Jackson Hole: occhi su Powell, ma c’è chi teme sorprese dalla Bce

Rita Annunziata
24.8.2022
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I riflettori della comunità finanziaria restano puntati sull’intervento di Powell di venerdì a Jackson Hole. Non si escludono sorprese dalla Bce

Filippo Diodovich, IG Italia: “La nostra view è che il presidente Powell ribadirà l’atteggiamento aggressivo sui tassi di interesse, non impegnandosi troppo sulla possibile entità dell’aumento del costo del denaro”

Gli ultimi dati sull’inflazione relativi al mese di luglio, che indicavano un rallentamento rispetto a giugno (+8,5% a fronte del +9,1%), avevano alimentato previsioni di un rialzo dei tassi d’interesse di soli 50 punti base a settembre

Al via il meeting annuale di Jackson Hole, che riunisce i principali banchieri centrali a livello mondiale in Wyoming dal 25 al 27 agosto. I riflettori della comunità finanziaria restano puntati sull’intervento del presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, in attesa di indicazioni più o meno esaustive sulle prossime mosse della banca centrale statunitense. Mentre c’è chi teme una mossa a sorpresa della Bce.


“Nelle ultime settimane sono salite le probabilità che Powell possa assumere un atteggiamento molto più da falco piuttosto che da colomba, visti i numerosi commenti da parte di altri membri del Federal open market committee (Fomc) che hanno ribadito la strenua lotta dell’autorità monetaria contro l’inflazione”, spiega a We Wealth Filippo Diodovich, senior market strategist di IG Italia. “Il presidente della Fed di Minneapolis, Neel Kashkari, ha infatti sottolineato come non sia ancora arrivato il momento di rilassarsi nella battaglia contro l’inflazione e il presidente della Fed di St. Louis, Jim Bullard, ha indicato che voterà per un aumento di 75 punti base”. Ciononostante, continua Diodovich, i mercati sono molto incerti sull’ammontare del prossimo rialzo dei tassi d’interesse che sarà deciso nel meeting del 20-21 settembre del Fomc e le probabilità tra un incremento di 50 e di 75 basis point sono particolarmente vicine.

“La nostra view è che il presidente Powell ribadirà l’atteggiamento aggressivo sui tassi di interesse non impegnandosi troppo sulla possibile entità dell’aumento del costo del denaro”, dichiara l’esperto. In attesa della riunione del Fomc, spiega, il dato sull’andamento dei prezzi al consumo del mese di agosto in uscita il 13 settembre potrebbe influenzare le decisioni dei banchieri centrali sulla scelta dell’ammontare della stretta monetaria. Ricordiamo che gli ultimi numeri sull’inflazione relativi al mese di luglio, che indicavano un rallentamento rispetto a giugno (+8,5% a fronte del +9,1%) ma anche rispetto alle attese degli analisti (+8,7%), avevano alimentato previsioni di un rialzo dei tassi d’interesse di soli 50 punti base a settembre.


“Qualunque sia la decisione sui tassi (50-75 punti base) riteniamo che la Federal Reserve non si fermerà presto nel processo di incremento del costo del denaro, portando i tassi vicini al 4% entro fine anno. E continuerà i rialzi anche nel primo trimestre 2023”, osserva Diodovich. Precisando che solo quando le pressioni inflazionistiche daranno chiari ed evidenti segnali di un’inversione di tendenza verso l’obiettivo del 2%, la banca centrale a stelle e strisce potrà considerare un cambio delle strategie monetarie.


Intanto, come anticipato in apertura, c’è anche chi si attende una mossa a sorpresa dei funzionari della Bce. “Nelle ultime settimane sono stati molto silenziosi”, ha dichiarato in una nota John Plassard, director & investment specialist del Gruppo Mirabaud. Ribadendo come le aspettative di rialzo dei tassi per la prossima riunione dell’istituto centrale siano “molto alte e che sempre più spesso si chiede a Christine Lagarde di diventare ancora più falco adesso che Mario Draghi non è più alla guida del governo italiano”. Se l’eurozona dovesse entrare in recessione prima della fine dell’anno, avverte inoltre Plassard, è probabile che la Bce possa accelerare il ritmo dei rialzi dei tassi. Anche per Kevin Thozet, membro del comitato investimenti di Carmignac, la banca centrale dei 19 Stati membri dell’Unione europea assumerà un orientamento da falco “considerata l’inflazione che non dovrebbe raggiungere il picco nell’eurozona prima dell’autunno e il rischio di un orientamento dei prezzi al rialzo”.

Giornalista professionista, è laureata in Politiche europee e internazionali. Precedentemente redattrice televisiva per Class Editori e ricercatrice per il Centro di Ricerca “Res Incorrupta” dell’Università Suor Orsola Benincasa. Si occupa di finanza al femminile, sostenibilità e imprese.

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