Fondazione Cologni, alto artigianato al sicuro con il contemporaneo

Nicole Valenti
14.7.2023
Tempo di lettura: 3'
Preservare l’alto artigianato mettendolo in comunicazione con il mondo contemporaneo: è questo l'intento della milanese Fondazione Cologni. Ecco un racconto delle sue attività e qualche anticipazione sulle prossime novità

Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte è un’istituzione privata non profit, fondata a Milano nel 1995 da Franco Cologni, attuale Presidente della fondazione. Il nobile obbiettivo di Franco Cologni è quello di promuovere una serie di iniziative culturali che favoriscano e tutelino la divulgazione dei mestieri d’arte. Sono molti i mezzi e i progetti attraverso i quali la fondazione promuove questi contenuti, come ad esempio le pubblicazioni «Mestieri d’Arte» e «Ricerche», che propongono una ricostruzione storica che narra il percorso della grande tradizione del Made in Italy dal passato ad oggi. Un altro progetto promosso dalla fondazione è «Storie talentuose», nato con lo scopo di far conoscere e amare ai giovanissimi le professioni della grande tradizione artigiana italiana. Grazie al progetto «Una Scuola, un Lavoro. Percorsi di Eccellenza» sono stati ideati dei tirocini formativi per sostenere la formazione dei giovani nell’alto artigianato con il successivo inserimento nel mondo del lavoro.

La fondazione pubblica inoltre un magazine semestrale dal titolo «Mestieri d’Arte & Design. Crafts Culture», dedicato all’eccellenza del saper fare e del design e svolge un’intensa attività scientifica e didattica collaborando con istituzioni culturali pubbliche e private di prestigio: tra queste SDA Bocconi, Politecnico di Milano, Creative Academy, La Triennale, FAI-Fondo Ambiente Italiano, Centre du Luxe et de la Création, INMA-Institut National des Métiers d'Art.


Chi è Franco Cologni

Franco Cologni, filantropo e appassionato conoscitore di arte e cultura, si laurea in filosofia e lettere all'Università Cattolica di Milano. Successivamente diventa professore di storia delle arti dello spettacolo presso la sua alma mater. Imprenditore, autore e autorità culturale, comincia la sua carriera nel mondo del lusso, entrando nel 1969 a far parte di Cartier, diventando in pochi anni Amministratore Delegato e Presidente di Cartier International. Quello che più sta a cuore al dottor Cologni è la tutela e la promozione del patrimonio dell’artigianato italiano. Per sostenere al meglio cultura e creatività, fonda nel 1995 la Fondazione Cologni dei Mestieri d'Arte. Ma è solo l'inizio: nel 2004 infatti decide di aprire la Creative Academy a Milano, l'unica scuola internazionale di design post-laurea di Richemont. Con l’attuale ruolo di Presidente della Fondazione Cologni, il poliedrico Franco ha scritto e curato numerosi libri, articoli e mostre sugli argomenti di arte e artigianato, impegnandosi e dedicandosi alla promozione della cultura su più fronti, ottenendo grazie al suo impegno importanti riconoscimenti come la nomina di Cavaliere del Lavoro in Italia per la sua straordinaria capacità imprenditoriale e culturale nel 2022.


Michelangelo Foundation

Un altro progetto degno di nota ideato da Franco Cologni è la “Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship”. Si tratta di un’organizzazione internazionale senza fine di lucro la cui missione è valorizzare e preservare i mestieri d’arte, rinforzandone i legami con il mondo del design contemporaneo. Non a caso, il nome scelto per la fondazione è “Michelangelo”, artista visionario e maestro artigiano che incarna nella sua figura due facce di una stessa medaglia portate ai massimi livelli d’eccellenza, per sottolineare l’importanza della maestria manuale derivante da conoscenze e abilità tradizionali antiche in grado di realizzare oggetti belli e duraturi.

La fondazione punta così le sue luci sui grandi maestri d’arte di tutta Europa, mastri artigiani in grado di realizzare oggetti che mantengono il loro valore immutato nel tempo e che grazie ai loro oggetti sono in grado di far riscoprire le potenzialità della mano umana.

