Dalio: "Tassi arriveranno al 4,5%", ecco cosa succede alle azioni

Secondo Dalio, c'è da aspettarsi "che i tassi d'interesse salgano, che altri mercati scendano e che l'economia sia più debole del previsto, e questo senza considerare l'aggravarsi delle tendenze dei conflitti interni ed esterni e i loro effetti"
La notizia dell'aumento dell'inflazione americana di agosto ha colpito Wall Street con il peggior calo giornaliero dal 2020, ma il motivo potrebbe non apparire subito evidente. Per uno dei più influenti investitori della comunità finanziaria, Ray Dalio, il percorso logico, però, c'è eccome. In unnuovo articolo pubblicato su Linkedin il fondatore di Bridgewater Associates ha descritto come l'inflazione sia il primo gradino di una scala che porta, nell'ordine, prima ai rialzi dei tassi d'interesse, poi alle correzioni dei prezzi sui mercati finanziari e, infine, all'impatto negativo sull'economia reale. A colpire, però, sono soprattutto le previsioni di Dalio da qui a fine anno, secondo le quali si verificherà un ulteriore ribasso del mercato azionario da ben 20 punti percentuali.
"L'aumento dei tassi di interesse avrà due tipi di effetti negativi", ha scritto Dalio nel suo articolo, "1) l'effetto negativo sul prezzo degli asset e 2) la diminuzione dei redditi prodotti dalle attività a causa dell'indebolimento dell'economia".
"Nel primo caso, un aumento dei tassi dal livello attuale al 4,5% circa produrrà un impatto negativo del 20% circa sui prezzi delle azioni", ha affermato l'investiore aggiungendo che questo ribasso medio, sarà maggiore per gli asset a più lunga durata e minore per quelli a più breve durata. Il calo dei ricavi dei ricavi dovuto al rallentamento dell'economia sarebbe, invece, del 10%".
In seguito alla pubblicazione dei dati sull'inflazione statunitense di agosto le attese di un rialzo dei tassi sui fondi federali da 100 punti base sono salite al 34%, ha ricordato l'analista di IG Italia, Federico Vetrella, mentre il rialzo da 75 punti base rimane quello più quotato - anche se con una percentuale in calo dal 91 al 66%.
Secondo Dalio, i tassi d'interesse Fed dovranno "salire molto - verso la fascia più alta del 4,5-6% e "questo farà calare la crescita del credito al settore privato, che farà calare la spesa del settore privato e, di conseguenza, l'economia". Al momento l'aspettativa degli investitori sta prezzando un tasso al 4,4% a fine anno, dal 2,5% attuale.
Dove andranno i mercati: visioni divergenti
Mentre il consenso sui tassi in salita è pressoché unanime, non tutti gli analisti credono che il mercato scenderà ancora. Secondo Vetrella la reazione mercati osservata in seguito al dato sull'inflazione di agosto è "esagerata visto che non vediamo una particolare debolezza nei fondamentali dell’economia a stelle e strisce, anzi confidiamo nella strategia della Federal Reserve di privilegiare, nel breve termine, la stabilità dei prezzi rispetto alla tenuta del mercato del lavoro, ancora in ottima salute". Di conseguenza l'analista di IG Italia ritiene che i ribassi fin qui osservati rappresentino ormai "un’ottima opportunità di acquisto per gli investitori con un’ottica di medio-lungo termine che intendono aprire delle posizioni a quotazioni fortemente scontate".
Recentemente alcuni osservatori avevano mostrato una certa affinità di vedute con Dalio,anticipando nuovi ribassi per Wall Street entro la fine dell'anno. Fra questi l'influente investitore Harry Dent e il veterano fondatore di GMO Jeremy Grantham. Fino a che punto i rialzi dei tassi e, fattore ancor più determinante, il calo degli utili societari in arrivo è già stato messo in conto dagli investitori? Un elemento in grado di determinare la risposta potrebbe risiedere nelle attese a lungo termine per l'inflazione che, secondo Dalio, gli investitori stanno sottostimando attorno al 2,6%: secondo il popolare investitore l'aumento sarà del 4,5-5% con la possibilità che nuovi choc economici possano peggiorare ulteriormente le cose. Un'inflazione stabilmente più elevata avrebbe conseguenze anche sui tassi
Dalio ha osservato che gli investitori potrebbero essere ancora troppo compiacenti riguardo all'inflazione a lungo termine. Mentre il mercato obbligazionario suggerisce che gli operatori si aspettano un tasso d'inflazione medio annuo del 2,6% nel prossimo decennio, la sua "stima" è che l'aumento sarà di circa il 4,5-5%. Con gli shock economici, potrebbe essere anche "significativamente più alto" di così. "Mi sembra probabile che il tasso d'inflazione rimarrà significativamente al di sopra di quello che la gente e la Fed vorrebbero ", anche se il confronto su base annua scenderà. Pertanto, ha concluso Dalio, c'è da aspettarsi "che i tassi d'interesse salgano, che altri mercati scendano e che l'economia sia più debole del previsto, e questo senza considerare l'aggravarsi delle tendenze dei conflitti interni ed esterni e i loro effetti".