Arte contraffatta, sequestri per 86 milioni nel 2022

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Cala il numero delle opere d’arte contraffatte sequestrate nel 2022 rispetto all’anno precedente e in generale il numero dei reati contro i beni culturali, secondo il report sull’attività operativa condotta dal nucleo del Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale. A incidere in modo significativo è la riforma dei reati penali entrata in vigore a marzo 2022

Il mercato delle opere contraffatte registra un calo nei sequestri da parte de Carabinieri del nucleo TPC, secondo i dati contenuti nel report sull’attività operativa del 2022. Nel corso dell’anno sono state infatti sequestrate 1.241 opere contraffatte, di cui 951 di arte contemporanea e per la restante quota di reperti archeologici/paleontologici (258), beni antiquariali/archivistici e librari (32). L’insieme delle opere e dei beni contraffatti e sequestrati è stato valorizzato in 86.024.350 euro qualora immessi sul mercato come autentici. I dati del 2022 sono in diminuzione rispetto all’anno precedente. Nel 2021 infatti i beni contraffatti sequestrati sono stati 1.748, di cui 1.293 opere di arte contemporanea, per un controvalore complessivo stimato di 429.290.250 euro. 

La generale graduale diminuzione dei reati contro il patrimonio culturale registrata nel 2022 rispetto al 2021 viene collegata dai Carabinieri del TPC anche alle innovazioni legislative che hanno inasprito il sistema sanzionatorio, rendendo più efficace l’attività repressiva. La Legge n. 22 del 22 marzo 2022 ha, di fatto, modificato le disposizioni penali in materia di tutela del patrimonio culturale, integrando il Codice Penale con 17 nuovi articoli (da 518-bis a 518-undevicies), tra i quali l’importazione illecita di beni culturali e la procedibilità per i fatti commessi all’estero, e prevedendo anche la possibilità per gli ufficiali di polizia giudiziaria dell’Arma, specializzati nel settore dei beni culturali, di svolgere attività sotto copertura per contrastare il traffico illecito di opere d’arte.

I militari evidenziano come negli ultimi decenni l’attività di contraffazione si sia focalizzata soprattutto nel settore dell’arte contemporanea le cui tecniche, ma anche i materiali e i soggetti utilizzati, sono più facilmente replicabili e reperibili. Le opere sono poi commercializzate su piattaforme e-commerce, tramite iniziative pubbliche e di vendita di collezioni private. In particolare, il monitoraggio costante delle piattaforme “e-commerce” ha consentito, nel 2022, di recuperare dai siti web 4.935 beni culturali di cui 2.450 beni archivistici e librari, 998 reperti archeologici, 614 beni numismatici, 385 opere false, 46 sculture e 59 dipinti, con il deferimento complessivamente di 112 persone. Per l’attività di monitoraggio del web si punta nel futuro prossimo sul “machine learning” per identificare automaticamente il patrimonio culturale rubato e messo in vendita online e sullo sviluppo della banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti gestita dal Comando TPC. 

È inoltre allo studio l’impiego di avanzati sistemi informatici per la ricerca di network criminali attraverso l’intelligenza artificiale. Guardando alle operazioni più significative compiute nel 2022 dai Carabinieri, a gennaio dello scorso anno sono stati sequestrati 60 dipinti falsamente attribuiti all’artista Mauro Reggiani, uno dei massimi esponenti dell’astrattismo italiano, messi in commercio online con prezzi compresi tra i 15 e i 70 mila euro in tutta Italia. Determinante in questo caso è stato il ruolo dell’associazione che tutela le opere dell’artista insospettita da un consistente aumento delle richieste di verifica di autenticità pervenute dagli acquirenti e che hanno portato l’associazione a segnalare l’anomalia al nucleo del TPC. Il 28 giugno 2022 sono state invece sequestrate a Roma e Nicotera 435 opere falsamente attribuite ad artisti contemporanei mentre a fine anno scorso tre opere policromatiche, falsamente attribuite all’artista Alberto Burri, sono state sequestrate a Perugia per un controvalore di stimato di 140 mila euro. 


NTPC, il caso Rubens


Ma forse l’operazione più significativa dell’anno è stata condotta lo scorso 30 dicembre a Genova, nell’ambito della mostra dedicata al pittore Pietro Paolo Rubens presso Palazzo Ducale dove è stato sequestrato il dipinto “Cristo risorto appare alla madre”. L’opera, secondo gli inquirenti, aveva ottenuto in modo fraudolento ed omissivo l’attestato di libera circolazione per essere esportata come lavoro di un anonimo pittore fiammingo del valore di 25.000 euro per poi, dopo una serie di passaggi a società estere fino ad arrivare in Belgio e la “emersione” nel disegno di una seconda madonna, essere reintrodotta in Italia per l’esposizione durante la mostra come riconducibile alla bottega del noto artista e acquisire così la diversa attribuzione per una successiva vendita. Valore del bene assicurato 4 milioni di euro. Quattro persone sono state denunciate per esportazione illecita e riciclaggio.

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Specializzato in diritto tributario presso la Business School de Il Sole 24 ore e poi in diritto e fiscalità dell’arte, dal 2004 è iscritto all’Albo degli Avvocati di Milano ed è abilitato alla difesa in Corte di Cassazione. La sua attività si incentra prevalentemente sulla consulenza giuridica e fiscale applicata all’impiego del capitale, agli investimenti e al business. E’ partner di Cavalluzzo Rizzi Caldart, studio boutique del centro di Milano. Dal 2019 collabora con We Wealth su temi legati ai beni da collezione e investimento.

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