Usa: Biden lancia maxi piano infrastrutture da 2 mila miliardi

Lorenzo Magnani
Lorenzo Magnani
1.4.2021
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Biden ha rispettato le promesse della campagna elettorale: presentato il piano infrastrutturale da 2,2 mila di dollari per rilanciare gli Stati Uniti

“È un investimento potente sull'America, che non è più stato fatto dai tempi della costruzione del sistema di Interstate Highways e della corsa nello spazio”, ha dichiarato Biden nel corso di una conferenza stampa a Pittsburgh, annunciando il nuovo piano infrastrutturale di 2,2 miliardi di dollari

Gli investimenti pubblici si concentreranno soprattutto sulla ricostruzione e la modernizzazione delle infrastrutture e su una politica industriale nel segno della sostenibilità. Dovrebbero distribuirsi su un periodo di otto anni e "produrre milioni di posti di lavoro"

E alla fine il piano è arrivato. A ufficializzarlo è stato lo stesso Joe Biden, che mercoledì sera a una conferenza a Pittsburgh ha annunciato il maxi-piano di investimento da 2,2 mila miliardi con cui gli Stati Uniti intendono uscire dalla crisi e proiettarsi nel futuro. L'obiettivo dichiarato dallo stesso presidente è quello di rendere gli Stati Uniti “la più resiliente e innovativa economia del mondo”. Per attuarlo sarà però necessario un aumento delle tasse. Come reagirà il mercato?

Questioni di mercato


Guardando all'andamento dei principali indici borsistici il giorno dopo si direbbe bene. Il Dow Jones giovedì ha iniziato gli scambi in aumento dello 0,36%, l'S&P 500 dello 0,67%, salendo per la prima volta oltre quota 4mila, e il Nasdaq del 1,24%. “Il piano di Biden è ritenuto sostenibile dal mercato: all'aumento delle tasse corrisponde un'enorme immissione di liquidità nell'economia che gioverà al paese” commenta Nicolò Nunziata, strategist di Marzotto Sim che sottolinea che sono in arrivo anche altri 2 mila miliardi nel contesto di un piano sulle “infrastrutture umane” che, agendo sulle fasce reddituali più basse, stimolerà il consumo e dunque la crescita economica. 4 mila miliardi in tutto: cifre enormi. Non si rischia di surriscaldare eccessivamente l'economia e di creare inflazione? “Attualmente ci sono forze contrarie. I dati sulla disoccupazione dicono che c'è ancora molta capacità inutilizzata. Di contro c'è una momentanea criticità nella fornitura delle materie prime. Nel complesso alla luce dell'effetto deflazionistico dell'innovazione, è più verosimile che ci saranno dei picchi di inflazione, ma non tali da giustificare un intervento delle autorità monetarie” spiega Nunziata. Per i mercati dunque si prospetta uno scenario ideale. “Non esistono condizioni più favorevoli per l'azionario di quelle attuali: c'è crescita, gli stimoli sono ampi, gli aumenti delle tasse circostanziati e l'inflazione sembra sotto controllo. I settori che più beneficeranno del piano industriale di Biden sono quelli ciclici. In particolare quelli legati all'industria delle costruzioni”.

L'American Jobs Plan


Il piano annunciato mercoledì non ha tradito le aspettative. La Casa Bianca propone di spendere circa 2,2 mila miliardi in dieci anni, di cui la maggior parte entro 8 anni. Di questa cifra, circa 558 miliardi di dollari saranno destinati a progetti di infrastrutture tradizionali come autostrade, transito, acqua e fognature. Altri 374 miliardi di dollari andranno alle aree ad alta tecnologia, come la banda larga, la modernizzazione della rete, l'energia, lo stoccaggio pulito e la spesa relativa ai veicoli elettrici; 378 miliardi alla costruzione e al potenziamento di strutture residenziali e non residenziali. Gli incentivi alla R&S e alla produzione ammonteranno a 480 miliardi di dollari, mentre infine 500 miliardi di dollari sono dedicati all'assistenza e allo sviluppo della forza lavoro. Secondo Goldman Sachs, per via della regola empirica che a un aumento del finanziamento federale di un dollaro corrisponde un aumento della spesa federale solo di circa $0,40 l'anno successivo, è lecito attendersi che la spesa federale aumenterà di circa 100 miliardi di dollari l'anno prossimo e forse di 150-200 miliardi nel 2023.
Laureato in Finanza e mercati Internazionali presso l’Università Cattolica di Milano, nella redazione di We Wealth scrive di mercati, con un occhio anche ai private market. Si occupa anche di pleasure asset, in particolare di orologi, vini e moto d’epoca.

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