Risparmio: italiani formiche contro le incognite sul futuro

29.10.2020
Tempo di lettura: 3'
In vista della Giornata mondiale del risparmio, arriva l'ora dei conti per i consumatori. Stando a un'indagine di Acri e Ipsos, la crisi ha spinto il 58% degli italiani ad accantonare “senza troppe rinunce”. Un tesoretto che permetterebbe loro di difendersi da eventuali spese impreviste
Secondo una ricerca di Acri-Ipsos, la crisi economica attuale viene percepita come “indubbiamente grave” dall'84% dei cittadini
L'82 e il 42% degli italiani ritengono che non avrebbero problemi a finanziare con mezzi propri spese inaspettate rispettivamente da 1.000 o da 10mila euro
N26: “I risparmiatori pongono molta più attenzione all'utilizzo del proprio denaro per assicurarsi una maggiore sicurezza economica sul lungo periodo”
In attesa della Giornata mondiale del risparmio del prossimo 31 ottobre, gli italiani volgono lo sguardo verso un futuro colmo di incognite e ambiscono ai depositi come fonte di tranquillità, molto più di quanto non accadesse in passato. Secondo la 20esima edizione dell'indagine annuale condotta da Acri e Ipsos, oggi “il risparmio viene sempre più vissuto come un ingrediente funzionale a una proiezione al breve-medio termine, piuttosto che come fonte di sacrificio odierno per una progettazione di lungo periodo”. E sebbene la crisi economica attuale, percepita come “indubbiamente grave” dall'84% dei cittadini, non abbia fatto altro che incentivare questa propensione, la fine sembrerebbe essere meno lontana di quanto emerso in passato.
Stando allo studio, infatti, due terzi degli italiani oggi si dichiarano “molto” o “abbastanza soddisfatti” della propria situazione economica e oltre la metà afferma di aver mantenuto se non addirittura migliorato il proprio tenore di vita. Guardando ai prossimi tre anni, cresce anche il saldo positivo tra chi si attende un miglioramento o un peggioramento delle proprie finanze, pari a +13 punti percentuali. Il 58% afferma di aver accantonato riserve “senza troppe rinunce”, specialmente negli ultimi 12 mesi. Un tesoretto che permetterebbe a un numero crescente di italiani di difendersi da eventuali spese impreviste, al punto che l'82 e il 42% ritengono che non avrebbero problemi a finanziare con mezzi propri uscite improvvise rispettivamente da 1.000 o da 10mila euro.
Di conseguenza, l'accumulo di liquidità diventa fonte di tranquillità per il 46% degli intervistati (si parla di un campione rappresentativo della popolazione italiana adulta di 1.000 soggetti, ndr) e si allontana dal concetto di sacrificio nel 21% dei casi, in crescita di nove punti percentuali rispetto allo scorso anno. Il prossimo futuro, dunque, non desterebbe particolari preoccupazioni, diversamente da un orizzonte temporale di 10 o 20 anni contrassegnato dalle incognite sulle prospettive per i giovani, l'instabilità lavorativa e la salute.
Di conseguenza, l'accumulo di liquidità diventa fonte di tranquillità per il 46% degli intervistati (si parla di un campione rappresentativo della popolazione italiana adulta di 1.000 soggetti, ndr) e si allontana dal concetto di sacrificio nel 21% dei casi, in crescita di nove punti percentuali rispetto allo scorso anno. Il prossimo futuro, dunque, non desterebbe particolari preoccupazioni, diversamente da un orizzonte temporale di 10 o 20 anni contrassegnato dalle incognite sulle prospettive per i giovani, l'instabilità lavorativa e la salute.
A confermare una tale propensione al risparmio, intanto, concorre anche un'indagine realizzata da Sapio research per N26 su un campione di oltre 10mila individui residenti in Europa e negli Stati uniti, di cui 1.023 italiani. Guardando proprio al lungo periodo, il 27% degli intervistati dichiara di aver posto “molta più attenzione all'utilizzo del proprio denaro per assicurarsi una maggiore sicurezza economica sul lungo periodo”, si legge in una nota, sulla stessa linea d'onda dei tedeschi (24%), dei francesi (25%) e dei belgi (28%).
Di riflesso, uno su tre ha rinunciato a una spesa non essenziale, mentre il 17% si è rivolto a nuovi strumenti tecnologici per la gestione del denaro o delle proprie spese. Solo il 6%, inoltre, ha dichiarato di non possedere un conto di risparmio prima dello shock pandemico ma di essere di fatto intenzionato ad aprirne uno. Contrariamente, il 26% ha mantenuto fede alle proprie propensioni pre-covid, contro il 47% dei Paesi Bassi, il 37% della Germania, il 36% della Francia e il 34% del Belgio.
Di riflesso, uno su tre ha rinunciato a una spesa non essenziale, mentre il 17% si è rivolto a nuovi strumenti tecnologici per la gestione del denaro o delle proprie spese. Solo il 6%, inoltre, ha dichiarato di non possedere un conto di risparmio prima dello shock pandemico ma di essere di fatto intenzionato ad aprirne uno. Contrariamente, il 26% ha mantenuto fede alle proprie propensioni pre-covid, contro il 47% dei Paesi Bassi, il 37% della Germania, il 36% della Francia e il 34% del Belgio.