Passivo batte attivo, ancora una volta. Ma non in Italia

Lorenzo Magnani
Lorenzo Magnani
24.3.2022
Tempo di lettura: 2'
Nel 2021 a maggior parte dei fondi a gestione attiva non sono riusciti a sovraperformare i propri benchmark di riferimento, eccezion fatta per l'Italia

S&P Global ha pubblicato il report SPIIVA, report bi-annuale che analizza i dati di performance dei fondi attivi rispetto ai loro rispettivi benchmark

Nell'ultimo anno risulta che il 33% dei fondi azionari italiani gestiti attivamente abbia sottoperformato l'S&P Italy BMI. La percentuale a livello globale è stata del 82%

Mentre i mercati azionari sostenevano uno dei rally borsistici più veloci di sempre, il mondo della gestione era ancora diviso in due: da una parte chi credeva di poter fare meglio del mercato stesso e chi, dall'altra, al mercato si dava senza remora. Chi ha avuto ragione nell'ultimo anno? I dati di S&P Global non lasciano spazio a dubbio: tra gestione passiva ed attiva è ancora la prima ad avere avuto la meglio. Eccezion fatta per l'Italia.
Stando agli ultimi dati rilasciati dalla società infatti la percentuale di fondi a gestione attiva che nel Bel Paese non sono riusciti a battere l'indice S&P Italy BMI si è attestata ad appena il 33%. Si tratta di un dato in controtendenza rispetto a quanto osservato a livello globale. L'82% dei fondi azionari globali denominati in euro e gestiti attivamente ha sottoperformato l'S&P Global 1200.  Percentuale che si avvicina a quelle registrate nelle principali aeree geografiche. Il 75% dei fondi azionari paneuropei denominati in euro a gestione attiva ha infatti sottoperformato l'S&P Europe 350, mentre ben l'87% dei fondi azionari statunitensi denominati in euro a gestione attiva ha sottoperformato l'S&P 500. Fronte mercati emergenti la musica non cambia: il 74% dei fondi azionari dei mercati emergenti denominati in euro a gestione attiva ha sottoperformato l'S&P/IFCI.

Allargando l'orizzonte d'osservazione a cinque e a dieci anni le gestione attiva risulta essere ancora meno convincente. Anche in Italia, dove appena il 22% dei fondi attivi è riuscito a sovraperformare il benchmark. Negli Stati Uniti i tassi di insuccesso dei fondi a gestione attiva sono rispettivamente del 85% e del 95%. Percentuali che si attestano al 73% e al 83% in Europa, e al 84% e al 94% sui mercati emergenti.

Infine risulta che nel 2021, i fondi attivi che investono in azioni italiane hanno ottenuto un rendimento medio ponderato sul patrimonio dell'1,8% sopra l'S&P Italy BMI su un anno e dello 0,2% annualizzato sotto l'S&P Italy BMI considerando dieci anni.

Andrew Innes, EMEA Head of Global Research and Design di S&P Dow Jones Indices, commenta: "Nonostante la pandemia di covid, i mercati azionari europei si sono ripresi bene dall'estrema volatilità del 2020. Meno gestori di fondi europei hanno battuto il benchmark rispetto all'anno precedente, poiché presumibilmente i gestori di fondi in questa regione potrebbero aver utilizzato meglio le loro competenze durante condizioni di mercato più volatili che in un ambiente relativamente stabile".
Laureato in Finanza e mercati Internazionali presso l’Università Cattolica di Milano, nella redazione di We Wealth scrive di mercati, con un occhio anche ai private market. Si occupa anche di pleasure asset, in particolare di orologi, vini e moto d’epoca.

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