Ricchezza finanziaria globale in calo

20.6.2019
Tempo di lettura: 2'
Secondo l'ultimo rapporto pubblicato da Boston Consulting Group, dedicato al wealth management, il 2018 ha visto un brusco rallentamento della ricchezza finanziaria globale. È tempo che i gestori patrimoniali inizino a guardare a nuove opportunità
Il segmento degli affluent, sottovalutato in tutti questi anni, potrebbe essere un settore dove cercare nuove opportunità di crescita e sviluppo finanziario
In questa categoria si trova infatti una ricchezza finanziaria personale compresa tra i 250.000 e il milione di dollari
La ricchezza finanziaria globale è in frenata. Nel 2018 l'andamento dei mercati azionari ha avuto un forte impatto sull'andamento della ricchezza finanziaria e sulla redditività del wealth management. Secondo la ricerca: “Reigniting redical growth” pubblicata dal Boston Consulting Group (Bcg) la ricchezza finanziaria complessiva, nel 2018, è cresciuta solo dell'1,6%, raggiungendo i 205,9 mila miliardi di dollari. Un dato positivo ma nettamente inferiore rispetto alla crescita del 7,5% registrata l'anno precedente, e ben al di sotto del tasso del 6,2% fatto dal 2013 al 2017.

Altro aspetto da tener conto nella crescita finanziaria globale sono i milionari. Questi continuano a crescere ma più lentamente rispetto al passato e tendono anche a geolocalizzarsi sempre di più. Nel 2018 gli High net worth individuals (Hnwi, individui che detengono un patrimonio superiore ai 100 milioni di dollari di ricchezza finanziaria personale) sono infatti cresciuti del 2,1%, su base annua, raggiungendo i 22,1 milioni di dollari (questo gruppo detiene attualmente il 50% delle attività finanziarie personali a livello globale) e la maggiore concentrazione risulta essere in Nord America. Si prevede però che sempre più la ricchezza si trasferirà in Asia (Giappone escluso).
Ci si trova dunque in una situazione dove il 50% della ricchezza è detenuta dai milionari, che lentamente continuano a crescere, e dall'altra parte c'è una crescita globale molto rallentata rispetto agli anni passati. Che fare dunque?
Secondo il report i gestori patrimoniali, dovrebbero iniziare a cercare opportunità di ritorno in nuovi segmenti. Uno di questi potrebbero essere gli affluent. Questi rappresentano infatti una delle maggiori aree di potenziale di crescita, ma anche una delle più trascurate. Il segmento affluent detiene infatti una ricchezza finanziaria personale compresa tra i 250.000 e il milione di dollari e si prevede che i suoi asset investibili cresceranno a un Cagr del 6,2% nei prossimi cinque anni.

Guardando il quadro italiano, il report evidenzia come gli affluent sono 1,4 milioni, i milionari costituiscono un gruppo di circa 400 mila persone e gli Hnwi sono invece 1,700. L'Italia si posiziona dunque al nono posto, con 5 mila miliardi di dollari di ricchezza finanziaria personale. Entro il 2023 le stime prevedono che la ricchezza finanziaria personale degli italiani possa toccare i 5,6 mila miliardi di dollari. Questo significa che per gli attori del mercato è necessario cambiare passo pensando di investire in innovazione di prodotto, analisi avanzate e strumenti digitali per estendere la portata, personalizzare il servizio e differenziare le offerte. “La sfida passa per un significativo miglioramento e differenziazione del modello di servizio sui diversi segmenti, non solo patrimoniali, di clientela e per l'utilizzo di dati e nuove tecnologie per personalizzare il dialogo con il cliente, la pianificazione dei bisogni, l'ottimizzazione del pricing e la gestione della retention – commenta Edoardo Palmisani del Bcg.

Altro aspetto da tener conto nella crescita finanziaria globale sono i milionari. Questi continuano a crescere ma più lentamente rispetto al passato e tendono anche a geolocalizzarsi sempre di più. Nel 2018 gli High net worth individuals (Hnwi, individui che detengono un patrimonio superiore ai 100 milioni di dollari di ricchezza finanziaria personale) sono infatti cresciuti del 2,1%, su base annua, raggiungendo i 22,1 milioni di dollari (questo gruppo detiene attualmente il 50% delle attività finanziarie personali a livello globale) e la maggiore concentrazione risulta essere in Nord America. Si prevede però che sempre più la ricchezza si trasferirà in Asia (Giappone escluso).
Ci si trova dunque in una situazione dove il 50% della ricchezza è detenuta dai milionari, che lentamente continuano a crescere, e dall'altra parte c'è una crescita globale molto rallentata rispetto agli anni passati. Che fare dunque?
Secondo il report i gestori patrimoniali, dovrebbero iniziare a cercare opportunità di ritorno in nuovi segmenti. Uno di questi potrebbero essere gli affluent. Questi rappresentano infatti una delle maggiori aree di potenziale di crescita, ma anche una delle più trascurate. Il segmento affluent detiene infatti una ricchezza finanziaria personale compresa tra i 250.000 e il milione di dollari e si prevede che i suoi asset investibili cresceranno a un Cagr del 6,2% nei prossimi cinque anni.
Guardando il quadro italiano, il report evidenzia come gli affluent sono 1,4 milioni, i milionari costituiscono un gruppo di circa 400 mila persone e gli Hnwi sono invece 1,700. L'Italia si posiziona dunque al nono posto, con 5 mila miliardi di dollari di ricchezza finanziaria personale. Entro il 2023 le stime prevedono che la ricchezza finanziaria personale degli italiani possa toccare i 5,6 mila miliardi di dollari. Questo significa che per gli attori del mercato è necessario cambiare passo pensando di investire in innovazione di prodotto, analisi avanzate e strumenti digitali per estendere la portata, personalizzare il servizio e differenziare le offerte. “La sfida passa per un significativo miglioramento e differenziazione del modello di servizio sui diversi segmenti, non solo patrimoniali, di clientela e per l'utilizzo di dati e nuove tecnologie per personalizzare il dialogo con il cliente, la pianificazione dei bisogni, l'ottimizzazione del pricing e la gestione della retention – commenta Edoardo Palmisani del Bcg.