Il venture capital italiano arranca, ma non si ferma
Il primo semestre del 2023 è stato segnato da una forte assenza, quella dei mega deal, operazioni di valore superiore ai 150milioni e, proprio per questo gli investimenti nel mercato del private equity e del venture capital hanno dovuto affrontare un calo del 71% rispetto all’anno precedente, raggiungendo 3.189milioni di euro.
Non si tratta di dati sorprendenti, considerando la situazione in cui si trova l’economia in questo momento. Innocenzo Cipolletta, presidente AIFI, ha sottolineato tuttavia la necessità di una particolare attenzione in Italia, infatti il settore del venture capital sta ancora maturando e per assicurarsi uno sviluppo sano è necessario che performi bene anche in momenti di difficoltà.
La raccolta cresce, mentre gli investimenti frenano
“Il primo semestre dell’anno mostra una raccolta complessiva in lieve crescita, ma grazie solo alla presenza di alcune iniziative istituzionali nel comparto del venture capital, altrimenti avremmo avuto un calo nella disponibilità di fondi per investimenti” ha dichiarato Cipolletta durante l’evento di presentazione delle analisi condotte da AIFI, in collaborazione con PwC Italia.
Se, da un lato, il numero degli investimenti è cresciuto, anche se in lieve misura, segnando un +2% rispetto al primo semestre del 2022, passando da 338 a 346, lo stesso non si può dire per l’ammontare investito. Il calo è stato quasi del 71% rispetto ai 10.836milioni del primo semestre del 2022, che era stato influenzato con forza da 8 mega round. Nei primi sei mesi del 2023, invece, le operazioni di questo tipo sono state solamente 3 e anche il comparto del mid-market sembra frenato, tornando ai livelli del 2019/2020.
La raccolta complessiva invece, considerando quindi sia quella sul mercato che captive (cioè proveniente dalla casa madre) è pari a 1.977milioni di euro, in crescita del 16% sul primo semestre del 2022. Nonostante questo, il numero di operatori che hanno fatto closing sono diminuiti, in alcuni casi aspettando momenti migliori e con il mercato più forte. Un segnale a cui prestare molta attenzione perché potrebbe avere un impatto negativo sul comparto nella sua totalità.
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Venture capital sulle spalle della Lombardia
Guardando al panorama italiano, è la Lombardia a trascinare con forza il settore, con il 51,4% degli investimenti, infatti lo stacco con le altre regioni è molto ampio, basti pensare che dal Lazio provengono solo l’8% degli investimenti. Non sono però solo le imprese italiana a interessarsi alle startup tricolore: l’attività degli operatori internazionali non è finita, rappresentando il 55% del totale, ovvero circa 1,8milioni di euro.
Il focus principale rimane sul settore ICT, con 109 operazioni, seguito a debita distanza da quello dei beni/servizi industriali e medicale.
Guardando invece ai disinvestimenti, nel corso del primo semestre del 2023 il numero è cresciuto, arrivando a 54, rispetto ai 49 dello stesso periodo dello scorso anno. Tuttavia questo numero non deve spaventare, l’ammontare disinvestito, calcolato al costo storico di acquisto, si è attestato a 996milioni di euro, segnando un -33% rispetto ai 1.483milioni del primo semestre del 2022.
Potrebbe rincuorare il fatto che, guardando oltre i confini italiani, la situazione non sembra molto più rosea: la raccolta ha subito un calo del 15%, passando da 319miliardi nel 2022 a 271 nell’ultimo semestre, il numero dei fondi di raccolta si è dimezzato e il calo del buy out ha sfiorato il 56% a livello mondiale.
Il contesto di mercato sta rendendo particolarmente complesse grandi operazioni in tutto il mondo e le prospettive in tal senso non sembrano ottimiste. Proprio per questo, Cipolletta ha concluso con l’augurio che le cose possano andare ben meglio delle prospettive attuali.