Design Week e sostenibilità: binomio attuale o ancora sperato?

Roberta Ghilardi
4.7.2023
Tempo di lettura: 3'
La sostenibilità sembra aver pervaso la Milano Design Week dell’ultimo biennio, ma esistono ancora margini di miglioramento

Green, sostenibile, ESG – Environmental, Social e Governance: termini che ormai permeano la nostra quotidianità, riguardando trasversalmente prodotti e servizi di tutti i settori dell’economia; e che non hanno risparmiato la Milano Design Week 2023, evento che anima tutti gli anni la città in concomitanza con lo svolgimento del Salone del Mobile.


Con quasi 170 mila metri quadri di superficie espositiva ed oltre 2.000 espositori, di cui 550 i designer del SaloneSatellite, il Salone del Mobile 2023, nella sua 61ª edizione, ha rappresentato anche quest’anno la vetrina d’eccellenza della qualità, dell’innovazione e della creatività del settore dell’arredamento e del design. Con oltre 307 mila visitatori (+15% sul 2021), il nuovo format della Manifestazione ha confermato l’interesse internazionale per questo appuntamento, il cui focus è stato proiettato su qualità delle proposte e dei contenuti, fruibilità dell’esperienza, valenza culturale e arricchimento professionale. 


Grande attenzione è stata posta al tema della sostenibilità, non soltanto nelle proposte dei designer, ma anche a livello di organizzazione e gestione della Manifestazione stessa. Il Salone sarà infatti la prima manifestazione fieristica di settore a ricevere la certificazione ISO 20121 per la gestione sostenibile degli eventi, sia a livello di ricerca e proposta di valore, che di soluzioni concrete e già attuabili. Molti espositori hanno infatti proposto nuove idee imprenditoriali e soluzioni tecnologiche capaci di contribuire al benessere dell’uomo, alla tutela dell’ambiente, della casa e all’utilizzo più efficiente delle risorse, in linea con i Sustainable Development Goals (SDGs) delle Nazioni Unite. Un’attenzione che si estende agli stakeholder, come dimostra la scelta di condurre 1.200 interviste ad aziende, progettisti, design lover, figure di spicco nel panorama culturale nazionale e internazionale in visita al Salone, per approfondirne aspettative, motivazioni per la partecipazione e percezione complessiva. Allo stesso modo, anche il Fuorisalone sembra abbracciare sempre di più i progetti e le iniziative di designer e creativi sensibili alle tematiche legate alla sostenibilità, nella consapevolezza che il tema della crisi climatica debba diventare assoluta priorità per tutti. 


Il Salone del Mobile.Milano, facendo seguito all’iniziativa lanciata nel 2022, ha inoltre aggiornato nel 2023 le linee guida per allestimenti sostenibili, in tema di riuso e riciclo, rigenerazione e sostenibilità energetica, elementi al centro della riflessione dell’intera manifestazione. Tra le indicazioni che il Salone ha condiviso con la sua comunità:

  • relativamente agli allestimenti, suggerisce alle aziende di “individuare, già in fase di progettazione, soluzioni circolari per l’architettura e per i materiali degli spazi espositivi, diminuendo scarti e ottimizzando i consumi energetici, di trasporto e deposito; ridurre il numero degli imballaggi o di ricorrere a imballi riutilizzati o riutilizzabili; selezionare materiali in base alla distanza di approvvigionamento, tenendo conto della loro sostenibilità logistica; prediligere elementi, compresi i supporti fisici per la comunicazione, riutilizzati o riutilizzabili”; 
  • relativamente ai materiali per la realizzazione degli stand, si chiede di “preferire prodotti in legno e cartone riciclato o provenienti da foreste gestite in modo sostenibile e certificati da schemi di Catena di Custodia (FSC o PEFC); limitare l’impiego di materiali non riutilizzabili e spesso destinati a smaltimento; scegliere materiali plastic free o plastica riciclata; preferire pallet riutilizzabili, riparati o appartenenti a circuiti di interscambio; optare per vernici ad acqua, prodotti ecolabel, detersivi ecologici e privi di componenti tossici”;
  • relativamente a sicurezza e sostenibilità sociale, “si consiglia di adottare disposizioni, prodotti e attrezzature che consentano modalità di allestimento in sicurezza per il personale coinvolto e soluzioni di allestimento che garantiscano accessibilità, usabilità e fruizione d’uso anche per persone fragili o con disabilità”. 


Si propone, poi, agli espositori di selezionare fornitori che abbiano implementato un sistema di gestione sostenibile dei propri servizi, certificato secondo la norma ISO 20121, e che dimostrino il proprio impegno in tema di responsabilità sociale, richiedendo inoltre loro caratteristiche e tracciabilità dei prodotti acquistati, facendo riferimento ai Criteri Ambientali Minimi (CAM) pubblicati dal Ministero per la Transizione Ecologica nella definizione dei requisiti di fornitura. In quest’ottica, la manifestazione ha anche identificato fornitori di materiali riciclati e riciclabili o riutilizzabili per la realizzazione delle parti comuni, operando per rigenerare le risorse consumate e assorbire i rifiuti prodotti, attraverso partner istituzionali che hanno al centro della loro strategia una reale attenzione alle persone e al pianeta. 


