Vontobel WM: “Usa in recessione a Natale”. Come investire adesso

Rita Annunziata
27.9.2023
Tempo di lettura: 3'
Mario Montagnani, senior investment strategy di Vontobel: “Recessione in America entro l’ultimo trimestre dell’anno. Privilegiamo un’esposizione su classi di attivo difensive e di qualità”

Il Nasdaq registra da inizio anno performance assolute nell’ordine del +31,9%, seguito dall’S&P 500 con il +17,4% e dall’Euro Stoxx 500 con il +16,6%

Montagnani: “Secondo le nostre aspettative avremo una recessione in America entro la fine dell’ultimo trimestre dell’anno; e avrà un impatto a livello globale”

La tanto paventata recessione oltreoceano è ormai alle porte. Secondo Mario Montagnani, senior investment strategy di Vontobel wealth management, potrebbe arrivare entro la fine dell’ultimo trimestre dell’anno. “Tutti gli indicatori segnalano un forte rallentamento dell’attività economica, indicando la prossimità di un periodo di crescita molto bassa se non addirittura di una recessione”, dichiara in occasione della conferenza stampa di presentazione del Market outlook della sim. “Elementi che ci inducono a essere più cauti, in particolare sull’azionario”, aggiunge.


“L’asset class che primeggia da inizio anno in termini di return assoluto, in euro, è sicuramente l’azionario”, ricorda innanzitutto l’esperto. “Azionario che premia l’esposizione a livello di crescita e di qualità, riflesse sicuramente in settori come servizi finanziari e tecnologia”. Il Nasdaq, osserva infatti Montagnani, registra da inizio anno performance assolute nell’ordine del +31,9%, seguito dall’S&P 500 con il +17,4% (che a sua volta vanta una grossa concentrazione sui titoli tecnologici) e dall’Euro Stoxx 500 con il +16,6% (guidato in questo caso dal settore dei consumi discrezionali e in particolare dal lusso). In coda invece i paesi emergenti che sottoperformano a causa di una Cina che stenta a ripartire in mancanza di uno stimolo forte da parte del governo e in particolare della banca centrale.


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Montagnani: “Recessione entro la fine dell’anno”

“Guardando alla crescita economica, tutti gli indicatori segnalano un forte rallentamento”, continua Montagnani. Ma se i mercati prevedono almeno quattro tagli dei tassi da parte della Federal Reserve già nel 2024, dal punto di vista corporate gli analisti finanziari indicano che - dopo un 2023 in cui la crescita degli utili è stata prossima allo zero - il 2024 sarà roseo. E sembrerebbero esserci diversi elementi che innescano questo entusiasmo. “Dobbiamo riconoscere che questo non è un ciclo economico tradizionale, ma abbiamo assistito a una serie di elementi che hanno stimolato l’economia in un periodo di innalzamento dei tassi senza precedenti, basti pensare all’Inflation reduction act introdotto a fine 2022 dal presidente Joe Biden”, osserva Montagnani. Avvertendo come tutto questo, però, avrà delle conseguenze.


Usa verso la recessione. Come preparare il portafoglio

“Il nostro scenario è che per Natale, sotto l’albero, avremo una recessione in America. Sostanzialmente entro la fine dell’ultimo trimestre”, dice Montagnani. “Di conseguenza, in funzione di questo scenario macroeconomico, l’esposizione che privilegiamo è su classi di attivo difensive e di qualità. Innanzitutto, siamo neutri sull’azionario, dopo più di 12 mesi di sovraponderazione. Abbiamo iniziato a settembre dello scorso anno catturando una buona performance dell’Msci (quasi il 30%) ma nel mese di agosto siamo diventati un po’ più cauti ponderando questa asset class a neutro e prediligendo investimenti di qualità”. 


Anche sull’obbligazionario l’approccio di Vontobel wealth management è neutrale a livello di asset class globale, prediligendo anche in questo caso “investimenti di qualità, per esempio a livello di governativi, mercati emergenti e hard currency in dollari”, precisa l’esperto. “Sugli alternativi manteniamo invece la sovraponderazione sull’oro, mentre siamo sottoponderati sugli hedge fund e sulle materie prime in generale”, dichiara Montagnani. A livello regionale, la sim resta positiva sul mercato americano, ritenuto in anticipo rispetto ai mercati sviluppati europei che continuano a lottare con l’inflazione. “Restiamo investiti sulla Svizzera, tenendo conto che - storicamente - ogni qualvolta abbiamo avuto una recessione il mercato svizzero ha sovraperformato. Siamo invece negativi sulle azioni europee, quindi sottoponderati, perché vediamo un grosso gap in termini di indicatori leader e revisioni degli analisti. Quanto al dollaro, dovrebbe indebolirsi con la possibilità di una recessione per poi rinforzarsi rispetto all’euro a partire da gennaio”.

Giornalista professionista, è laureata in Politiche europee e internazionali. Precedentemente redattrice televisiva per Class Editori e ricercatrice per il Centro di Ricerca “Res Incorrupta” dell’Università Suor Orsola Benincasa. Si occupa di finanza al femminile, sostenibilità e imprese.

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