Mercati: vola il terziario in Italia, ma gli occhi restano sull'Asia

L’allentamento delle restrizioni anti-covid e il ritorno dei viaggi internazionali, stando agli ultimi dati di Ihs Markit, hanno progressivamente liberato il flusso della domanda rimasta finora inespressa
Occhi sulle interruzioni della catena di fornitura. I problemi registrati in Asia (dove è collocata una grossa fetta della filiera di produzione) si riflettono anche nelle trimestrali dei colossi europei, come Bmw e Adidas
Antonio Cesarano: “Si tratta di indicatori un po’ particolari. Se vogliamo tradurli sotto il profilo del mercato azionario, hanno in sé il buono della ripresa ma anche i geni del rallentamento che sta per arrivare”
Quanto all'Italia, spiega, la conversione in legge del dl semplificazioni e governance e il passaggio alla Camera della riforma della giustizia dimostrano che il premier Mario Draghi “sta rispettando i tempi previsti con l'Unione europea”. Guardando per esempio ai flussi degli etf europei verso i singoli paesi, racconta Cesarano, “si è visto un picco grosso verso l'Italia a febbraio in concomitanza con l'arrivo di Draghi, poi un po' di scetticismo ad aprile, un ritorno tra maggio e giugno quando diventò chiaro che il premier fosse in grado di dialogare con il Parlamento e rispettare i tempi di consegna delle riforme previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, e infine un po' più di stasi a luglio, probabilmente in attesa di capire quanto durerà ancora l'effetto-Draghi”.
La maggiore predisposizione degli investitori esteri per la Penisola, tra l'altro, sembrerebbe trovare riscontro anche nei sondaggi. “L'ultimo di Bank of America è stato netto: quando si chiede agli investitori quale sia il loro mercato azionario europeo preferito, l'Italia spesso è al primo o al secondo posto, quasi a pari merito con la Germania”, continua Cesarano, “ma occorre comunque più chiarezza sul fronte politico”. Quanto all'accelerata del terziario, conclude, molto dipenderà dalla situazione contingente. “Stando al report di Ihs Markit, c'è stata una forte crescita nell'assunzione del personale (si parla del più sostanzioso incremento occupazionale in quasi due anni, ndr) e un'ampia ripresa della domanda, ma allo stesso tempo molte aziende hanno confermato disagi nel tenere il passo con le vendite e con le sempre maggiori pressioni sulle capacità. Anche in questo caso, come per il manifatturiero, c'è un problema di carenze. Senza dimenticare il tema dell'espansione della variante, che potrebbe incidere sulla domanda. Un rallentamento credo ci sarà: è quello che la vedetta dei tassi a lungo termine già da maggio-giugno sta iniziando a segnalare”.