Verbali Bce, c'è chi tifa per un rialzo da mezzo punto già a luglio

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Il compromesso sul rialzo da 25 punti base potrebbe essere sfidato dalla debolezza del cambio e da un'inflazione di giugno rivelatasi sopra le attese

Secondo il modello di pricing delle opzioni elaborato da Bloomberg, l'euro ha il 52% di probabilità di toccare la parità entro i prossimi 30 giorni e una possibilità su quattro di raggiungere 0,95 dollari entro la fine dell'anno

Secondo Carsten Brzeski, global head macro di ING, l'avvicinamento dell'euro alla parità con il dollar “potrebbe essere un'altra ragione per la quale i falchi spingerebbero per una sorpresa”, cioè un immediato rialzo da mezzo punto

Per la verità, il tono conclusivo dei verbali, però sembrano aver archiviato la discussione in favore di un rialzo da 25 punti base a luglio per una dettagliata serie di ragioni

La maggioranza dei membri del Consiglio direttivo della Bce ritiene che non sia opportuno sorprendere i mercati con un rialzo dei tassi superiore a quello annunciato più volte dalla presidente Christine Lagarde, ma, a quanto emerge dagli ultimi verbali dell'incontro del 6-7 giugno “alcuni membri hanno espresso una preferenza iniziale per mantenere aperta la porta a un aumento più consistente nella riunione di luglio”. Alla luce del nuovo balzo registrato dall'inflazione il mese scorso, che nell'Eurozona è passata dall'8,1 all'8,6%, è possibile che quelle istanze di maggior risolutezza da parte di alcuni membri torneranno a farsi sentire in occasione del prossimo meeting del 21 luglio. 


Già mese scorso, si legge ancora dai verbali, "alla luce delle proiezioni di base sull'inflazione che superano l'obiettivo della Bce all'orizzonte di riferimento, unitamente ai rischi di rialzo ampi e persistenti, è stato suggerito che la Bce debba reagire in modo più deciso di quanto implicito nelle aspettative del mercato".  Il rischio al rialzo, con il dato di giugno si è in qualche modo concretizzato, ma resta da vedere fino a che punto la Bce troverà giustificato muoversi smentendo le sue stesse dichiarazioni ufficiali. Secondo Carsten Brzeski, global head macro di ING, anche l'avvicinamento dell'euro alla parità con il dollaro, un altro elemento che influenza l'inflazione attraverso il costo dei prodotti importati, “potrebbe essere un'altra ragione per la quale i falchi spingerebbero per una sorpresa”, cioè un immediato rialzo da mezzo punto.  

Secondo il modello di pricing delle opzioni elaborato da Bloomberg, l'euro ha il 52% di probabilità di toccare la parità entro i prossimi 30 giorni e una possibilità su quattro di raggiungere 0,95 dollari entro la fine dell'anno.  


I membri più conservatori del board, dunque, potrebbero voler “anticipare la normalizzazione e prevenire eventuali discussioni indesiderate a settembre sulla giustificazione o meno di rialzi (più consistenti) dei tassi”, ha affermato Brzeski. 


Per la verità, il tono conclusivo dei verbali, però sembrano aver archiviato la discussione in favore di un rialzo da 25 punti base a luglio per una dettagliata serie di ragioni: 


  1. “In primo luogo, è molto probabile che un aumento iniziale moderato favorisca un continuo e ordinato aggiustamento del mercato in un contesto di elevata incertezza. 
  2. In secondo luogo, le aspettative di inflazione a più lungo termine sono rimaste ancorate all'obiettivo della Bce. 
  3. In terzo luogo, sulla base di una curva dei rendimenti che rifletteva le aspettative di una sequenza graduale ma sostenuta di rialzi dei tassi nel 2022 e nel 2023, si prevedeva che l'inflazione sarebbe tornata vicino all'obiettivo nel 2024. 
  4. In quarto luogo, il modo più efficace per gestire i rischi di rialzo dell'inflazione a medio termine era quello di essere chiari sulla funzione di reazione della Bce. Ciò significava comunicare che, in caso di intensificazione o concretizzazione di tali rischi, sarebbero stati appropriati incrementi maggiori o una sequenza più rapida di aumenti moderati dei tassi. Date le proiezioni attuali e l'elevato grado di incertezza, un aumento iniziale più consistente e preventivo rischiava di innescare aggiustamenti eccessivi dei tassi di interesse di mercato. Ciò potrebbe essere controproducente, soprattutto se i rischi al rialzo non si concretizzassero”.

Passando alla fine dell'estate, invece, è abbastanza scontato, anche perché di fatto anticipato dallo stesso Consiglio, che il rialzo dei tassi di settembre supererà i 25 punti base e che, probabilmente, sarà di mezzo punto. 

L'ultima nota riguarda la sostanziale assenza di nuovi elementi sullo scudo anti-spread in arrivo: dalle minute di giugno non emergono nuove informazioni e, probabilmente, su questo i verbali di luglio offriranno spunti più interessanti - a giudicare dalla difformità di opinioni emerse, in merito, fra Lagarde e il presidente della Bundesbank, Joachim Nagel


Responsabile per l'area macroeonomica e assicurativa. Giornalista professionista, è laureato in Linguaggi dei media e diplomato in Giornalismo all'Università Cattolica

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