Vincent Black Shadow, un’ombra nera che andava a 200 all’ora

Nera come la notte, veloce come la luce. Fino a quel momento – correva l’anno 1948 – non si era mai visto un mezzo su due ruote muoversi così velocemente. Anche le automobili – la più veloce era la Jaguar XK120 – non arrivavano a tanto. Ma tanto quanto? 200 km/h, una velocità incredibile per l’epoca. Il suo nome? Black Shadow: un’ombra nera con marchio Vincent.
Più veloce della luce
La moto fu presentata al Salone del Motociclo a Earls Court a Londra. Fu una sorpresa per tutti. Arrivò infatti proprio quando la Vincent stava pubblicizzando un’altra sua macchina, la Rapide, come la “moto di serie più veloce al mondo”, uno slogan – per fortuna loro – che avrebbero dovuto presto ritirare. La Black Shadow – diretta costola della Rapide - infatti montava un motore che rispetto la faceva andare di ben 34 km/h più veloce, infrangendo per la prima volta nella storia la soglia dei 200 km/h. Fu subito un successo. La rivista Motor Cycle, nel 1949, così scriveva: ''È una moto da intenditori, con velocità e accelerazione di gran lunga superiori a qualsiasi altra motocicletta di seria e con uno dei design più eccezionali di tutti i tempi. Per quanto riguarda gli standard di prestazioni del motore, maneggevolezza e frenata, la possente Black Shadow deve essere premiata con 99 punti su 100: 99 perché nulla, si dice, è perfetto”.

La moto
Costruita in appena 1774 esemplari realizzati tra il dicembre del 1948 e il 1955 – anno in cui la Vincent chiuse i battenti – la Black Shadow portava sul serbatoio e non solo il nome di Philip Iriving. L’ingegnere australiano – che qualche anno più tardi avrebbe progettato il motore Repco V8 con il quale Jack Brabham e Denny Hulme vinsero poi due titoli mondiali – montò “sull’ombra nera” un bicilindrico OHV V-twin da 1000 cm. Oltre per il rombo, la moto era facilmente riconoscibile anche per il suo design. Come suggerisce il nome infatti era tutta verniciata di nera. Ma le sue peculiarità non si fermavano a questo. Le sospensioni erano molto avanzate per l’epoca, i materiali utilizzati erano molto leggeri – al punto che la moto pesava solo 208 kg - e la manutenzione molto semplificata. Infine nell’arco dei suoi otto anni di produzione si succedettero tre diverse serie - b,c,d – e una variante, la White Shadow, che si distingueva dalla Black per avere il motore lucidato, anziché smaltato.
Black Lightning: dall’ombra alla luce
L’evoluzione più importante della Black Shadow fu però un’altra nera: la Black Lightning. Gemella della Shadow, si trattava della sua versione più sportiva a vocazione esclusivamente da corsa e con un obiettivo dichiarato: diventare su pista la più veloce di tutte. Più leggera di 100 libbre, e con 25 cv in più rispetto alla Shadow, la Lightning si presentò con in sella Rollie Free alla Bonneville Salt Flats, nello Utah, il 13 settembre 1948. Quel giorno conferì per sempre alla Vincent la nomea della “la moto da costume da bagno”. Il pilota americano non contento del primo tentativo, con cui aveva già stabilito il nuovo record di velocità di 239,1 km/h, decise infatti di togliersi la sua tuta da moto. Sdraiato sul parafango, con addosso un solo costume da bagno, Free fu immortalato dalle macchine fotografiche alla stupefacente velocità di 241,9 km/h. Stando a quanto affermato da Irving, la Lightning è stata prodotta in soli 16 esemplari. Ed è, forse proprio per questo, che le valutazioni oggi sono da capogiro. Nel 2018 un esemplare è stato aggiudicato per 929 mila dollari.
