Mercati emergenti: il 2022 rischia di essere un altro flop?

Goldman Sachs ha pubblicato il report "EM Market Outlook 2022: Old-School Challenges and Early-Hiker Opportunities" con il quale ha presentato l'outlook 2022 per i mercati emergenti
A livello aggregato la banca si aspetta che l’indice l'MSCI EM fornisca un rendimento totale di circa l’11% nei prossimi 12 mesi
Credito sovrano: esportatori di petrolio per il rialzo. Gli spread del credito emergente sembrano sostanzialmente equi e non offrono molto valore: la maggior parte degli spread sono stretti e l'ampiezza a livello di indice è determinata da un numero crescente di emittenti sovrani in difficoltà di credito. Goldman rimane neutrale sia sull'investment grade che sull'high yield, preferendo in entrambe le categorie gli esportatori di petrolio e nell'high yield i paesi con traiettorie fiscali più solide. Ci aspettiamo che il tasso di insolvenza (circa il 2,9%) e l'emissione lorda (circa 130 miliardi di dollari) siano simili a quelli di quest'anno.
Valute emergenti: carry elevato e "beta" moderato. Tra le valute high yield, quelle preferite da Goldman Sachs sono: rublo russo, peso messicano e rupia indiana. La prima ha delle buone prospettive di apprezzamento, anche se non sono da sottovalutare i rischi politici. Un buon carry può essere poi guadagnato investendo in pesos messicane, finanziandosi con dollari australiani. Infine, qualora le dinamiche legate al petrolio stabilizzeranno, investire nella rupia indiana può essere una buona idea. Tra i paesi a basso rendimento, il baht thailandese può recuperare con il turismo globale. Infine Goldman raccomanda di rimanere lunghi in dollari di Singapore contro dollaro taiwanese e di vendere euro contro corona ceca e zloty, per via del crescente divario politico tra Cee e Bce.