Trimestrali: recessione utili? Bene JPMorgan, Citi e BlackRock

Alberto Battaglia
14.4.2023
Tempo di lettura: 5'
Le grandi banche Usa che hanno comunicato i risultati venerdì 14 aprile hanno lanciato segnali prevalentemente positivi

Con una contrazione attesa del 7% per la media delle imprese del listino S&P 500 gli utili dovrebbero osservare il peggior calo da inizio pandemia, secondo il consenso FactSet

"Siamo nel campo della recessione degli utili”, ha affermato il capo strategist di Morgan Stanley, Mike Wilson, “il fatto che ci sia o meno una recessione economica non è importante quanto la recessione degli utili e la situazione” di questi ultimi “è molto peggiore di quello che pensa il consenso

La stagione delle trimestrali americane si è aperta con aspettative tutt'altro che rosee. Con un rallentamento economico che inizia a vedersi nei dati macroeconomici, serpeggia il timore di una recessione degli utili aziendali: un evento poco conciliabile con l'andamento di Wall Street da inizio anno, rimasto positivo nonostante i fallimenti di Svb e Signature. L'ultimo segnale sulla perdita di slancio economica negli Stati Uniti è arrivato dalle vendite al dettaglio, scese dell'1% mensile a marzo, contro una previsione decisamente meno negativa (-0,4%).


Le grandi banche hanno comunicato i risultati venerdì 14 aprile, tuttavia, hanno lanciato segnali prevalentemente positivi.


Le prime trimestrali delle Big Bank americane

JPMorgan Chase ha riportato un risultato decisamente migliore del previsto, grazie al contributo di un margine d'interesse lievitato di quasi il 50% rispetto a un anno fa. I ricavi sono stati pari a 39,34 miliardi di dollari contro i 36,19 miliardi previsti, mentre gli utili per azione rettificati sono stati di 4,32 dollari contro una stima Refinitiv di 3,41 dollari. L'utile netto è aumentato del 52% rispetto all'anno scorso a 12,62 miliardi di dollari, tenendo conto di 868 milioni di dollari di perdite sui titoli. Migliorata anche la guidance per il net interest income di circa 7 miliardi a 81 miliardi. Il titolo ha avviato la seduta a Wall Street con un rialzo superiore al 7%.


Sorprese positive anche per la trimestrale di Citigroup, il cui utile è aumentato del 7% a 4,6 miliardi dollari, con un Eps rettificato di 1,86 dollari (contro gli 1,65 previsti). Il titolo Citigroup è avanzato del 3% nella prima parte di seduta a Wall Street.


Fra gli asset manager, invece, ha perso quota l'utile netto di BlackRock, con un calo del 19% a 1,16 miliardi di dollari e un Eps da 7,64 dollari inferiore ai 7,78 dollari previsti dal consenso FactSet. Giù del 10% anche i ricavi a 4,24 miliardi dollari. Tuttavia, le masse gestite sono aumentate a 9.100 miliardi di dollari dagli 8.600 miliardi del trimestre precedente (con 110 miliardi di raccolta netta). I dati sulle masse superiori alle attese hanno sortito il maggior effetto sul titolo azionario, in rialzo del 4% nella prima parte della seduta.

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Il timore di recessione degli utili

In attesa di capire se nel complesso saranno rispettate o meno, le attese sull'andamento degli utili societari del primo trimestre indicano un deciso segno “meno”: con una contrazione attesa del 7% per la media delle imprese del listino S&P 500 gli utili dovrebbero osservare il peggior calo da inizio pandemia, secondo il consenso FactSet.


In particolare, l'outlook sugli utili è particolarmente negativo per le società dei settori tecnologico e delle comunicazioni, mentre le compagnie energetiche vedranno crescere per il quinto trimestre consecutivo i propri profitti.


"Siamo nel campo della recessione degli utili”, ha affermato il capo strategist di Morgan Stanley, Mike Wilson, “il fatto che ci sia o meno una recessione economica non è importante quanto la recessione degli utili e la situazione” di questi ultimi “è molto peggiore di quello che pensa il consenso... Lo stress bancario ci rende ancora più sicuri di questo".


Il fallimento di Svb, venuto a galla il 10 marzo scorso con l'intervento della Federal Reserve, non potrà mostrare molti dei suoi effetti nei risultati del primo trimestre, che ormai si avviava alla conclusione. L'opinione condivisa, tuttavia, è che la stretta sul credito che sarebbe derivata dalla crisi di fiducia sulla solidità degli istituti bancari avrà un effetto recessivo sull'economia aumentando le possibilità di recessione economica – uno scenario che non potrà favorire gli affari delle imprese (bancarie e non). Il fatto che la gran parte delle vulnerabilità del sistema bancario americano si concentrino sulle banche medio-piccole non significa che una riduzione dei rischi, da parte di queste ultime, non abbia importanti ripercussioni economiche. Goldman Sachs ha stimato che nel 95% delle contee almeno il 70% dei prestiti alle piccole imprese proviene da banche più piccole e regionali, banche che sulla scia del caso Svb ora stanno ritirando i prestiti “in modo sproporzionato”, ha affermato la banca d'affari.


L'appuntamento con le trimestrali, insomma, arriva in un momento che non sembra particolarmente favorevole per le imprese. A fronte dell'abbassamento delle previsioni degli analisti, l'attenzione ora è alla prova dei numeri reali. Dalla reporting season “ci attendiamo preziose indicazioni per capire meglio se possiamo davvero parlare di fine taglio stime”, un evento che spinge a nuovi rialzi azionari, “oppure se il consenso dovrà ancora ridurre le sue aspettative di crescita futura di utili, spingendo i mercati ad una nuova correzione”, aveva affermato alcuni giorni fa il team di gestione di Pharus AM.


Secondo il capo strategist di Lazard, Ron Temple, “è più probabile che resteremo delusi, piuttosto che sorpresi in senso positivo”. Anche perché sarebbe la prima significativa battuta d'arresto da diverso tempo osservata nei risultati aziendali, non solo nelle previsioni.

Responsabile per l'area macroeonomica e assicurativa. Giornalista professionista, è laureato in Linguaggi dei media e diplomato in Giornalismo all'Università Cattolica

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