Sterlina, dopo la retromarcia del governo le incertezze restano

Al 18 ottobre la sterlina si trova a 1,1267 sul dollaro, sugli stessi livelli che avevano preceduto l'annuncio del mini-budget della premier Truss, in seguito al quale la moneta britannica era scesa a un minimo di 1,0349
Secondo indiscrezioni pubblicate dalla Bbc, numerosi parlamentari conservatori starebbero chiedendo privatamente le dimissioni della premier insediatasi appena lo scorso 6 settembre.
Sul piano finanziario si mette male per l'immobiliare britannico, mentre non si possono escludere nuovi ribassi della sterlina "che potrebbe raggiungere la parità"
Il nuovo Cancelliere dello Scacchiere britannico, Jeremy Hunt, ha annunciato la cancellazione della maggior parte dei tagli fiscali previsti dal suo predecessore, Kwasi Kwarteng, costringendo la premier Liz Truss ad una clamorosa retromarcia che potrebbe mettere presto in discussione la sua permanenza a Downing Street. L'espansione fiscale da 45 miliardi di sterline annunciata il 23 settembre per contrastare la recessione in arrivo nel Regno Unito aveva ribaltato la politica fiscale più ortodossa quando l'inflazione aumenta: se l'obiettivo è moderare l'aumento dei prezzi, la capacità di spesa dei cittadini non deve aumentare. L'aumento delle aspettative sull'inflazione britannica aveva, quindi, penalizzato i titoli di Stato nazionali e il valore della sterlina.
Il 18 ottobre (data di uscita dell'articolo) la sterlina si trovava a 1,1267 sul dollaro, sugli stessi livelli che avevano preceduto l'annuncio del mini-budget della premier Truss, in seguito al quale la moneta britannica era scesa a un minimo di 1,0349. Un recupero favorito, nelle ultime settimane, anche dall'intervento di acquisto della Banca d'Inghilterra sui titoli di Stato (Gilt).
Rispetto al picco del 27 settembre (4,643%) il rendimento del Gilt decennale è rientrato al 4,017%, un livello comunque più elevato di circa mezzo punto rispetto a quello che precedeva l'annuncio del piano fiscale della Truss.
La nuova agenda Hunt
Il nuovo piano di intervento annunciato dal cancelliere Hunt ritirerà “quasi tutti” i tagli fiscali annunciati a settembre dal governo. Come già annunciato dall'ex cancelliere Kwarteng, l'aliquota sui redditi più elevati non verrà rimossa, ma resterà dov'è. Fra le misure ritirate dal cancelliere Hunt, invece, figurano il taglio dal 20 al 19% sull'aliquota reddituale più bassa, gli acquisti esenti da Iva per i cittadini non britannici, l'annullamento dell'aumento dell'imposta sui redditi delle società dal 19 al 25% previsto dall'ex cancelliere Sunak per il prossimo aprile (inasprimento che, quindi, ci sarà), il taglio all'imposta sui dividendi.
Sul piano politico è un'inversione a “U” rispetto a quanto la premier Truss aveva dichiarato anche dopo la dura reazione dei mercati al suo piano, che aveva ripetutamente rivendicato come “necessario”. Secondo indiscrezioni pubblicate dalla Bbc, numerosi parlamentari conservatori starebbero chiedendo privatamente le dimissioni della premier insediatasi appena lo scorso 6 settembre.
“Sebbene la premier avesse tutte le intenzioni di fare il botto nelle sue prime settimane di mandato, è chiaro che non aveva previsto la tempesta che si stava preparando e sono sicuro che lei più di chiunque altro a questo punto farebbe qualsiasi cosa per avere qualche settimana più tranquilla Ammesso che riesca a resistere così a lungo, naturalmente”, ha commentato Craig Erlam, analista di OANDA, “l'inversione di rotta di questa mattina è stata ancora più storica del mini-bilancio iniziale. Un momento umiliante dopo un periodo caotico per la Truss, in cui la fiducia in lei da parte dei mercati, dell'opinione pubblica e del suo stesso partito sembra essere stata decimata”.
Le conseguenze finanziarie della nuova fase
Sul piano finanziario, invece, i mercati hanno reagito con una certa calma alla nuova fase aperta dal cancelliere Hunt, ma il completo recupero della fiducia sull'operato del governo britannico sarebbe ancora tutta da riconquistare. “Stiamo assistendo a un miglioramento dal punto di vista del mercato”, ha dichiarato Erlam, “è bastato invertire quasi tutti i tagli fiscali non finanziati per ottenerlo. Il lavoro non è ancora finito, il nuovo Cancelliere ha fatto ciò che era necessario, ma le decisioni più difficili verranno probabilmente prese nel corso del mese con il bilancio”.
Dopo l'annuncio dei tagli fiscali targati Truss e Kwarteng “i mercati avevano deciso che i tassi di base del Regno Unito sarebbero dovuti aumentare ancora più rapidamente dei tassi di interesse in Europa e negli Stati Uniti... si prevedeva che i tassi di base avrebbero raggiunto il 6,25% la prossima primavera. Ora le previsioni sono scese a poco più del 5%”, ha commentato Steven Bell, Chief Economist EMEA di Columbia Threadneedle Investments.
Per quanto ridimensionato l'atteso aumento dei tassi è una cattiva notizia per il mercato immobiliare britannico, che si stava già indebolendo: “I prezzi delle case sono destinati a scendere e l'esperienza passata suggerisce che si tratterà di un processo lento e doloroso, un freno serio e duraturo all'economia”. Sul piano valutario la debolezza della sterlina, nonostante l'inversione di rotta annunciata dal cancelliere Hunt, invita ancora cautela. “In tempi normali, un aumento dei tassi di interesse nel Regno Unito rafforzerebbe la sterlina, che tuttavia rimane vulnerabile”, ha aggiunto Bell, “abbiamo un enorme deficit delle partite correnti, la fiducia nel Regno Unito è stata danneggiata e i tassi di interesse all'estero sono in aumento: nonostante il buon rimbalzo dai minimi di tre settimane fa, restiamo ancora negativi sulla sterlina e prevediamo che quest'inverno scenderà sotto la parità”.