Regno Unito: così il bilancio conta più dei trend globali

La somma stanziata dal Governo britannico a sostegno dell'economia del Paese durante la pandemia ammonta a circa 280 miliardi di sterline ed è destinata a superare i 400 miliardi
E' attesa una riduzione del deficit pubblico, che dovrebbe passare dai 394 miliardi di sterline previsti a novembre 2020, ai 355 miliardi per il 2021
Il congelamento dei licenziamenti ha mantenuto il tasso di disoccupazione al 5,1%, un risultato più basso rispetto ad ogni percentuale osservata durante il boom economico degli anni '80
Confermata per altri sei mesi la riduzione dell'Iva dal 20% al 5% per il comparto hospitality, seguita da un'aliquota provvisoria del 12,5% per i sei mesi seguenti; soppresse le accise sull'alcool
Regno Unito: la ricetta di bilancio
“La somma stanziata dal Governo britannico a sostegno dell'economia del Paese durante la pandemia” sottolinea a We Wealth Stephen Payne, Portfolio Manager, Global Equity Team, Janus Henderson "ammonta a circa 280 miliardi di sterline ed è destinata a superare i 400 miliardi. Nel suo primo anno in qualità di cancelliere dello scacchiere, Sunak ha attinto dalle casse dello stato più di quanto non avesse fatto qualsiasi suo predecessore in tempo di pace”. E così il debito pubblico del Regno Unito ha superato i 2 mila miliardi di sterline, pari a circa il 97% del Pil.
Visto il contesto di riferimento, Sunak ha dovuto muoversi con cautela: “Da un lato, il governo ha voluto mostrare prudenza fiscale, con un occhio alla modalità di stanziamento dei fondi e alla riduzione del debito pubblico; dall'altro, non ha potuto esimersi dal sostenere un'economia ancora gravata dal lockdown”.
Deficit di bilancio e casse pubbliche
Tra le buone notizie d'oltre Manica, l'attesa di una riduzione del deficit pubblico, che dovrebbe passare dai 394 miliardi di sterline previsti a novembre 2020 ai 355 miliardi per il 2021. Per Sunak, sottolinea l'esperto di Janus Henderson, si renderà comunque necessario intervenire ulteriormente per sanare le casse pubbliche nei prossimi anni. Il differimento dell'aumento dell'aliquota d'imposta sulle società ha infatti permesso di rimandare le cattive notizie a dopo la ripresa.
Disoccupazione, garanzie e sussidi
Non solo sussidi di disoccupazione e sostegno ai lavoratori autonomi. Tra le misure a favore dell'economia varate dal governo inglese, il congelamento dei licenziamenti ha mantenuto il tasso di disoccupazione al 5,1%, “un risultato notevole, più basso rispetto ad ogni percentuale osservata durante il boom economico degli anni '80”. Il numero delle persone sostenute dalla manovra resta però ancora greve, con quasi 5 milioni di assistiti.
Si confermano inoltre misure quali l'esenzione dall'imposta di bollo fino al 30 giugno e il nuovo piano di garanzia del governo per i mutui ad alto rapporto credito/valore “chiaramente mirato ad aumentare le capacità di spesa delle categorie in affitto, in modo da consentire l'acquisto di case di proprietà”. Una manovra, quest'ultima, che strizza l'occhio al settore dell'edilizia abitativa, anche se di limitata applicazione nella realtà.
Infine, confermata per altri sei mesi la riduzione dell'Iva dal 20% al 5% per il comparto hospitality, seguita da un'aliquota provvisoria del 12,5% per i sei mesi seguenti; soppresse le accise sull'alcool.
Regno Unito in chiave green
“L'agenda green di questo Bilancio non è così drastica come prospettato” commenta Stephen Payne. “Il cancelliere ha evitato una carbon tax, ma è stata creata una nuova Banca Nazionale per gli Investimenti con 12 miliardi di sterline di copertura. L'emissione di green bond aiuterà a finanziare progetti per affrontare il cambiamento climatico e potenzialmente attirerà sempre più investitori focalizzati sugli Esg”.
L'attesa è comunque quella di un aumento della pressione fiscale, anche se il governo si è impegnato per un "triplo blocco" delle aliquote d'imposta sul reddito, della National Insurance e, come anticipato, dell'Iva. “Il fardello maggiore ricadrà quindi sulle imposte societarie e sulle plusvalenze. Le aliquote d'imposta sulle società nel Regno Unito sono relativamente basse, ma entro il 2023 saliranno al 25% rispetto al 19% attuale”.
Benefit al settore bancario UK
Da ultimi, gli istituti di credito: “le banche beneficeranno di una revisione della sovrattassa come compensazione, traendone relativo beneficio rispetto ad altri settori. La ‘super deduzione' delle imposte sugli investimenti è interessante, con l'Obr che si aspetta di incrementare gli investimenti di business del 10%”.