Documenta 15, quando la quinquennale è fuori dal coro

Cinque anni dopo l’ultima edizione del 2017, il 18 giugno ha aperto a Kassel, al centro della Germania, la quindicesima edizione della quinquennale d’arte Documenta. Curata dal collettivo di Giacarta Ruangrupa - composto da nove persone – sull’idea del Lumbung indonesiano (il termine identifica letteralmente una risaia comune), quest’edizione conta ad oggi 50 collettivi di artisti di tutto il mondo, più di 1500 artisti singoli invitati dai collettivi e 32 sedi espositive sparse per la città di Kassel. Il Lumbung introduce un modello economico e artistico basato sul concetto di un’equa ripartizione delle risorse disponibili, dove ogni profitto è diviso ugualmente tra i componenti di un gruppo. Una visione, per molti aspetti, diversa da quella del mercato dell’arte, in cui la concorrenza e il profitto fanno da padrone.
Il collettivo Ruangrupa
Sarà per questo che - nonostante la cifra record di 42 milioni di euro messa a disposizione dalla città di Kassel, dallo stato dell’Assia e dal governo federale (la più alta finora investita, se comparata ai 37 milioni del 2017) – Documenta 15 sembra non essere vista con particolare favore dal mercato ed in parte già osteggiata prima della sua inaugurazione. L’impostazione artistica della Lumbung, particolarmente decentralizzata, ha poi ulteriormente influito sul minore controllo rispetto al contenuto della quinquennale. Già a gennaio, il collettivo indonesiano Taring Padi era stato accusato di antisemitismo, avendo esposto un’opera raffigurante la caricatura di un ebreo con sigaro ed un berretto marchiato “SS”. Inoltre, lo spazio espositivo del gruppo palestinese The Question of Funding ha subito un attacco vandalico razzista a seguito ad una performance a supporto dei diritti della popolazione palestinese, tanto da costringere il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier ad intervenire per richiedere una rapida soluzione della controversia.
L’opera incriminata del collettivo Taring Padi, poi esclusa dalla quinquennale
La mancanza del bagno di folla dei quinquenni passati, rende Documenta 15 più vicina allo scopo pensato da Ruangrupa, ossia “l’avere una conversazione su tematiche effettivamente esistenti, che si trovano nei lavori esposti” non ripetendo gli schemi delle Documenta precedenti, più legate al mercato tradizionale (ricordiamo che in merito a Documenta 13, il critico d’arte Jerry Saltz aveva osservato che un terzo degli artisti esposti erano rappresentati dalla galleria Marian Goodman). Quali sono dunque, i temi più caldi di questa quinquennale? Portante è la chiara denuncia delle problematiche ambientali e sociali dei paesi più a sud del mondo.
Il Wajukuu Art Project, un gruppo basato nello slum di Nairobi, ha realizzato un tunnel che porta all’interno della Documenta Halle immergendo il visitatore nell’”atmosfera Mukuru” con metalli, giochi di luci e suoni che ricordano quelli della città d’origine. Il gruppo si impegna infatti ad organizzare corsi d’arte per i bambini di Mukuru - abituati a lavorare nelle discariche sin dalla tenera età - creando un’economia dell’arte su piccola scala. Baan Norg Collaborative Arts and Culture, proveniente dalla Tailandia, ha creato invece un progetto in tre parti: una rampa per skateboard nella Halle, un teatro di ombre tipico tailandese (Nang Yai) e un programma per aiutare lo scambio di latte e formaggio tra le fattorie di Nongpho e quelle di Kassel, accompagnato da filmati girati in loco (nel 1968 Nongpho fu costretta a passare dalla produzione di riso a quella di latte, a causa del deprezzamento del primo).
Parte dell’installazione del gruppo Wajukuu Art Project
Il giardino dell’Orangerie e l’installazione del Nest Collective di Nairobi
The Black Archives ha portato a Documenta il proprio archivio storico composto da documenti e libri di scrittori e scienziati olandesi neri, così come gli Archives des luttes des femmes en Algérie hanno invitato i visitatori del Federicianum ad esplorare le più di 60 bozze di film, manifesti politici, fotografie relative a collettivi di femministe algerine dal 1962 – anno di indipendenza del Paese - in avanti. L’artista e regista vietnamita Nguyen Trinh Thi ha presentato la propria opera di video arte ispirata al romanzo “Tale Told in the Year 2000” di Bùi Ngoc Tan, finora vietato in Vietnam. L’opera racconta dei campi di detenzione a nord del Vietnam negli anni 60’-70’ e della flora e fauna circostante, riprodotta con un’opera scultorea al Rondell di Kassel. Interessanti sono anche le opere esposte da due artisti che affermano essere “rom”: Ceija Stojka, che ha raccontato l’olocausto rom, e Jànos Balàzs, che ha creato dei dipinti che ricordano lo stile di Van Gogh. Infine, degno di nota ed in puro stile Documenta, il Delhi collective Party Office ha trasformato lo spazio WH22 in un “Mini-Berghain” volto ad accogliere coloro che “non si sentono a proprio agio in un club tradizionale” ed invitando dj del calibro di Juliana Huxtable e Slim Soledad.
Lo stacco dal mercato tradizionale dell’arte, si vede anche nelle modalità di guadagno degli artisti, legate alla Lumbung Gallery. Creata in collaborazione con i curatori Beat Raeber e Martine Helle – già co-fondatori di The Artist, la piattaforma lanciata nel 2021 per artisti non rappresentati da una galleria – la Lumbung Gallery accoglie online tutte le opere di Documenta 15, identificate da un QR code presente nelle sale espositive. Il valore delle opere non è dettato dai meccanismi di domanda ed offerta del mercato, bensì dal costo reale di produzione e di vita degli artisti. Al momento dell’acquisto, il compratore riceverà un regolare contratto che include le condizioni dell’opera e dei consigli sul suo mantenimento. L’artista, invece, riceverà il 70 per centro dei proventi: il restante 30 per cento verrà inserito in un fondo comune a tutti gli espositori di Documenta 15. Come dichiarato da Raeber, Documenta “sta cercando di creare un ecosistema dove i proventi ritornino agli artisti, ai collettivi e soprattutto alla comunità”, in puro stile Lumbung.
Lo spirito di Documenta 15, riassunto in un cartellone esposto per le strade della città