Fondi: dove hanno messo i soldi gli investitori nel 2021?

2.2.2022
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Omicron e inflazione non hanno spaventato i risparmiatori. I flussi sono aumentati del 90% rispetto all'anno precedente, bruciando ogni record. Ma ora sui mercati è arrivata la volatilità
Nel 2021, gli investitori europei, inclusi gli italiani, hanno messo 815 miliardi di euro netti nei fondi europei a lungo termine, il 90% in più dell'anno precedente. Si tratta di una cifra record, mai vista prima da quando Morningstar raccoglie i dati (2007). Ed è da primato anche il patrimonio: 12,37 mila miliardi.
Gli investitori hanno scelto soprattutto i fondi azionari, che hanno ricevuto flussi netti per 376 miliardi, facendo del 2021 il loro miglior anno di sempre. Il rinnovato ottimismo generato dalla campagna vaccinale, nonostante le nuove ondate pandemiche, la ripresa economica e il rally delle Borse hanno spinto i risparmiatori a scegliere in modo particolare i comparti equity globali in stile misto (98,2 miliardi) e growth (38,2 miliardi). D'altra parte, le Borse mondiali, misurate dall'indice Morningstar global markets, hanno guadagnato quasi il 25% in 12 mesi contro il +4,73% del 2020.
La preferenza per i titoli orientati alla crescita, dove i tecnologici fanno la parte del leone, non si può spiegare del tutto con le performance. Negli Stati Uniti, il paniere delle società a larga capitalizzazione growth ha avuto un rendimento simile a quello value, a differenza dell'anno scorso quando il primo aveva corso molto di più, spinto dai titoli che più avevano beneficiano del lavoro da remoto e del cambio di abitudini delle famiglie. In Europa, invece, il distacco è rimasto più marcato, con il settore dei semiconduttori che ha giocato un ruolo da protagonista, in un contesto caratterizzato da carenza di chip e domanda elevata.
Sprint dei fondi azionari
Gli investitori hanno scelto soprattutto i fondi azionari, che hanno ricevuto flussi netti per 376 miliardi, facendo del 2021 il loro miglior anno di sempre. Il rinnovato ottimismo generato dalla campagna vaccinale, nonostante le nuove ondate pandemiche, la ripresa economica e il rally delle Borse hanno spinto i risparmiatori a scegliere in modo particolare i comparti equity globali in stile misto (98,2 miliardi) e growth (38,2 miliardi). D'altra parte, le Borse mondiali, misurate dall'indice Morningstar global markets, hanno guadagnato quasi il 25% in 12 mesi contro il +4,73% del 2020.
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L'onda sostenibile
L'altro principale trend del 2021 è stato quello dei fondi sostenibili. Nel solo quarto trimestre, i comparti classificati come articolo 8 o 9 in base alla normativa Sfdr (Sustainable finance disclosure regulation) hanno avuto un tasso di crescita organica medio superiore al resto del mercato e rispettivamente del 2,05 e 5,58% (i tradizionali sono rimasti intorno all'1%). L'interesse degli investitori per la sostenibilità si è riflessa nelle scelte settoriali, con gli azionari ecologia che sono stati la terza migliore categoria nel 2021, ricevendo flussi netti per 35,8 miliardi. Si tratta di fondi specializzati in società i cui prodotti o servizi promuovono un ambiente più pulito, come ad esempio le energie alternative, i sistemi di controllo dell'inquinamento, il trattamento delle acque o l'efficienza energetica. Le strategie equity sull'ecologia hanno avuto un rendimento medio del 22,63% in euro negli scorsi dodici mesi, facendo leggermente meglio dei tecnologici (+22,57%).
Il ritorno dei bilanciati
Il 2021 ha visto il ritorno sulla scena dei fondi bilanciati, che hanno registrato una raccolta netta di 138 miliardi, una somma significativa se si considera che nel precedente triennio avevano ricevuto flussi medi intorno ai 40 miliardi ogni anno. Le strategie moderate in euro, che investono in ottica globale con una percentuale azionaria tra il 35 e il 65% nella gestione ordinaria, sono state le più popolari, staccando gli altri comparti che hanno approcci più cauti o aggressivi. In termini di rendimenti, i guadagni medi sono superiori al 9%, un dato che si confronta con il 16% dei comparti con una più alta componente equity e il 3,85% di quelli prevalentemente obbligazionari.

Cresce la quota dei passivi
Infine, il tasso di crescita organica dei fondi passivi, inclusi gli Etf, è stato superiore a quello delle strategie attive nel 2021 (il 10,2% contro il 7,2%), accrescendo la quota di mercato dei primi dal 20,3% del 2020 al 22%. L'anno appena trascorso è stato da record per gli indicizzati quotati europei, che hanno registrato una raccolta di 161 miliardi di euro, in crescita del 56% rispetto al 2020. Il patrimonio ha sfondato per la prima volta la soglia di 1,4 mila miliardi (+34% su base annua), spinto dai flussi e dal rialzo delle Borse.
Inizio d'anno volatile
Nonostante le pressioni inflazionistiche e l'insorgere della variante Omicron, gli investitori hanno continuato a scegliere i fondi, soprattutto azionari, nel 2021. Ora il 2022 si è aperto all'insegna della volatilità e bisognerà vedere se sapranno tenere i nervi saldi, dopo i guadagni realizzati l'anno scorso.