Covid, revenge spending da Hermès: 2,5 mln in un giorno

Teresa Scarale
Teresa Scarale
16.4.2020
Tempo di lettura: 3'
In Cina la crisi da Covid si sconfigge con il revenge spending, che ha i colori delicati e sorprendenti una borsetta Hermès. Marchi  come Christian Dior e Louis Vuitton inoltre, hanno registrato nel paese un incremento delle vendite del 50% nelle prime due settimane di aprile. La povertà, che la si lasci allo spirito...
Altro che rigore da quarantena, riflessione sul senso autentico dell'essenzialità. Nell'euforia da “liberi tutti”, alcuni cittadini della portuale Canton (Guangzhou) hanno speso l'equivalente di 2,5 milioni di euro nella locale boutique di Hermès sabato 11/4/2020, giorno della riapertura dell'esercizio. Un classico esempio di “spesa per vendetta” o “spese per rivalsa”. Il primo a riportare la notizia è stato il magazine Usa Women's Wear Daily. Si tratta di un record assoluto per un negozio cinese. La maison francese non si è certo fatta cogliere impreparata, creando per l'occasione la nuova Himalayan Birkin, borsa tempestata di diamanti.
L'espressione revenge spending sembrava per il Paese di Mezzo un lontano ricordo risalente agli anni '80. In quel periodo vi era infatti una grande fame di prodotti stranieri, vietati dal regime. Sarebbe stato Deng Xiaping ad acconsentirne al consumo, con la riapertura dell'economia.
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L'influencer che fa revenge spending da Hermès


Atomnium, famosa influencer cinese, si è pavoneggiata con diverse foto, comunicando di aver speso nella boutique 130 mila euro, equivalenti a circa 1 milione di reminbi. Vendite record come queste sono indicative della “voglia di ricominciare” dei consumatori cinesi, e lasciano supporre (o sperare) ad alcuni analisti che anche gli italiani potrebbero comportarsi così una volta iniziata la “fase 2”. Come Atomnium, altri vip cinesi hanno celebrato sui social il proprio entusiasmo spendaccione, facilitando alla stampa il calcolo di quanto speso in totale…

La casa di moda e pelletteria brinda e affida la sua soddisfazione a un breve comunicato. "Questa riapertura conferma l'impegno del marchio in Cina meridionale e segna un nuovo capitolo per la casa parigina a Canton, dove è presente dal 2004". La sede cantonese della boutique, prima occupata da Prada, si estende per 2000 metri quadri. La sua facciata è un perfetto connubio fra architettura tradizionale cinese e allure minimalista.

I consumatori cinesi non ne possono più di consumi essenziali. Ne hanno abbastanza di cibo, medicinali e carta igienica. Il sabato record della maison suggerisce che la gente ha voglia di spendere e di materializzare i propri desideri. È il potere consolatorio del lusso, bellezza.

Intanto, da Vuitton e Dior...


Anche il gruppo Lvmh mostra dati incoraggianti grazie alla spesa della clientela cinese. Lo affermano gli analisti di JPMorgan Cazenove, osservando un rialzo del titolo. La domanda dei prodotti di Lvmh sta infatti registrando una rapida ripresa nella Cina continentale. Alcuni marchi, come Christian Dior e Louis Vuitton in particolare, hanno registrato un incremento delle vendite del 50% nelle prime due settimane di aprile. L'impennata della spesa da parte dei consumatori cinesi è una conferma del loro forte "forte appetito strutturale" per il lusso. Tuttavia, non compensa del tutto il fatto che i cinesi abbiano smesso di fare acquisti all'estero, spiegano gli analisti. La spesa totale dei consumatori cinesi ha subito un calo tra il 25% e il 35% ad aprile, che è un dato ancora molto buono considerando la situazione della pandemia, e probabilmente migliore rispetto ai dati delle rivali di Lvmh.
Caporedattore Pleasure Asset. Giornalista professionista, garganica, è laureata in Discipline Economiche e Sociali presso l'Università Bocconi di Milano. Scrive di finanza, economia, mercati dell'arte e del lusso. In We Wealth dalla sua fondazione

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