Riciclaggio opere arte, mercanti e case d’asta riluttanti a segnalare

Anche per il secondo semestre 2022 il numero delle segnalazioni di operazioni sospette ai fini della normativa antiriciclaggio in Italia da parte di mercanti d’arte e case d’asta è vicino allo zero così come nello stesso periodo del 2021. Il dato percentuale, pari allo 0,1% delle segnalazioni totali, è indicato nell’ultimo report di Banca d’Italia e UIF relativo alle informazioni statistiche del secondo semestre 2022 recentemente diffuso. In valori assoluti, la categoria degli “altri segnalatori non finanziari”, a cui case d’asta e gallerie appartengono insieme però ad altri operatori economici residuali non finanziari come prestatori di servizi relativi a società e trust, mediatori immobiliari e altri, è pari ad appena 72 segnalazioni, in diminuzione rispetto al primo semestre dello stesso anno, pari a 97, e pari a quasi la metà di quelle del secondo semestre 2021 (138 segnalazioni).
Arte e riciclaggio, i numeri delle segnalazioni
Per avere un’idea, basti considerare che il numero totale delle segnalazioni di operazioni sospette pervenuto all’Uif, l’unità di informazione finanziaria per l’Italia, è stato di 81.228 nel secondo semestre 2022 per lo più effettuate da banche, società di assicurazioni e altri intermediari finanziari. Il dato totale dell’anno 2022 è stato invece di 155.426 segnalazioni in crescita rispetto all’intero anno 2021, pari a 139.524, e anche rispetto al 2020, pari a 113.187. La diminuzione del numero di segnalazioni provenienti dalla categoria di appartenenza di case d’asta e gallerie è dunque in controtendenza rispetto all’insieme delle segnalazioni provenienti dagli altri operatori tenuti al medesimo obbligo. È comunque possibile che, per le operazioni di acquisto di opere d’arte effettuate con mezzi di pagamento tracciati, gli operatori del settore si rimettano alle eventuali segnalazioni degli istituti bancari coinvolti sulla movimentazione finanziaria. Fermo restando che sugli operatori del settore ricade comunque l’obbligo di identificazione della clientela, conservazione dei dati e appunto di segnalazione di operazioni di riciclaggio o di finanziamento al terrorismo per le operazioni di valore pari o superiore a 10 mila euro.
Un veicolo ad alto rischio riciclaggio
L’Uif evidenzia che il settore dell’arte è generalmente considerato uno dei veicoli idonei a riciclare proventi illeciti o per finanziare il terrorismo per una molteplicità di ragioni. Tra queste, per la presenza di beni di elevato valore, per il carattere internazionale del mercato, per l’uso frequente di intermediari e rappresentanti o di strutture offshore che facilitano l’anonimato, per la facilità di accesso al mercato (anche online), per l’elevata soggettività e volatilità del prezzo delle opere d’arte. Non è un caso, dunque, che il report del FATF-GAFI “Money landering and terrorist financing associated with arts, antiquities and other cultural object”, pubblicato il 25 luglio 2022, abbia evidenziato la poca consapevolezza di case d’asta e galleria verso la normativa antiriciclaggio e la necessità di attenuare le truffe e le frodi che contamino il settore attraverso aste fittizie, vendite e acquisti simulati di opere d’arte, opere d’arte contraffatte prestate come garanzie per ottenere prestiti bancari.
Le cose stanno per cambiare
Intanto, sempre ai fini degli adempimenti antiriciclaggio, a breve gli amministratori di case d’asta e gallerie costituite sotto forma di società saranno tenuti a comunicare al registro delle imprese i dati dei titolari effettivi dell’attività economica. Ciò in esecuzione dell’articolo 21 del D.Lgs. 231/2007 e dei decreti attuativi. È stato infatti appena pubblicato in gazzetta ufficiale il modello per la comunicazione al registro delle imprese dei titolari effettivi delle società e dei trust (Decreto 12.04.2023) che fa seguito al regolamento n. 55 dell’11 marzo scorso del Ministero delle finanze. L’obbligo di comunicazione scatterà per gli amministratori di società successivamente all’emanazione di un successivo provvedimento normativo e andrà così a completare un quadro di adempimenti e trasparenza che, anche per le case d’asta e le gallerie, si fa sempre più articolato.
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