Gabriel Chaile, radici contemporanee negli ultimi scorci di Biennale

Gabriel Chaile, classe 85’, nasce a San Miguel de Tucuman, Argentina e cresce in una famiglia di retaggio spagnolo, afro-arabo e indigeno di Candelaria. La sua pratica artistica è strettamente legata e influenzata dal suo rapporto con le comunità indigene, con i loro rituali e tradizioni artistiche. I materiali impiegati da Chaile per le sue sculture sono spesso materiali tipici come la terracotta, le forme e i simboli che lo caratterizzano sono di origine archetipica e si possono associare alle civiltà precolombiane, essi uniscono l’aspetto poetico a quello umoristico. Gli oggetti creati dall’artista, come pentole e forni di argilla assumono spesso tratti antropomorfi, queste opere evocano il nutrimento, il sostegno, la collaborazione e le attività della comunità.
Gabriel Chaile alla Biennale di Venezia 2022
Quest’anno Chaile ha partecipato alla 59esima edizione della Biennale internazionale d’arte di Venezia dal titolo “Il latte dei sogni” curata da Cecilia Alemani, l’artista ha presentato all’Arsenale un gruppo di cinque mastodontiche sculture-forno che ritraggono alcuni componenti della sua famiglia, realizzate in argilla rossa. Accanto alla figura principale del gruppo, che è intitolata Rosario Liendro (2022) e rappresenta la nonna materna, l’artista posiziona anche i ritratti dei genitori e dei nonni paterni.
L’emozione suscitata dalle opere di Chaile è intensa e pura, va a toccare un sentimento comune, profondo e viscerale dando la sensazione di avere di fronte qualcosa di conosciuto che evoca la “casa” in senso universale e al tempo stesso riporta a una forte presenza contemporanea sposando in sé tradizione e presente. Qualche settimana dopo la fine della Biennale di Venezia stavo passeggiando a Ortisei quando nella piazzetta principale ho notato un’inconfondibile opera di Chaile in costruzione in occasione della Biennale Gherdeina 2022, così mi sono guardata attorno alla ricerca dell’artista e dietro di me è apparsa la figura di Gabriel con un grembiule da lavoro!
Le sue opere rientrano per me fra i lavori più interessanti presenti in questa Biennale così appena ho visto l’artista non ho potuto fare a meno di complimentarmi e scambiarci qualche parola. Di seguito la nostra conversazione.
Rosario Liendro (2022) alla Biennale di Venezia
Quali sono le tue origini, dove vivi e che studi ha fatto?
Sono un artista visivo argentino, più precisamente del nord-ovest dell'Argentina, una provincia indipendente chiamata Tucuman, si tratta della più piccola di tutte le province, è anche chiamata il giardino della repubblica per i suoi paesaggi. E’ un luogo molto caldo e molto popolato, una delle più importanti province del mio Paese con storie di lotta e disuguaglianza e duramente colpita durante l'ultima dittatura militare. Sono nato nel capoluogo di questa provincia: San Miguel de Tucuman, Tucuman è un nome indigeno, credo dei Cacan, che significa luogo dove finiscono le cose o luogo dove si incontrano le acque. Un amico mi ha detto che Tucuman è simile a Napoli per l'intensità, ma io non conosco Napoli e quindi dovrò andarci! Ah, dimenticavo, ho studiato lì all'università pubblica: Universidad Nacional de Tucumán. Nel mio paese l'università è pubblica e gratuita, sostenuta interamente dallo Stato, senza esami di ammissione per la maggior parte dei corsi. Ho studiato lì arti plastiche, grazie a un sistema di borse di studio statali. E’ stato un periodo bellissimo dove ho appreso molto, passavo tutto il giorno in facoltà, studiando, discutendo, ascoltando e soprattutto guardando, allenando il mio occhio. Poi all'ultimo anno di università ho vinto un'altra borsa di studio, questa volta privata, presso un’altra università del mio Paese, l'Universidad Torcuato Di Tella, e lì ho seguito un programma artistico intensivo che mi ha messo in contatto con la capitale del mio Paese, Buenos Aires, e con il mondo dell'arte. È stato meno interessante studiare a Buenos Aires. Ma in questa città ho vissuto per 10 anni con il progetto di esporre individualmente una volta all'anno.
Da quanto tempo lavori nel mondo dell'arte?
Dal 2007, 15 anni.
Genealogía de la forma (2019)
Con quali gallerie lavori?
Chertluedde di Berlino, Barro di Buenos Aires e NVS di Lisbona, quest'ultima è una piattaforma cooperativa fondata dal mio gruppo di amici, per lo più argentini che si sostengono sempre a vicenda in tutto.
Quest’anno hai esposto alla Biennale di Venezia, era la prima volta che esponevi in Italia?
Sì, è la prima volta che ho esposto in Italia!
Com'è stata questa esperienza?
Bellissima e intensa! Come le montagne russe haha.
Come sei stato selezionato?
Mi ha selezionato Cecilia Alemani, che apprezza molto il mio lavoro e credo potrebbe rispondere meglio a questa domanda. Penso che i curatori e gli artisti siano dei ricercatori che si incontrano attraverso visioni simili o identiche, questo li unisce permettendo di creare una struttura fatta di immagini e concetti.
Aguas calientes (2019)
Cosa ispira il tuo lavoro? Utilizzi sempre la terracotta?
Il mio lavoro deriva dal luogo in cui sono nato e dai luoghi in cui ho vissuto. Penso che siano ipotesi o esperimenti su domande e sentimenti specifici. Mi ispira pensare ai contesti, fare associazioni formali con il colore, la moda, la forma, i gesti, e i sentimenti, mi ispirano le storie che mi vengono raccontate e le conclusioni che traggo dai luoghi che frequento. Utilizzo sempre determinati materiali, ad esempio per 9 anni ho utilizzato oggetti industriali, ho realizzato video e soprattutto installazioni. Adoro le installazioni! Ora ne farò uno a Lisbona, ma questa è la prossima risposta.
Prossimi progetti e prossime mostre?
Le prossime mostre in cantiere saranno: una mostra personale a Migrantes sao Bem vidos, Kusntalle a Lisbona, una mostra personale a De Singel, centro d'arte belga, è un grande progetto per la Fundación NMaC a Cádiz.
Mamá Luchona (2021). Foto by Dario Lasagni
Qual è il tuo rapporto con i collezionisti?
Con i miei collezionisti ho un rapporto molto amichevole, vorrei citarne due in particolare Carlos Casal che ha comprato la mia prima opera quando avevo 21 anni e Wili Navone di Buenos Aires, che mi ha offerto la sua casa appena sono arrivato a Buenos Aires.
Di che nazionalità sono i tuoi collezionisti?
I miei collezionisti provengono dal Belgio, dall'Argentina ma ce ne sono anche molti italiani, tedeschi, spagnoli, inglesi, peruviani e francesi.
Rosario Liendro (2022)
Vorrei sapere se il prezzo delle tue opere è aumentato dopo la Biennale? E se sì, in che percentuale?
Certo, i prezzi aumentano proporzionalmente dopo ogni grande mostra, nella carriera artistica tutto è graduale.
Rosario Liendro (2022)