M&A globale sui 178 miliardi: da record l'attività di private equity

Rita Annunziata
17.5.2021
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Registrate circa 1.700 operazioni di M&A nel mid-market a livello globale nel primo trimestre dell'anno, per un controvalore di 178 miliardi. Positive le attese sui prossimi mesi

I primi tre mesi dell’anno sono stati caratterizzati da un controvalore delle transazioni pari a 178 miliardi di dollari, in crescita del 28% rispetto allo stesso periodo del 2020 e dell’11% rispetto a quello del 2019

Le attività di private equity proseguono intanto a ritmo sostenuto. Si parla di oltre 350 transazioni nei primi tre mesi del 2021 (che corrispondono a circa un quinto di tutte le operazioni) per un valore di circa 54 miliardi di dollari

Variano: “Confermata un’alta attenzione da parte degli investitori e una notevole disponibilità di risorse finanziarie, elementi che ci fanno essere ottimisti per buone performance dell’M&A nel corso dei prossimi mesi”

Il 2020 del mercato globale delle fusioni e acquisizioni è stato letteralmente spaccato in due dalla crisi, con il crollo del primo semestre interamente recuperato nella seconda metà dell'anno. Un andamento, quello iniziale, che ha trovato conferma anche nei primi tre mesi del 2021, con il numero di operazioni attestatosi poco sotto le 1.700 unità in termini assoluti. Ma che, nelle attese di Stefano Variano, partner advisory di Bdo Italia, non lascia escludere prospettive fiduciose sui prossimi otto mesi.
Considerando infatti il valore economico delle transazioni, secondo il nuovo report periodico Horizons dell'organizzazione internazionale di revisione e consulenza aziendale, i primi tre mesi dell'anno hanno segnato un controvalore di 178 miliardi di dollari, in crescita del 28% rispetto allo stesso periodo del 2020 e dell'11% rispetto a quello del 2019. Un dato che, per i ricercatori, “testimonia la disponibilità di liquidità presente sul mercato da utilizzare per operazioni M&A” e che consente anche di “elaborare previsioni ottimistiche per il prosieguo dell'anno”. Tra l'altro, precisano, il rallentamento dei deal registrato si sposa con una tradizionale bassa attività da primo trimestre.

Passando alla composizione degli accordi, le attività di private equity sono proseguite intanto a ritmo sostenuto. Le oltre 350 transazioni dei primi tre mesi del 2021 (che corrispondono a circa un quinto di tutte le operazioni) “si confrontano bene con la ripresa della seconda metà dello scorso anno”, si legge nello studio, e sono “in qualche modo in anticipo rispetto al trimestre di apertura degli anni precedenti”. Una differenza che risulta ancor più evidente se si considera il loro valore. Si parla infatti di 54 miliardi di dollari (più del 30% del valore complessivo degli accordi totali del periodo), un dato non solo superiore a qualsiasi trimestre del 2020 ma anche a qualsiasi trimestre degli ultimi 12 anni.
Analizzando i settori, i servizi finanziari sembrerebbero dar prova di una maggiore resilienza tra il primo trimestre del 2021 e l'ultimo trimestre del 2020. Se invece si confrontano le cifre con il primo trimestre del 2020, ai primi posti per crescita dell'attività si posizionano i comparti dell'energy, mining & utilities, real estate e technology & media. Sul versante opposto, gli unici che hanno riportato una contrazione sono business services e consumer, mentre il tempo libero risulta in calo solo marginalmente.

Quanto alle aree geografiche, i mesi di gennaio, febbraio e marzo hanno visto una riduzione delle attività in tutte le regioni rispetto agli ultimi tre mesi dello scorso anno, anche se il calo di Nord America, Regno Unito, Irlanda e Benelux risulta meno pronunciato. Lo stesso confronto rispetto al primo trimestre del 2020 vede invece i paesi scandinavi, il Medio Oriente e Israele registrare il maggior incremento del numero di deal, mentre le flessioni principali si evidenziano in Giappone, Sud Europa, India e Sud est asiatico.

“Il primo trimestre dell'anno ha fatto registrare significativi incrementi del valore delle operazioni M&A a livello globale e, in particolare, l'attività di private equity ha raggiunto livelli mai registrati prima”, osserva Variano. Poi conclude: “Questo conferma un'alta attenzione da parte degli investitori e una notevole disponibilità di risorse finanziarie pronte a essere utilizzate per le transazioni: elementi che ci fanno essere ottimisti per buone performance dell'M&A nel corso dei prossimi mesi”.
Giornalista professionista, è laureata in Politiche europee e internazionali. Precedentemente redattrice televisiva per Class Editori e ricercatrice per il Centro di Ricerca “Res Incorrupta” dell’Università Suor Orsola Benincasa. Si occupa di finanza al femminile, sostenibilità e imprese.

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