Vertice Ue, l'Italia alza la sua quota a 209 miliardi

Teresa Scarale
Teresa Scarale
20.7.2020
Tempo di lettura: 3'
I negoziati serrati e interminabili (oltre 90 ore) del vertice Ue hanno giovato all'Italia la cifra monstre di 209 miliardi. Un risultato insperato alla vigilia delle trattative e un successo personale per il premier italiano. I "frugali" ottengono una complessiva riduzione dei sussidi, rimborsi più elevati e un sistema di controllo (non veto) sull'utilizzo dei fondi. Ma il pacchetto di sostegno alle economie europee resta di 750 miliardi, con l'Italia che incassa oltre un quarto (il 28%) delle risorse totali

Dopo oltre novanta ore di negoziato serrato, l'Italia porta a casa un risultato impensabile alla vigilia: un aumento a 209 miliardi dei fondi a lei destinati

Aumentano i rimborsi ("rebate") per Danimarca, Germania, Olanda, Austria e Svezia

Uno dei terreni di maggiore scontro nelle riunioni fra i leader Ue (Giuseppe Conte e Mark Rutte su tutti) è la governance del recovery fund. La nuova proposta di compromesso del presidente del Consiglio europeo Charles Michel viene incontro ai paesi più severi

Vertice Ue, per l'Italia una sorpresa da 209 miliardi


Sono le 5.32 del mattino del 21/7/2020 quando, dopo quattro giorni non stop di negoziato serrato, l'Italia porta a casa un risultato impensabile alla vigilia: un aumento a 209 miliardi dei fondi a lei destinati, il 28% del totale del pacchetto di aiuti. La cifra inizialmente prevista dalla proposta della Commissione (il Next Generation Fund Ue di Ursula Von der Leyen) era infatti di 173 miliardi di euro. Il bilancio pluriennale  (2021 - 2027) dell'Unione europea raggiunge i 1074 miliardi.
Punto di svolta nelle estenuanti trattative fra paesi "rigoristi" (Olanda, Danimarca, Austria, Svezia, Finlandia) e mediterranei (Italia, Spagna, Portogallo e Grecia, con la benedizione dell'asse franco-tedesco) è stata la nuova proposta del presidente del Consiglio Ue Charles Michel. Il bilancio europeo 2021-2027 nella versione di quest'ultimo resta a 1.074 miliardi di impegni. Aumentano i rimborsi ("rebate") per Danimarca, Germania, Olanda, Austria e Svezia. Alla Danimarca andranno 322 milioni annui di rimborsi, alla Germania 3,671 miliardi, all'Olanda 1,921 miliardi, all'Austria 565 e alla Svezia 1,069 miliardi.

Di cosa si tratta? I rebate sono una forma di restituzione agli Stati membri su quanto versato a Bruxelles in proporzione al Pil. Ne beneficiano i Paesi che in generale ricevono una quota di fondi troppo inferiore rispetto ai contributi versati nella cosiddetta cassa comune. Per la delegazione italiana si è trattato di uno strumento cruciale nella trattativa sull'elargizione dei sussidi.
La più importante decisione economica dall'introduzione dell'euro
Paolo Gentiloni, commissario Ue per l'economia, in un tweet

Saper amministrare il fondo europeo di ripresa


Uno dei terreni di maggiore scontro nelle riunioni fra i leader Ue (Giuseppe Conte e Mark Rutte su tutti) è la governance del recovery fund. La nuova proposta di compromesso del presidente del Consiglio europeo Charles Michel viene incontro ai paesi più severi nella gestione dei conti pubblici. Essa prevede infatti che il Consiglio approvi a maggioranza qualificata i piani presentati dagli Stati membri, sulla base delle proposte presentate dalla Commissione. La valutazione sul rispetto delle tabelle di marcia e degli obiettivi fissati per l'attuazione dei piani nazionali sarà affidata a un insieme di esperti: il Comitato economico e finanziario (Cef), ossia i consulenti dei ministri delle finanze. Se in questa sede, qualche paese riterrà che ci siano problemi, potrà eccezionalmente chiedere che la questione finisca sul tavolo del Consiglio europeo prima che venga presa qualsiasi decisione.

Un altro punto incandescente è quello relativo alla condizionalità sullo stato di diritto per l'utilizzo dei fondi da parte di paesi dalla democrazia sotto stress, come l'Ungheria. Pare però che anche su questo punto si stia giungendo a una soluzione.

I numeri in dettaglio


Nella proposta di Recovery fund presentata da Charles Michel all'Italia spettano in totale 208,8 miliardi, di cui 81,4 miliardi di sussidi e 127,4 miliardi di prestiti. La proposta iniziale prevedeva 173,826 miliardi totali, di cui 85,242 miliardi di sussidi e 88,584 miliardi di prestiti. Dunque l'aumento totale è di 34,974 miliardi, con un calo dei sussidi di 3,842 miliardi e un aumento dei prestiti di 38,816 miliardi.

La dotazione complessiva del piano per sostenere le economie più colpite dalla crisi pandemica resta a 750 miliardi. Dopo varie oscillazioni (da 500 a 450, a 400) la quota di sussidi si è fermata a 390 miliardi di euro, con la resilience e recovery facility (la parte del recovery fund che viene distribuita direttamente agli Stati) fissata a 312,5 miliardi. E' un po' più dei 310 previsti da Ursula Von der Leyen e leggermente meno dei 325 della precedente proposta di Michel.

Per Angela Merkel, il primo degli obiettivi del suo semestre europeo di presidenza è stato raggiunto. Ora si passa ai negoziati commerciali post Brexit.
Ce l'abbiamo fatta. L'Europa è forte. L'Europa è unita. Abbiamo raggiunto un accordo sul pacchetto per la ripresa e sul bilancio europeo. Questi sono stati, naturalmente, negoziati difficili in tempi molto difficili per tutti gli europei. Una maratona che si è conclusa con successo per tutti e 27 gli Stati membri, ma soprattutto per la popolazione europea. Questo è un buon accordo, è un affare solido e, soprattutto, questo è l'accordo giusto per l'Europa, proprio in questo momento
Charles Michel, presidente Consiglio europeo
Caporedattore Pleasure Asset. Giornalista professionista, garganica, è laureata in Discipline Economiche e Sociali presso l'Università Bocconi di Milano. Scrive di finanza, economia, mercati dell'arte e del lusso. In We Wealth dalla sua fondazione

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