Nft Fight Club: l'opera o le fiamme

Paola Mascherin
12.9.2022
Tempo di lettura: 2'
La pratica di scegliere se tenere l'opera fisica o il token (senza possibilità di tenerle entrambe) è sempre più diffusa. Damien Hirst ne è stato il caposcuola. Matt Gondek ne è fra i più accesi sostenitori

Matt Gondek, classe 1982, illustratore e artista poliedrico è una delle voci creative più interessanti del momento. Cresciuto a pane e cartoni animati, come gran parte dei suoi coetanei, Gondek affonda la sua ricerca artistica nelle icone dell’animazione americana, che nelle sue opere vengono realizzate in forma ironica o decostruiti. Pink Panter stile pop art sedute su troni il cui corpo si scioglie in coloratissime gocce, oppure Micky Mouse fatti a pezzi i cui frammenti sembrano esplodere in un prolungato BOOM, tipico dell'illustrazione Cartoon.

Un fight club per gli nft

Nel suo ultimo progetto dal nome "Fight Club", abbandona il tema giocoso dei cartoni animati per intraprendere quello dello sport. Questo interessante progetto consiste in una collezione di 280 mazze da baseball nft ispirate a temi street art e punk rock, dai vivaci colori e design unici. Oltre alla interessante modalità di realizzazione che si rifà al dripping ed alla cultura americana degli anni '60, ciò che rende unico nel suo genere questo progetto è che i collezionisti potranno decidere se tenere l'opera fisica, in tal caso dovranno bruciare il corrispettivo digitale, o possedere solo l'nft, ed in questo caso riceveranno una stampa fisica dell'opera che verrà poi distrutta.

Ricordiamo che gli nft possono certificare qualsiasi “oggetto”, fisico o virtuale, nel caso trattato mazze da baseball da collezione.

Il meccanismo di artisti che hanno fatto proprio il concetto di far scegliere ai propri collezionisti quale tipo di arte possedere, fisica o digitale, sta guadagnando popolarità nel contesto del moderno mercato dell'arte.

L'eredità di Damien Hirst

Uno dei primi artisti che ha utilizzato questo meccanismo è stato Damien Hirst, il cui progetto "The Currency" consisteva in una raccolta di 10.000 nft prodotti con la tecnica dello spot painting. In questo caso 5149 opere sono state riscattate fisicamente dai collezionisti mentre 4851 nft sono stati mantenuti in formato digitale, generando la distruzione di altrettante opere fisiche. Il risultato è particolarmente interessante anche perché l'ago della bilancia è proteso verso l'arte fisica, ma non in modo così preponderante. Ciò fa intendere che gli nft e l'arte digitale stanno prendendo sempre più piede tra i collezionisti. Credo che il fatto di far scegliere al collezionista quale tipo di arte mantenere, possa in qualche modo influire anche nella quotazione futura dell'opera stessa.

Essendo un settore relativamente nuovo, determinare la valutazione di un nft può essere molto difficile poiché diversi fattori sono responsabili nella determinazione del loro valore, tra cui la rarità, l'utilità, la liquidità e altro.

Nel caso di Gondek, tuttavia, il numero finale di mazze fisiche sarà determinato da quanti possessori sceglieranno di riscattare o meno i loro nft.

Le prime 5 mazze da baseball della collezione sono state vendute all'asta, con prezzi che vanno dai 3.400 ai 6.600 USD, solo questi collezionisti hanno avuto l'opportunità di avere sia il lavoro fisico che l'nft.

Sarà interessante seguire le quotazioni di questi pezzi per capire come e quanto la disponibilità fisica dell'oggetto influisca sul prezzo dello stesso e viceversa per il relativo nft.

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Laureata all’Università Ca’ Foscari di Venezia, nel 2022 consegue un Master in Diritto e Fiscalità del Mercato dell’Arte presso la Business School del Sole 24ore. Dal 2000 ricopre il ruolo di Financial Advisor per Crédit Agricole Italia. La sua attività si incentra prevalentemente sulla consulenza finanziaria e patrimoniale, ultimamente offre consulenza anche sul mercato dell’arte e sugli NFTs, collezionismo e fiscalità. Nel 2021 consegue la certificazione EFPA Esg Advisor, per la finanza sostenibile, e OCF per l’iscrizione all’Albo. Dal 2018 al 2019 è stata membro della Task Force Cina, gruppo di lavoro voluto dall’economista e allora Sottosegretario del Ministero dello Sviluppo Economico, Prof. Geraci. Ama viaggiare, soprattutto in Asia, e scrivere di arte e di Nfts per la rivista We Wealth.

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