani Filatelici (CIF), nella loro pubblicazione annuale, “L'Unificato”, ammettono che la filatelia sta vivendo un momento di cautela. I prezzi pagati nelle aste tenutesi lo scorso anno per la filatelia in condizioni migliori sono stati pari al 20 o 30% – incluse le commissioni –delle quotazioni dei cataloghi migliori, fra cui L'Unificato. Attenzione però. Da L'Unificato fanno sapere che ciò non vuol dire che le perdite di chi ha venduto i propri francobolli siano state pari al 70% – 80% del prezzo d'acquisto Molto spesso si tratta di filatelia che era nella disponibilità del venditore magari per lasciti ereditari o regali, come spesso accade in quell'ambito. L'esperto della CIF sottolinea che un collezionista raramente decide di disfarsi dei francobolli acquistati. Inoltre le quotazioni del catalogo sono determinate anno per anno dal comitato prezzi, il quale è parte a sua volta del comitato di redazione. Anche quando si parla di prezzo abbassatosi al 5 – 10% per gli esemplari peggio conservati rispetto al valore ufficiale come da catalogo, non è detto che il venditore ci abbia perduto, a meno di acquisti recenti fatti ai prezzi di listino...Sorte analoga per gli aerogrammi delle trasvolate italiane, articoli pure ricercati dagli appassionati di filatelia, i quali sono venduti al 40 – 50% del valore iscritto in catalogo. L'Unificato vuole essere una guida per la congruità dei prezzi di vendita al pubblico di appassionati ma vuole anche dare le giuste dritte ai commercianti. Secondo le indicazioni de L'Unificato, un commerciante dovrebbe vendere i suoi pezzi applicando uno sconto del 20 – 30% rispetto ai valori di listino de L'unificato, al fine di armonizzare prezzi i teorici con quelli correnti. Dal canto suo, un collezionista dovrebbe aspettarsi di vendere i suoi francobolli al 50 – 60% rispetto alla quotazione ufficiale. Un simile scarto fa capire come il mercato dei francobolli non sia così liquido come si potrebbe auspicare.
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Il celeberrimo “Gronchi rosa”, ritirato il giorno stesso della sua emissione per un errore di stampa nella mappa del Perù. Oggi il suo valore si è ridotto a 950 euro. Foto: Mercato Filatelico
Il francobollo leggendario
Esistono poi pezzi leggendari, come il British Guiana One Cent Magenta, unico esemplare rimasto oggi al mondo. Questo francobollo stampato nel 1856 era stato scoperto nel 1873 da un ragazzino di dodici anni, che se ne disfò per pochi scellini. Ma nel 2014 è stato battuto da Sothby's a New York per nove milioni di dollari. Il sogno di ogni appassionato di filatelia apparteneva al principe della chimica americana, John E. Du Pont. Ma prima ancora era stato protagonista della collezione del Filippo De Ferrari de La Renotière, figura tormentata che fece della filatelia la sua ragione di vita, arrivandone a possedere la più grande collezione che la storia abbia mai conosciuto.
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Guyana Britannica da 4 cent, 1856. Fonte Wikimedia Commons.
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Filippo De Ferrari de La Renotière, fonte Wikinedia Commons.
Caporedattore Pleasure Asset. Giornalista professionista, garganica, è laureata in Discipline Economiche e Sociali presso l'Università Bocconi di Milano. Scrive di finanza, economia, mercati dell'arte e del lusso. In We Wealth dalla sua fondazione

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