Corea, investimenti in arte per miliardi dopo Squid Game

A meno di due mesi dalla sua nomina (9 marzo 2022), il neo presidente sudcoreano Yoon Suk-yeol (del conservatore “Partito del Potere Popolare”) ha stanziato l’equivalente di 3,7 miliardi di dollari (4800 miliardi di won) per i prossimi cinque anni al fine di finanziare la produzione di film, programmi e serie televisive e di sostenere progetti di arte e cultura. Il primo passo sarà quello di trasformare l’antico Cheong Wa Dae / Casa blu (ex palazzo presidenziale di Seul) nella risposta coreana a Versailles.
La “Casa blu” manterrà il suo aspetto, ma verrà trasformata in un museo che esporrà i 600 pezzi della sua collezione storica. Lo spazio esterno diventerà invece un parco sculture.
Alla base degli investimenti in arte della Corea c’è l’intenzione di trasformare la penisola asiatica in un paese “culturalmente attrattivo”. Non si tratta di velleità: a settembre farà il suo debutto Fiac Seoul (ne avevamo parlato qui), si terranno le due fiere Kiaf (Korean International Art Fair più la Kiaf plus, dedicata ai nuovi media e agli nft) e aprirà la Biennale di Busan (64 artisti da 26 paesi), per un totale di 350 gallerie internazionali presenti.
La nuova valorizzazione del patrimonio artistico nazionale passerà anche da tour che esporranno le grandi collezioni private, come quella del defunto magnate di Samsung, Lee Kun-hee. Dopo il successo planetario della serie Netflix Squid Game, molti fondi saranno stanziati a supporto dell’industria culturale dei contenuti, che fruttano al paese 11,9 miliardi di dollari. In particolare, un esercito di 10.000 talenti creativi dovrebbe beneficiare del sostegno statale concesso dal nuovo governo. Come affermato dal Ministero della cultura, la Corea del Sud è diventato un “centro di creazione del potere soft”.