Gas, spinta rialzista dopo la sospensione di Nord Stream 2

L'autorità di regolamentazione per l'energia tedesca ha chiesto alcuni provvedimenti alla società Nord Stream 2, che gestirebbe il nuovo gasdotto che unisce Russia e Germania attraverso il Mar Baltico
La notizia potrebbe allungare i tempi dell'approvazione del controverso progetto, che accrescerebbe l'influenza strategica della Russia sul continente europeo
Nel frattempo, le nuove forniture di gas provenienti dal gasdotto difficilmente inizieranno a fluire in tempi utili per bilanciare il deficit delle scorte europee
Nelle scorse settimane, uomini-chiave del Cremlino avevano indicato la rapida approvazione di Nord Stream 2 come un fattore in grado di stabilizzare i prezzi del gas, che a inizio ottobre avevano raggiunto i massimi storici. Secondo la Commissione europea, Mosca non starebbe facendo quanto sarebbe in suo potere per incrementare l'offerta di gas sul mercato “spot” e, dunque, per raffreddare i prezzi – l'obiettivo di questa condotta sarebbe proprio forzare la mano per accelerare l'approvazione di Nord Stream 2.
Il presidente russo, Vladimir Putin, a inizio ottobre aveva negato che il suo Paese stesse strozzando l'offerta di gas verso l'Europa, dicendosi pronto a intervenire per incrementare ulteriormente le forniture. Da allora, i prezzi del future Ttf olandese (il benchmark del settore) erano rientrati dai massimi storici rientrando da quota 116 euro (5 ottobre) a 64 euro (29 ottobre). Prima della sospensione di Nord Stream decisa dalle autorità tedesche (15 novembre) i prezzi erano intorno agli 80 euro, al momento (17 novembre) si trovano a quota 98.
Peskov ha sostenuto che la crisi energetica in Europa non sarebbe collegata all'attuazione del progetto Nord Stream 2: "Anche se si tratta di due processi nella stessa area”, ha dichiarato, la crisi energetica e Nord Stream 2 “non sono interdipendenti".
Che lo stop momentaneo a Nord Stream 2 potesse essere politicizzato, data la posta in gioco sullo scacchiere internazionale, non è sembrata sulle prime un'ipotesi così improbabile. Solo un giorno prima, lunedì 15 novembre, il premier britannico Boris Johnson aveva affermato che la scelta sul nuovo gasdotto che collega Russia e Germania attraverso il Mar Baltico è "tra l'incanalare sempre più idrocarburi russi in nuovi giganteschi gasdotti e il difendere l'Ucraina, sostenendo la causa della pace e della stabilità". Nord Stream 2, infatti, andrebbe a marginalizzare l'attuale gasdotto che passa dall'Ucraina, che la Russia ritiene per sé “economicamente svantaggioso”.
Il regolatore tedesco ha dichiarato che la decisione sull'autorizzazione di Nord Stream 2 sarà presa "entro il periodo residuo dai quattro mesi previsti dalla legge", ovvero entro l'8 gennaio 2022. La questione, in seguito, sarà esaminata dalla Commissione europea, che a sua volta avrà a disposizione due mesi per dare il suo responso.
I 55 miliardi metri cubi di gas che Nord Stream 2 potrebbe veicolare verso il continente europeo, dunque, difficilmente arriveranno in tempi utili per moderare gli squilibri presenti sul mercato energetico in vista dell'inverno. Secondo Celsius Energy, le scorte europee di gas si trovano attualmente al di sotto del 21% rispetto alla media storica degli ultimi cinque anni; un deficit che arriva al 25% in Germania e al 39% in Olanda. Gli elementi per aspettarsi prezzi sostenuti sul mercato del gas ancora per diverso tempo sembrano esserci tutti.