Papa Francesco dona i marmi vaticani del Partenone alla Grecia

In pieno periodo natalizio, il nome di Papa Francesco è stato più volte citato nel mondo dell’arte, avendo il Pontefice deciso di donare a Sua Beatitudine Leronymos II – arcivescovo cristiano ortodosso di Atene – tre marmi del Partenone appartenenti alla collezione dei Musei Vaticani. Il gesto, inteso da Papa Francesco come “un segno concreto del suo sincero desiderio di proseguire nel cammino ecumenico sulla via della verità”, non è da intendersi come un’azione scontata. Ormai rinomata è infatti l’annosa ed infinita controversia tra il governo greco e quello inglese, che ancora oggi detiene parte dei marmi del Partenone al British Museum di Londra.
Nel 1798, l’ambasciatore inglese Lord Elgin fu inviato in Grecia, ai tempi sotto regime Ottomano. Accedendo a più riprese nel tempio del Partenone (che in quegli anni serviva come forte militare) tra il 1801 e il 1812 Elgin e la sua squadra rubarono 17 statue provenienti da due frontoni dell’edificio, 15 delle 92 metope che rappresentavano la tauromachia e 75 metri del fregio originale di oltre 160. Le opere di Fidia, realizzate su commissione di Pericle tra il 447 e il 438 a.C., furono portate in Inghilterra con l’intento di addobbare la casa di Lord Elgin. A causa del suo costoso divorzio, l’ambasciatore fu però costretto a vendere i marmi al governo inglese, che nel 1816 li espose per la prima volta al British Museum, facendoli diventare parte della collezione permanente. Nonostante Lord Elgin vantasse un fantomatico decreto attestante l’autorizzazione dell’allora Sultano di cedere i marmi del Partenone agli inglesi, sembra che tale volontà fosse in realtà totalmente mancante.
Dal 1832 la Grecia ottenne l’indipendenza dall’Impero Ottomano ed iniziò sin da subito le richieste di restituzione del proprio patrimonio artistico, senza mai ottenere risposta positiva da parte della Gran Bretagna. Negli ultimi anni, anche grazie ad approfonditi studi storici post-coloniali e a una nuova sensibilità per i temi legati all’illecita appropriazione del patrimonio culturale, anche la disputa sui marmi del Partenone sta avendo nuovi sviluppi. Nel 2021, il Comitato UNESCO per la restituzione dei beni culturali ha caldamente raccomandato al British Museum il ritorno dei marmi alla sede originaria. Sembra inoltre che nelle ultime settimane il presidente del British Museum George Osborne e il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis si siano incontrati in Gran Bretagna per immaginare un prestito dei marmi dal British Museum al museo dell’acropoli di Atene, incontro conclusosi con la proposta di una possibile soluzione vantaggiosa per entrambe le parti.
La donazione del Papa si inserisce dunque in questo contesto, rimanendo però un atto tra “poteri spirituali” e non una restituzione tra Stati di manufatti illecitamente sottratti. Il gesto del Pontefice è stato in ogni caso apprezzato anche dalla ministra della cultura greca Lina Mendoni, che ha dichiarato che il ritorno dei marmi “aiuta gli sforzi della Grecia per la riunificazione delle sculture del Partenone di Londra”. I tre frammenti scultorei, facenti parte della collezione dei Musei Vaticani dal diciannovesimo secolo, appartenevano a parti diverse dell’edificio. La testa di cavallo era parte del frontone occidentale, rappresentante la lotta tra Atena e Poseidone per il dominio dell’Attica (sembra che la scultura vaticana sia parte di uno dei cavalli della quadriga di Atena); la testa di uomo con barba era parte del lato meridionale del Partenone, dove si trovava una scena di Centauromachia. Infine, il rilievo con la testa di un bambino era parte del fregio della cella del tempio. Il giovane era un portatore di focacce offerte in onore di Atena durante le Panatenee.