Boetti e Mondrian, mappe dei nuovi record

Teresa Scarale
Teresa Scarale
20.11.2022
Tempo di lettura: 3'
In chiusura del novembre newyorkese delle aste, Sotheby’s registra quotazioni importanti per due fra gli artisti simbolo del XX secolo. E certifica un quadro surrealista con un nft

C’è una curiosa assonanza fra gli ultimi due lotti record della vendita serale di Sotheby’s New York, la spettacolare Mappa (1989-1991) di Alighiero Boetti (8 milioni di dollari) e la Composizione No. II (1930) di Piet Mondrian (51 milioni: il precedente record era di 50,5 milioni di dollari). Entrambi a loro modo sono espressione di una geografia. Tautologica quella di Boetti, da intuire quella di Mondrian. La Mappa dell’artista piemontese ha il sapore nostalgico di un mondo che non esiste più, quello del pre caduta del Muro. È una delle maggiori mai create e presenta un rarissimo sfondo chiaro. La composizione del padre dell’astrattismo invece è una delle poche (17 sulle 120 prodotte fra il 1921 e il 1933) che presentano una predominanza del rosso; una delle rarissime con il quadrato scarlatto in alto a destra.


La vendita serale ha fatturato nel complesso 391,2 milioni di dollari, come da previsioni (la forchetta era di 318,7-405,5 milioni di dollari), si tratta del terzo totale più alto nella storia della casa d’aste per un’asta serale. Due le collezioni offerte, quella di David M. Solinger, che fu anche presidente del Whitney Museum, e quella di William S. Paley, pioniere della radiodiffusione e già presidente del MoMA. La Mappa di Boetti non proveniva da nessuna delle due, essendo planata a New York direttamente dall’Italia, da quella che fu la collezione Carraro. E nemmeno la Composizione di Mondrian, proveniente da un’altra “primaria collezione europea”, come si può leggere sul catalogo d’asta.


La collezione David M. Solinger ha realizzato 137,9 milioni di dollari (da una stima 86,7-118 milioni di dollari), registrando il tutto esaurito (“guanti bianchi”). Il 61% dei lotti (23 in totale i pezzi) è stato venduto a prezzi superiori alle stime. Tutte le opere della raccolta – tranne una – arrivavano per la prima volta sul mercato. Perfettamente in linea con i trend di mercato attuali, le artiste hanno registrato ottimi risultati. Il Portrait de Romana de la Salle di Tamara de Lempicka è stato venduto per 14,1 milioni di dollari, il secondo prezzo più alto di sempre per l'artista, il cui record di vendita in asta è di 21,1 milioni di dollari (febbraio 2020 da Christie’s).

 

Charge di Elaine de Kooning, stimato fra i 400.000 e i 600.000 dollari ha sostanzialmente raddoppiato la stima media, raggiungendo 1,1 milioni di dollari.

 

Trois hommes qui marchent (Grand plateau) di Alberto Giacometti, che David M. Solinger vide per la prima volta durante una visita allo studio dell'artista nel 1951, è stato venduto a un acquirente in sala per 30,2 milioni di dollari dopo una battaglia di offerte durata sette minuti (stima: 15-30 milioni di dollari). 

La sola asta serale moderna ha invece realizzato 253,3 milioni: anche in questo caso il mercato ha premiato la “novità” dei lotti: oltre la metà di quelli offerti non erano infatti mai andati in asta, e un terzo delle opere era fuori mercato da più di 30 anni. Considerando entrambe le aste, l'88% di tutti i lotti ha trovato acquirenti. Nove le opere vendute per oltre 10 milioni di dollari. Henry Moore con la sua Figura reclinata: Festival del 1951 è diventato il secondo prezzo più alto per l'artista all'asta, con 31 milioni di dollari (stima: 30-40 milioni di dollari).

 

Visita al cirujano plástico della pittrice surrealista Remedios Varo ha incassato 3,1 milioni di dollari. il quadro è stato la prima opera d'arte messa all'asta da Sotheby's a essere accompagnata da un MIRAImage™ NFT. L’acquirente in tal modo ha ricevuto la firma digitale crittografata del dipinto insieme alle informazioni di catalogazione, a beneficio di ogni futura vendita.

 

Il Collage di Willem de Kooning del 1950, completo di puntine da disegno e pezzi di carta strappata che illustrano il processo di lavoro dell'artista, ha raggiunto i 33,6 milioni di dollari – un nuovo record d'asta per un'opera su carta dell'artista (stima: 18-25 milioni di dollari).

 

Proviene dalla collezione di Paley Guitare sur une table (1919) di Pablo Picasso che, comparendo in asta dopo oltre 70 anni, è stato batturo a 37,1 milioni di dollari, entrando nell’olimpo delle opere cubiste superiori ai 25 milioni di dollari di prezzo. L'appetito dei collezionisti asiatici è rimasto forte. Oltre al Mondrian, sono volati in Asia Alexander Calder (8,5 milioni di dollari), Joan Miró (17,8 milioni di dollari) e Augustine Rodin (2,3 milioni di dollari).

Caporedattore Pleasure Asset. Giornalista professionista, garganica, è laureata in Discipline Economiche e Sociali presso l'Università Bocconi di Milano. Scrive di finanza, economia, mercati dell'arte e del lusso. In We Wealth dalla sua fondazione

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