Auto d'epoca: una passione non solo milionaria

Investire nelle auto presenta delle forti analogie con gli investimenti d'arte. Si tratta di passione, innanzitutto. E non è detto che iniziare una collezione sia al di fuori della propria portata.
In un momento di espansione del mercato come quello che stiamo vivendo, è fondamentale affidarsi a professionisti seri.
I parametri che fanno salire il valore dell'auto: rarità, autenticità, heritage, aneddoti legati alla sua storia, ex proprietari celebri
La collezione di auto d'epoca è un fatto di passione. Ne è convinto il dr. Felice Graziani di Finanza e Futuro, il quale traccia un parallelismo fra questa e una collezione d'arte. Come per l'arte, afferma Graziani, gli indici dell'andamento dei prezzi vengono costruiti sul top di gamma, sui pezzi milionari battuti all'asta. I quali però sono pochi. Tuttavia a ben vedere c'è un universo da scoprire. Auto (o opere…) da collezione reperibili oggi a poco in vista di un apprezzamento futuro. Oltre alle sempreverdi Porsche, le quali richiedono comunque un certo budget (90 o 100 mila euro per una Porsche del 1959, che ristrutturata può arrivare ai 150), possono trovarsi adesso a qualche migliaio di euro auto della produzione italiana degli anni 60 e 70, oppure le britanniche MG, MG B. Le auto italiane come Lancia e Alfa si stanno rivalutando continua Graziani. In qualità di investimento a tendere, può inoltre avere senso conservare auto risalenti a quindici anni fa. Emblematico il caso dello storico collezionista modenese Mario Righini: erede di una famiglia di demolitori, da giovane si ripromise di salvare quante più auto possibili. Oggi la sua eccezionale collezione troneggia nel Castello di Panzano, a Castelfranco Emilia. Il mercato delle auto d'epoca è sicuramente cresciuto molto, e le fregature possono essere dietro l'angolo se ci si presenta sprovveduti alla “caccia”. Non esistono valutazioni ufficiali, vi sono tabelle in internet e gran parte delle transazioni si svolge in nero. Volendo iniziare dunque una collezione bisogna innanzitutto verificare la corrispondenza fra telaio e motore, continua Graziani. Potrebbe infatti accadere che attorno ad un vecchio telaio vengano assemblati pezzi di auto successive. L'A.S.I., l'Automotoclub Storico Italiano, funge da ente certificatore. I commissari A.S.I. certificano qualità ed originalità delle auto tramite un consulto approfondito dei registri di marca dell'auto e soprattutto tramite il certificato di heritage, richiedibile ad ogni casa automobilista. Questo documento attesta l'autenticità e l'integrità dell'auto, specificando lo stato in cui si trovava all'origine: colore, numero di motore, telaio, ecc… I parametri di valutazione di un'automobile d'epoca afferiscono quindi indubbiamente ad autenticità ed heritage, nonché alla sua rarità, al fatto che si tratti di un modello cabrio o meno. Ma un appassionato vuole andare oltre la rarità, se possibile. Vuole che nella sua collezione ci siano dei pezzi unici. Così, sono molto ricercati i modelli con telaio numero 00001, ad esempio, o le auto comparse nei film. Come l'Aurelia Spider B24 del Sorpasso, oggi affidata alle cure di un collezionista marchigiano. No, non cadde dal burrone.
