La performance delle aste nel 1° semestre 2022

Il 2022 è iniziato in modo positivo per il collezionismo in particolare con diverse vendite record di opere d'arte.
Le aste di marzo a Londra hanno dato il via alla stagione con cinque serate di arte impressionista, moderna e contemporanea che hanno segnato il ritorno in grande stile della capitale inglese nel mercato internazionale. Sotheby's, Christie's e Phillips hanno così conseguito vendite per 400,7 milioni di sterline, in crescita del 68% rispetto al marzo 2021. Il risultato rappresenta la migliore performance registrata per le aste di marzo sin dal picco del mercato nel 2018. L’aggiudicazione di una delle opere d’arte più iconiche del XX secolo, “L’empire des lumières” di René Magritte, per 59.422.000 sterline, premio incluso, nell’asta serale del 2 marzo di Sotheby’s ha aperto la strada a questo successo.
Ma è a maggio con le aste di New York che si sono registrati i risultati più importanti con oltre 2,8 miliardi di dollari di vendite raggiunti dalle tre major. Le grandi collezioni private, in continuità con la fine del 2021, sono state le protagoniste dei cataloghi e delle vendite. Da Christie's le collezioni Ammann, Bass e Jacobs hanno superato ciascuna i 300 milioni di dollari di fatturato. In particolare, le prime due si collocano tra le prime dieci collezioni mai vendute all'asta per ricavato. La vendita della seconda parte della collezione Macklowe poi ha realizzato da Sotheby’s 246.057.550 milioni di dollari (la prima parte della collezione è stata venduta a novembre 2021 e ha realizzato 676.milioni di dollari).
Il ricavato complessivo delle due sessioni della collezione, pari a 922,2 milioni di dollari, diritti inclusi, ne ha fatto la collezione d'arte privata di maggior valore mai venduta in una casa d'asta della storia. Tra le opere singole passate di mano nelle aste newyorkesi vanno citate “Shot Sage Blue Marilyn” di Andy Warhol aggiudicata da Christie’s per 195 milioni di dollari (secondo prezzo più alto pagato all'asta per un'opera d'arte dopo il Salvator Mundi di Leonardo da Vinci) e l’opera "Untitled" di Basquiat del 1982 battuta da Phillips per 85 milioni di dollari.
Sorride anche la fotografia che con la rara immagine “Le Violon d'Ingres” (1924) di Man Ray, proveniente dalla collezione di Rosalind Gersten Jacobs e Melvin Jacobs, ha realizzato 12,4 milioni di dollari da Christie’s superando di gran lunga il record precedente per un’opera fotografica di 4,3 milioni di dollari. Si tratta anche della prima volta che una fotografia supera la soglia dei 10 milioni di dollari. Spostandoci sugli orologi, Phillips, con la sua vendita del 12 giugno sempre a New York, ha realizzato 30,3 milioni di dollari, il secondo totale più alto per un'asta di orologi negli Stati Uniti nella storia. Ben cinque orologi venduti oltre il milione di dollari. L'asta ha stabilito diversi record, tra i quali quello per un Rolex Daytona Paul Newman Lemon Ref. 6264 battuto per 2.087.000 dollari (stima 600.000 – 1.200.000 dollari) e quello per un modello Anniversary di George Daniels battuto per 2.389.500 dollari (stima 500.000 – 1.000.000 dollari).
Tra Londra e New York si è inserita Hong Kong con le aste di primavera che hanno confermato la dinamicità del mercato asiatico rivolta soprattutto alle opere di artisti ultracontemporani e quelle degli artisti “blue chip”, già consacrati dal mercato internazionale e dalle istituzioni. Non solo arte, tuttavia, per i giovani collezionisti asiatici che si sono dimostrati particolarmente interessati anche a altri oggetti da collezione come scarpe Nike (47%), borse e accessori (43%), orologi (40%).
Per questi ultimi Sotheby's ha ottenuto il totale più alto per una collezione privata in Asia. Tutti venduti i 39 lotti della “The Nevadian Collector” e nuovo record d'asta stabilito per un Patek Philippe Reference 2499 battuto per 7,7 milioni di dollari Usa. Molto bene anche le vendite di vini, in particolare quelli francesi, e i diamanti. Come non citare lo straordinario "De Beers Blue", un diamante Fancy Vivid Blue taglio a gradini da 15,10 carati, il più grande del suo genere mai apparso in un’asta, che è stato aggiudicato per 57,5 milioni di dollari Usa (stima superiore 48 milioni di dollari Usa) nell’asta di Sotheby’s a Hong Kong lo scorso 27 aprile.
Per quanto riguarda l’arte, da segnalare le vendite da Sotheby’s sempre a Hong Kong del ritratto di Dora Maar realizzato nel 1939 da Pablo Picasso per 21,6 milioni di dollari Usa (il secondo prezzo più alto per l'artista in Asia) e della scultura “Spider IV” di Louise Bourgeois per 16,5 milioni di dollari Usa che è diventata la scultura più preziosa mai venduta in Asia.
Chiude Parigi, sempre più protagonista per il mercato dell’arte in Europa dopo l’uscita di Londra. Le aste dedicate agli impressionisti e all’arte moderna della scorsa primavera da Christie's e Sotheby's hanno conseguito un fatturato di 133 milioni di euro, il miglior risultato dal 2007. In particolare, la vendita della collezione di “Jacqueline Matisse Monnier” ha realizzato più di 40 milioni di euro da Christie’s mentre da Sotheby’s è stata l’asta “Surrealism and its Legacy” a rappresentare il successo maggiore con un fatturato di 33 milioni di euro.
Nel complesso le tendenze chiave del collezionismo 2022 includono i giovani artisti contemporanei e africani, l'influenza crescente dei collezionisti asiatici e delle nuove generazioni e la digitalizzazione a tutti i livelli sia con i non fungible token (nft) sia attraverso le piattaforme online per la vendita che trovano ora applicazione in tutte le categorie. Il successo di questi beni da collezione e da investimento origina da diversi fattori. Sono in crescita il numero dei grandi patrimoni e c’è una maggiore propensione all’acquisto favorita dalle disponibilità derivanti dalle restrizioni sui consumi, sui viaggi e sulle attività che hanno contraddistinto il 2020 e gran parte del 2021. Allo stesso modo si è registrata una maggiore disponibilità di opere e collezioni di qualità la cui vendita era rimasta in sospeso a causa della pandemia. Da ultimo, le incertezze sui mercati finanziari derivanti dal conflitto in Ucraina spingono gli investitori a valutare altri impieghi per la diversificazione del portafoglio.
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