Scoprire Andy Warhol nella Londra più pop

Sandra Romito
2.5.2023
Tempo di lettura: 3'
Finalmente è sbocciata la primavera anche nella capitale britannica, e con essa il desiderio di esperienze colorate e appaganti. Cosa c’è di meglio allora che di un tuffo nella Pop Art? La nostra “italiana a Londra” ce ne svela un percorso speciale ed esclusivo, che ameranno soprattutto gli appassionati di moda. Happy Bug Day a tutti!

La primavera a Londra fa uscire tutti come delle piccole formichine: in una giornata di sole, magari ventilata e con il cielo molto blu, niente è più bello che camminare lungo il fiume e esplorare quartieri che magari ci sono sempre sembrati fuori mano. Una semplice passeggiata verso London Bridge può portare sorprese inaspettate. L’impatto non solo visivo di essere sotto lo Shard, il grattacielo di Renzo Piano completato nel 2012 e alto più di 300 metri, è potente. Ma di lì si naviga con grande gioia dentro al Borough Market, uno dei mercati più grandi e antichi del Paese: vero che le strutture sono ottocentesche ma vero anche che il mercato è documentato su questa sponda del fiume già nel Duecento. Sempre a piedi si raggiunge Bermondsey Street, verso sud: gli appassionati di arte contemporanea la conoscono bene, perché proprio lì nel 2011 Jay Jopling ha aperto una grande sede di White Cube, all’epoca la più grande galleria d’Europa. In meno forse conoscono il Fashion & Textile Museum, che fino al 10 settembre prossimo dedica i suoi spazi alla poco conosciuta attività di Andy Warhol come disegnatore di tessuti




Figlio di emigranti dell’attuale Slovacchia, Warhol cresce nella città industriale di Pittsburgh, dove studia arte e design al Carnegie Institute of Technology. Finiti gli studi e appena ventunenne nel 1949 si trasferisce a New York, la città più straordinaria, sofisticata e frizzante dell’America del tempo: lì, negli anni Cinquanta, disegna tessuti con grande successo, anticipando tematiche che esprimerà negli anni Sessanta nelle sue opere che ci sono più familiari.  



Andy Warhol, 1958


Come in Inghilterra, anche in America il secondo dopoguerra è stato teatro di grande inventiva nei tessuti che divengono gioiosi e colorati, e le ditte più illuminate si appoggiano ad artisti contemporanei per il disegno, con ottimi risultati. È questo il caso della Fuller Fabrics, che già lavorava con Picasso e per cui Andy Warhol disegna il tessuto Happy Bug Day, un grande successo commerciale e esposto in apertura della mostra, sia in “pezza” che in un abitino da mare. Seguono altri disegni con insetti, a testimonianza del favore dell’epoca per questo soggetto, ispirato probabilmente dalle collezioni di storia naturale formatesi nel Settecento e nell’Ottocento. 



M. Lowenstein & Sons (attribuito), c. 1955-6


Splendidi sono i tessuti che negli stessi anni, 1955-6, crea probabilmente per Lowenstein & Sons, primi fra tutti quello con le mele - una ripetizione del disegno del 1954 per la copertina del disco del Guglielmo Tell di Rossini, condotto da Toscanini – e quello con gli acrobati. 



D.B. Fuller & Co, circa 1955-6


Gli insetti e soprattutto le farfalle continuano a essere presenti nei tessuti di questi anni, prodotti spesso per D.B. Fuller & Co., e anticipano con vigore quella che sarà la Pop Art degli anni Sessanta. Si aggiungono anche altri temi, come le matite, le calze, gli stivali... qualsiasi oggetto che Warhol avesse davanti e riuscisse a rivedere con la sua consueta ironia. Torna sempre anche la frutta: limoni e ancor più splendido il cocomero, tutti trattati in diversi colori e usati tanto nella moda come nell’arredamento. 



D.B. Fuller & Co, circa 1955-6


Sempre spiritoso e ironico, usa gli attrezzi del giardino, le scope di saggina e le bottiglie di profumo, includendo anche un divertente flacone di Fanel N 6



Fuller Fabric (attribuito), circa 1958-9


Sono tessuti che portano gioia e rispondono alla speranza e alla vivacità anche economica di questi anni, in cui si va in vacanza al mare e si è colorati e divertenti. Le collaborazioni con diversi laboratori tessili  continuano, alcune proprio specifiche per il tempo libero, come i tessuti con le etichette da viaggio o le bandiere nautiche. Questi tardi anni Cinquanta sono anche molto raffinati e i tessuti di Warhol si impreziosiscono e vengono usati per abiti da sera di grande effetto: sviluppa il tema del filodendro – pianta d’interno da poco importata ma già molto diffusa – con sinuosità che ricordano l’Art Nouveau, tornata di gran moda. Il tessuto viene usato da Palm Fashions di Dedland in Florida, con grande effetto



Abiti di Palm Fashions, Dedland (Florida), circa 1959


Gli ultimi disegni di Warhol per tessuti sono per Stehli Silks Corporation, e anch’essi vengono trasformati in abiti da sera veramente chic: splendidi quelli con i coni gelato e i pretzel. 



Stehli Silk Corporation, circa 1962-3


Andy Warhol è ormai una star: già nel luglio del 1962 espone a Los Angeles la serie di Campbell’s Soup Cans e in novembre le Marilyn – tra cui il Marilyn Diptych della Tate - a New York. La Pop Art americana è ufficialmente nata, ma di certo questa precedente avventura nei tessuti ne ha favorito l’inizio. Da parte mia, vorrei proprio andare a fare la spesa al Borough Market indossando una bella e fresca gonna con le mele... 


Andy Warhol: The Textiles, Fashion & Textile Museum, Londra, fino al 10 settembre 2023



Tutte le foto sono di Sandra Romito.

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Con l’idea che non avrebbe guardato a nulla dopo Giotto, Sandra è stata una convintissima e feroce medievista nei suoi vent’anni: ora guarda tutto e le piace tutto, dal manoscritto miniato al gioiello d’artista. Ha lavorato per più di venti anni nel dipartimento di dipinti antichi alla Christie’s di Londra, dove ancora collabora quotidianamente come consulente, accompagnando i dipinti da collezione a collezione, con la stessa emozione del primo giorno. Un debole ovviamente rimane per la pittura italiana, soprattutto di alta epoca.

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