Private equity, la crisi arriva a scoppio ritardato?

Le ambizioni di chi decide di inserire nel suo portafoglio una parte di investimenti in private equity, di solito, debbono essere coccolate da una costante creazione di valore. E' difficile accettare commissioni di investimento molto più elevate, maggiori difficoltà per liquidare e una minore trasparenza sui risultati finanziari se, dall'altra parte, non c'è un un significativo contraltare di rendimento extra (qui un approfondimento su cosa dicono le ricerche accademiche in merito). Di conseguenza, quando l'economia e i mercati vanno male, rettificare il valore delle società non quotate e manifestare ai propri investitori che hanno perso denaro è un compito particolarmente ingrato per i fondi alternativi; ma, probabilmente, è anche un compito che si sta avvicinando. Le revisioni del valore (write down), infatti, difficilmente potranno essere evitate dopo che le nuove condizioni economiche hanno già colpito duramente le società scambiate sui mercati pubblici. In particolare, quelle ad alto potenziale di crescita (growth) su cui molti fondi di private equity scommettono nelle fasi che precedono la quotazione in Borsa.
Troppi rischi sui private market: Rothschild IT “punita” dagli analisti
Aver aumentato in modo piuttosto spinto l'allocazione sugli investimenti non quotati è costata un downgrade al noto fondo quotato che porta il nome della famiglia Rothschild, il Rothschild Investment Trust (Rit). Con una percentuale di private market passata dal 25% al 40% , ha affermato la società di servizi finanziari Investec, il fondo di Rit Capital Partners ha aumentato “in modo consistente il suo profilo di rischio”. Il ritardo di tre-quattro mesi che intercorre nell'aggiornamento delle valutazioni fra mercati privati e mercati pubblici implicherebbe “una scoperta dei prezzi” potenzialmente negativa che, per molti fondi di private equity quotati (come gli investment trust), non è ancora arrivata. Il rischio è che, dopo questi sviluppi negativi, si possa rompere un po' l'illusione che esistano isole non quotate in cui c'è sempre un “lieto fine”: alcuni osservatori, infatti, attendono con attenzione il momento in cui saranno resi noti i “write down” degli investimenti non quotati in giro per il mondo.
Il precedente di casa Blackstone
Gli investitori in mercati privati avevano già dato prova di una certa impazienza lo scorso novembre, con le richieste di rimborso dal fondo immobiliare di Blackstone (Breit) superiori a quelle che la società era in grado di gestire– con il conseguente blocco dei disinvestimenti. L'idea che l'aumento dei tassi avrebbe abbattuto i valori immobiliari aveva spinto i sottoscrittori del Breit a realizzare quanto prima l'investimento, prima che vi fosse un ridimensionamento del suo valore. Anche per i fondi focalizzati sulle società tecnologiche non quotate potrebbe presentarsi un momento di difficoltà, visto l'impatto assai negativo che l'aumento dei tassi ha avuto sulle big tech quotate in Borsa. In fasi come queste l'idea che le valutazioni delle società non quotate non siano pienamente realistiche, alla luce di quello che avviene intorno, potrebbe incoraggiare chi può permetterselo a sconfessare i propri orizzonti temporali e disinvestire subito, prima di incorrere in potenziali perdite.
L'idea che un investimento non quotato non possa che salire in modo graduale e costante potrebbe presto mostrare i suoi limiti: di fronte a un contesto economico decisamente più difficile rispetto all'ultimo decennio, con minore disponibilità di credito a buon mercato per la crescita, anche le società non quotate avranno prospettive di business più difficili. Un mercato ribassista persistente come quello del 2022 non si vedeva da anni e il suo impatto sulle valutazioni, probabilmente, si vedrà nelle prossime settimane, quando saranno ultimate le revisioni contabili di fine anno.
Chi aveva scelto il private equity nelle sue perché non amava la volatilità, potrebbe digerire mal volentieri una possibile perdita nella prima metà del 2023. Questa, però, potrebbe indicare in modo più chiaro quale dovrebbe essere il ruolo di questa categoria di investimenti in un portafoglio non istituzionale. Gli avvisi ai naviganti sono noti: per investire in private market è necessaria una maggiore tolleranza sulle possibili perdite e tanta pazienza, con orizzonti di investimento che superano, di norma, i cinque anni.