Le applicazioni del metaverso nel quotidiano e nel mercato dell'arte

Il termine metaverso nasce negli anni ’90. Mentre alla Tv spopolavano i telefilm americani di Baywatch e di Melrose Place, nelle librerie americane usciva «Snow Crash», libro culto di fantascienza cyberpunk. E’ proprio in questo libro che Neal Stephenson, il suo autore cita per primo la parola metaverso.
Trent’anni fa Stephenson aveva già descritto quello che oggi per noi è abbastanza normale: città popolate da fattorini che consegnano pizze a domicilio e che devono riuscire a rispettare tempi di consegna ristrettissimi, realtà 3D condivise sulla rete mondiale dove si viene rappresentati dal proprio avatar, cioè da un personaggio virtuale o dalla rappresentazione di una persona scelta per rappresentare sé stessi, e dove si può liberamente passeggiare tra bar, negozi e posti alla moda: il metaverso appunto.
Nel libro di Stephenson appare una visione futuristica dell’internet moderna, frequentata dalle fasce della popolazione medio alte, dove la differenza tra le classi sociali è rappresentata dalla risoluzione del proprio avatar e dalla possibilità di accedere a luoghi esclusivi. Mentre 30 anni fa il termine metaverso si sovrapponeva al moderno concetto di realtà virtuale ed indicava fondamentalmente la possibilità di comparire in modo tridimensionale in mondi virtuali tramite il web, oggi il concetto di metaverso è leggermente cambiato; include funzionalità che negli anni '90 non erano state né sviluppate, né tantomeno immaginate. Oggi nel metaverso non solo è possibile visitare comodamente da casa la famosa collezione d’arte Ubs di New York, progetto sviluppato da Artland, ma è possibile per chiunque creare la propria galleria virtuale ed avere il proprio spazio commerciale, come nella realtà. Il metaverso ha dato la possibilità a tutti di poter creare un business da zero senza avere a disposizione grosse somme di denaro, come per esempio Maggio Tiziana, giovane consulente artistica di base a Londra, che nel metaverso ha creato la propria galleria personale, Maggio Metaverse Gallery e dove nel metaverso guadagna.
Uno dei primi esempi di metaverso è stato Second Life. Nato nel 2003 come un gioco online, era un luogo virtuale dove la gente comune poteva socializzare, un luogo di aggregazione virtuale, dove si organizzavano eventi e dove ogni persona poteva dare vita al proprio progetto, al proprio sogno segreto, al proprio business. Nel 2008, ai tempi d’oro, Second Life aveva 10 milioni di utenti nel mondo, ed è stato la culla di alcune società digital o di gaming attuali. Per fare un esempio, nel 2007 da Second Life sono nate società come, The Rock Trading, primo esempio di Exchange italiano di cryptovalute nato come società assicurativa virtuale. Oggi questo Exchange ha sede a Le Village Hub per l’Innovazione del Gruppo Crédit Agricole Italia a Milano.
Quello che è certo è che le applicazioni del metaverso, ad oggi, sono già moltissime, e tante aziende stanno sviluppando progetti che ne amplieranno ulteriormente le funzionalità.
Al momento non esiste un singolo metaverso, ma ne esistono diversi, ognuno dei quali è specializzato in settori diversi. Alcuni, come Fortnite, sono dedicati al gaming; altri, come VRChat o Zepeto, assomigliano a dei veri e propri social network immersivi; altri ancora, come Horizon Workrooms o Microsoft Mesh, sono pensati per lavorare. Con l'app di Microsoft Mesh è possibile creare spazi per lavorare con altri utenti per ottenere un'esperienza di collaborazione più produttiva ed avere la sensazione di essere nella stessa stanza mentre invece si lavora da paesi diversi. Ci sono anche i metaverso di Decentraland o The Sandbox, che danno la possibilità di effettuare compravendite di terreni in criptovalute, e di costruire su queste proprietà ogni tipo di edificio: negozi d’abbigliamento digitale o locali in cui invitare gli avatar degli amici ma anche gallerie d’arte in cui esporre nft non fungible token.
Per quanto riguarda il mondo dell’arte, già nel corso del 2020/2021 molte fiere d’arte hanno fornito stanze virtuali in sostituzione o in abbinamento all’esperienza fisica tradizionale. BOOMing – Contemporary Art Show, la fiera dedicata all’arte emergente tenutasi a Bologna dal 12 al 15 maggio 2022 ha voluto offrire un’esperienza immersiva nel metaverso attraverso Lieu.city, prima piattaforma social per eventi d’arte in realtà virtuale. BOOMing ha realizzato uno spazio espositivo virtuale, riproduzione esatta di quello fisico, dove si è potuto incontrare ed interagire con galleristi, appassionati d’arte, collezionisti e curatori grazie all’uso di avatar.
Se pensiamo che siamo cresciuti con la tv via cavo ed ora guardiamo Netflix in Streaming, nel prossimo futuro, dotati di visori oculari che ci permetteranno di apprezzare l’esperienza immersiva del 3D, acquisteremo prodotti e guarderemo programmi televisivi o apprezzeremo l’arte nel metaverso. Non appare remota nemmeno la possibilità di fare a gara per avere il proprio spazio nel metaverso, qualunque esso sia, ed ovviamente gran parte del business che ora possiamo chiamare tradizionale si sposterà, in parte, anche lì, inclusa la pubblicità dei vari marchi che consentirà di monetizzare e sostenere tutto il sistema.