Michelangelo Foundation ha istituito 11 “criteri d’eccellenza” per individuare le eccellenze nel campo artigianale. I criteri sono stati sviluppati da Alberto Cavalli, direttore generale della fondazione e dalle ricercatrici Giuditta Comerci e Giovanna Marchello. Dopo attente indagini e approfondimenti nel settore del “fatto a mano”, i parametri di giudizio selezionati sono: Autenticità, Competenza, Artigianalità, Creatività, Innovazione, Interpretazione, Originalità, Talento, Territorio, Tradizione e Formazione.


I fondatori della Michelangelo Foundation

In questa meravigliosa avventura Franco Cologni è accompagnato dal co fondatore Johann Rupert. Di origine sudafricana, Rupert ha iniziato la sua carriera nel settore bancario a New York. Nel 1979 è tornato in Sudafrica dove ha fondato la Rand Merchant Bank. Nel 1988 ha fondato la Compagnie Financière Richemont, un gruppo di lusso con sede in Svizzera di cui è attualmente presidente. Nel corso della sua carriera, Rupert ha ottenuto numerosi riconoscimenti, votato tre volte Leader più influente del Sudafrica, è stato anche nominato Business Leader dell'anno in diverse occasioni ed è stato scelto dal World Economic Forum nel 1992 come uno dei Global Leaders of Tomorrow. Al di là dei suoi numerosi successi imprenditoriali e di leadership, Rupert si è sempre adoperato per promuovere una società sana e un mondo migliore, ed è stato determinante nella creazione di una serie di organizzazioni che riflettono questo impegno come la Michelangelo Foundation.


Il progetto DoppiaFirma

Si è svolta quest’anno la settima edizione di DoppiaFirma in occasione della Design week milanese. L’esposizione è stata ospitata nella straordinaria cornice di Palazzo Litta. Doppia Firma è un progetto della Fondazione Cologni dei Mestieri d'arte presentato dalla Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship con Living Corriere della Sera. Il nome Doppia Firma ci racconta un oggetto nato della collaborazione tra un designer e un artigiano di grande abilità. L’ esposizione riunisce dunque una collezione di oggetti unici e raffinati, delle opere d’arte nate dall’incontro del design contemporaneo con l’espressione genuina e l’unicità territoriale dell’artigianato.

Grazie a questo scambio, gli artigiani hanno la possibilità di indagare nuove metodologie espressive, così come i designer hanno l’opportunità di essere ispirati da tecniche e materiali tradizionali.

Abbiamo avuto il grande piacere di intervistare Alberto Cavalli, direttore generale della Michelangelo Foundation che ci racconta qualcosa in più su questo entusiasmante progetto.


Quando e come nasce DoppiaFirma e qual è la sua missione?

“Doppia Firma. Dialoghi tra pensiero progettuale e alto artigianato” nasce nel 2016: è un progetto di Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte sviluppato con Living Corriere della Sera, presentato e sostenuto dalla Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship. La finalità è quella di presentare, durante il Salone del Mobile, una serie di oggetti o di collezioni nate dal dialogo rispettoso, fertile e dinamico tra designer e artigiani, o atelier in cui il lavoro di trasformazione manuale e creativa dei materiali è molto presente: il tema della “doppia firma” sta proprio a indicare il valore che occorre dare a entrambi gli interlocutori, ovvero il progettista e l’artefice, senza creare gerarchie. Nel corso delle sette edizioni abbiamo facilitato e reso possibile un duplice percorso: i designer hanno scoperto tecniche artigianali raffinate, e gli artigiani si sono aperti a un’evoluzione contemporanea dello stile.


Uno dei perni fondanti è la grande attenzione alle eccellenze artigianali italiane: al giorno d’oggi questa missione è di fondamentale importanza. Preservare queste categorie in via d’estinzione contribuisce infatti a mantenere intatta la ricchezza culturale italiana. Quali sono secondo voi i metodi che possono aiutare a garantire questo obiettivo?