Come tutti i percorsi, tuttavia, anche quello connesso alla sostenibilità richiede sforzi graduali e deve essere concepito in ottica di miglioramento continuo. Secondo gli esperti esistono alcuni elementi che, se presi in opportuna considerazione, potrebbero ulteriormente migliorare le performance di sostenibilità delle varie progettualità della Milano Design Week, con particolare riferimento al “fine vita” delle installazioni, degli allestimenti e dei relativi materiali, in un’ottica di economia circolare


Nelle parole di Duccio Bianchi, co-fondatore di Ambiente Italia, “I punti cardine verso cui il design può puntare per un miglioramento continuo delle performance di sostenibilità sono la durabilità del prodotto e la possibilità di manutenzione dei prodotti stessi. Oggi viviamo in una società abituata a smaltire come rifiuto prodotti che potrebbero invece essere rigenerati. E, per favorire durabilità e manutenzione dei prodotti in un’ottica di transizione verso un’economia circolare, gli strumenti di misurazione degli impatti, come per esempio i Life Cycle Assessment (LCA), la Carbon Footprint o l’indice di circolarità di materia, possono sicuramente contribuire ad una progettazione del prodotto orientata ai principi della circolarità, tra cui riciclo, riuso, manutenzione, riparabilità, o recupero di componenti del prodotto stesso”. 


Anche Lorenzo Bono, Responsabile area ricerca e sviluppo di Comieco, sottolinea l’importanza della progettazione in un percorso volto al miglioramento delle performance di sostenibilità, anche da un punto di vista degli imballaggi. “Sicuramente le linee guida lanciate dal Salone rappresentano un’importante novità, anche con riferimento agli imballaggi. Dal nostro punto di osservazione, tuttavia, riteniamo che oggi siamo ancora molto focalizzati sui materiali utilizzati, e quindi sul tema dell’approvvigionamento. È invece importante orientarsi sempre di più, in un’ottica di economia circolare, a migliorare la gestione del fine vita del prodotto e dei materiali utilizzati per gli allestimenti, al fine di garantirne un effettivo riuso o riciclo. Dal nostro punto di osservazione, crediamo che innovazione e sviluppo possano portare, nei prossimi anni, grosse novità. Proviamo a fare un esempio. Per rispettare le normative esistenti in tema di sicurezza antincendio, il cartone viene sottoposto a trattamenti finalizzati a renderlo ignifugo; trattamenti che, tuttavia, determinano la successiva difficoltà a procedere con il riciclo del cartone stesso. Questo è solo un esempio delle possibili linee di ricerca per lo sviluppo di materiali sostenibili anche in termini di fine vita, con specifico riferimento allo studio di trattamenti che rendano i materiali di sicuro utilizzo, senza tuttavia incidere sulla loro riciclabilità. Esiste poi un tema di riciclabilità degli stand, in termini di ricerca di una loro “nuova vita”: per esempio, sarebbe possibile progettare stand modulabili, per favorire l’utilizzo di parti dello stesso; oppure stringere accordi con Associazioni o enti noprofit che possano essere interessate a riutilizzare i materiali dello stand per le loro finalità istituzionali, garantendone una nuova funzione”. 


La Design Week ha quindi cercato di confermare le modalità con cui il design, parte fondante del nostro vivere quotidiano, possa contribuire allo sviluppo sostenibile, nonostante ci siano ancora ampi margini di miglioramento


Il tutto in un contesto di crescente rilevanza a livello internazionale dei temi ESG, ma anche di crescita nei volumi del settore del design. Secondo quanto emerge dal report “Design Economy 2023”, pubblicato nel mese di maggio da Fondazione Symbola, Deloitte Private e POLI.design, da un’analisi delle rilevazioni Eurostat, nell’Unione Europea risultano attive 222.390 imprese di design, un dato in crescita del +5,3% rispetto la precedente indagine. Italia, Germania, Francia e Spagna nel complesso rappresentano il 48,0% delle imprese dell’Unione Europea. In particolare, l’Italia si conferma il Paese europeo con il maggior numero di imprese attive nell’ambito del design (36 mila), che offrono occupazione a 63 mila lavoratori e generano un valore aggiunto pari a 2,94 mld. Un settore in vigorosa crescita, che per natura intrinseca e dimensioni potrà sempre più contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda2030 delle Nazioni Unite.




Immagine copertina: courtesy Salone del Mobile.Milano, crediti fotografici Alessandro Russotti (@barabba_64)

Opinione personale dell’autore
Il presente articolo costituisce e riflette un’opinione e una valutazione personale esclusiva del suo Autore; esso non sostituisce e non si può ritenere equiparabile in alcun modo a una consulenza professionale sul tema oggetto dell'articolo.
WeWealth esercita sugli articoli presenti sul Sito un controllo esclusivamente formale; pertanto, WeWealth non garantisce in alcun modo la loro veridicità e/o accuratezza, e non potrà in alcun modo essere ritenuta responsabile delle opinioni e/o dei contenuti espressi negli articoli dagli Autori e/o delle conseguenze che potrebbero derivare dall’osservare le indicazioni ivi rappresentate.
Laureata con lode in Economia e Gestione dei Beni Culturali e dello Spettacolo, Roberta Ghilardi ha condotto un progetto di tesi presso il Museo del Novecento di Milano. Dopo un'esperienza di tirocinio presso Intesa Sanpaolo, è entrata in Deloitte nel 2017, dove oggi è manager nell’area Sustainability e membro della Service Line Offering Art & Finance di Deloitte Private. In Deloitte collabora a progetti in ambito di sostenibilità, anche connessi al mondo dell’arte e della cultura, e alla redazione dei Report Art&Finance a livello italiano ed internazionale.
È inoltre Cultore della Materia del corso Teorie del Mercato dell'Arte dell’Università IULM e ha contribuito a diverse pubblicazioni nel campo dell'arte e dei beni da collezione, oltre ad aver partecipato come Lecturer a lezioni presso l’Università IULM, l'Università Cattolica e l’Università di Pavia.

Cosa vorresti fare?