ADSI e ICS, 30 milioni per tutela patrimonio culturale Italia

Il 14 luglio 2022, l’Associazione Dimore Storiche Italiane (ADSI) e l’Istituto per il Credito Sportivo (ICS) hanno siglato un protocollo di intesa per lo stanziamento di 30 milioni di euro a favore anche di ADSI e dei suoi soci, finalizzati ad investimenti nel campo della tutela e del restauro del patrimonio culturale storico privato.
L’Associazione Dimore Storiche Italiane - che ha festeggiato quest’anno i suoi 45 anni di attività - riunisce i proprietari di immobili storici in tutta Italia (contando più di 4500 soci), che hanno l’onere di conservare i propri beni secondo quanto previsto dalla legge per i “soggetti a vincolo” di interesse storico-artistico. ADSI fornisce consulenza e assistenza giuridica, tributaria ed amministrativa ai proprietari delle dimore per permetterne una migliore gestione e, come dichiarato dal Ministro della Cultura Dario Franceschini, per custodirle essendo le stesse “parte integrante dell’identità, della bellezza e dell’attrattività del nostro Paese”.
L’Istituto per il Credito Sportivo – che dal 2021 gestisce il Fondo valorizzazione del patrimonio culturale introdotto con il Decreto Rilancio 2020 e la cui dotazione per il biennio 2020-2021 era di 100 milioni euro – è la banca per lo sviluppo sostenibile di sport e cultura che dovrà scegliere quali progetti sponsorizzare. In quest’ottica, ad avere la precedenza saranno i progetti che rispettano l’idea di sostenibilità secondo i criteri di ESG (Environmental, Social and Governance), ovvero quelli che prediligono la digitalizzazione del patrimonio culturale, l’abbattimento delle barriere architettoniche o la messa in sicurezza degli edifici storici. Per i progetti prescelti, ICS offrirà finanziamenti, tassi agevolati e la copertura fino all’80% delle garanzie da prestare sui finanziamenti stessi.
Il presidente di ADSI, Giacomo di Thiene, ha dichiarato che tramite il protocollo di intesa con l’Istituto per il Credito Sportivo, l’Associazione dispone finalmente di “uno strumento finanziario ad hoc per conservare, valorizzare e gestire le dimore storiche”. “Crediamo che la collaborazione tra queste due realtà possa costituire un modello per chi si occupa del patrimonio culturale privato e per quei tanti istituti di credito che apprezzano il nostro mondo pur non riconoscendogli il valore necessario ad avviare progetti concreti” ha continuato di Thiene, “questo non toglie l’inevitabilità dell’impegno dello Stato – anche nell’erogazione di fondi – sia perché sostanziale, sia perché garanzia di un disegno di sviluppo del Paese che non può prescindere dal proprio patrimonio culturale”.