Per far sì che le eccellenze artigianali italiane siano sempre vitali e rilevanti occorre che siano conosciute, riconosciute, valorizzate e indirizzate verso il futuro, in maniera rispettosa e consapevole. Per questo il dottor Cologni ha creato una fondazione, ovvero un ente culturale: perché i veri cambiamenti avvengono solo quando si cambia la cultura, ovvero il modo di percepire, di valutare e di vivere. Dare visibilità e valore ai maestri artigiani, renderli protagonisti della produzione contemporanea di bellezza, riposizionarli al centro di un sistema economico più umano e sostenibile significa fare dei mestieri d’arte un aspetto cruciale non solo per la nostra produzione, ma anche per la nostra identità e la nostra cultura: proprio per questo, oltre a Doppia Firma, la Fondazione Cologni lavora sulla trasmissione (ogni anno finanziamo tirocini formativi per giovani artigiani (www.unascuolaunlavoro.it), sulla visibilità (www.well-made.it), sul prestigio (con il titolo di MAM – Maestro d’Arte e Mestiere: www.maestrodartemestiere.it) e sulla comunicazione, con i nostri libri e la nostra rivista “Mestieri d’Arte & Design” (www.mestieridarte.it).


Come si integra la visione di un designer contemporaneo alla tradizione artigiana?

Occorre stabilire un contatto personale basato sul dialogo, rispettoso e consapevole. Il designer deve potersi innamorare delle tecniche artigianali, comprendendone il valore e il potenziale; l’artigiano deve lasciarsi sedurre dal pensiero progettuale, valorizzando il suo ruolo di interprete e non di semplice esecutore. I grandi maestri artigiani sono sempre stati eccezionali nel comprendere la cultura del progetto, e nel tradurla in oggetti speciali: pensiamo a Giovanni Sacchi, per esempio, modellista dei più importanti designer italiani del secondo dopoguerra.


Negli ultimi anni, soprattutto a causa della pandemia, molte imprese artigiane hanno chiuso. Cosa prevedete possa succedere in futuro a questa categoria?

Se non ci convinceremo tutti che alla base dell’eccellenza italiana, e della bellezza del Made in Italy, c’è il saper fare artigianale dei nostri maestri, difficilmente si potrà invertire la tendenza. Oggi stiamo assistendo a un processo interessante: le attività artigianali e i mestieri urbani riprendono vigore tra le giovani generazioni. Ma occorre lavorare su questa cultura del bello e del ben fatto, che davvero può diventare un modello economico e produttivo alternativo alla disumana omologazione cui abbiamo assistito negli ultimi anni.


Come risponde il pubblico nel 2023 a questo tipo di prodotti dove design e artigianato si “sposano” concettualmente ed esteticamente?

Il successo di iniziative come DoppiaFirma, o come “Homo Faber. Crafting a more human future” a Venezia (dove sono venuti 55.000 visitatori in tre settimane), testimonia di come i magnifici prodotti di alto artigianato sappiano ancora sedurre, con la loro autenticità e la loro bellezza. Certo, occorre saper parlare il linguaggio della contemporaneità: ma nutrendo sempre l’amore per i territori, per la tradizione viva, per la relazione umana preziosa. Creando esposizioni interessanti, frutto di ricerca. Lavorando sul rafforzamento dell’originalità, intesa come “origine” e come “novità”. Occorre amare il lavoro ben fatto, che resta sempre il segreto del benessere personale: amare ciò che si fa, e farlo bene.




In copertina: un artigiano lavora su un piatto di Fornasetti. Courtesy Fondazione Cologni e Starhotels.

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Nicole Valenti è una designer. Altoatesina, si laurea in decorazione con specializzazione in design e arti multimediali all’Accademia di Belle Arti di Firenze, dove vive. Contestualmente, si diploma in grafica alla scuola Internazionale di Comics della stessa città. Subito dopo la laurea, insegna nella sua accademia per la cattedra di decorazione. Nel 2018 fonda lo studio NIVA design, fra le cui eccellenze produttive figura la maniglia, reinterpretata traendo ispirazione da un immaginario vivido, non estraneo al mondo onirico. Attualmente Nicole collabora tramite il suo studio con artisti e designer internazionali come pure con gallerie di collectible design, sempre sperimentando e ricercando nuove modalità espressive.

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