Tassi, Fed e Bce si preparano a mettere il motore in folle: cosa fare

La lunga stagione dei rialzi dei tassi, avviata nel marzo 2022 dalla Federal Reserve, sta per volgere al termine. Nelle aspettative degli economisti, fra settembre e novembre la Banca centrale europea e la sua omologa americana compiranno l'ultimo rialzo dei tassi; a questo seguirà un periodo di attesa di alcuni mesi, prima che il costo del denaro torni a scendere.
Secondo l'ultimo sondaggio degli economisti condotto da Bloomberg, pubblicato il 14 agosto, la Bce compirà il suo ultimo rialzo dei tassi da 25 punti base in occasione del prossimo meeting del 14 settembre. Con questo decimo provvedimento consecutivo l'Eurotower raggiungerebbe un tasso di riferimento del 4%.
La Fed potrebbe decidere di rinviare l'ultimo inasprimento a novembre lasciando i tassi invariati il prossimo 20 settembre, secondo il team di analisti di Goldman Sachs guidato da Jan Hatzius. Per gli Stati Uniti l'urgenza di un nuovo rialzo si è ulteriormente ridotta dopo la lettura dell'inflazione di luglio, ancora una volta migliore delle attese (+3,2% annuo, +0,2% su giugno).
Perché è una tabella di marcia che conta sul portafoglio
Per gli investitori sarà importante tenere d'occhio le aspettative del mercato sulle tempistiche della futura riduzione dei tassi da parte delle banche centrali, tenendo in considerazione i progressi nella lotta all'inflazione. Nel momento in cui le comunicazioni pubbliche di Fed e Bce inizieranno a diventare più accomodanti, decretando la fine dei rialzi, è possibile che i mercati obbligazionari inizieranno rapidamente ad adeguarsi con una compressione dei rendimenti (vantaggiosa per i detentori di bond, il cui prezzo aumenta quando i rendimenti diminuiscono).
Le previsioni sulle prossime mosse
Per quanto riguarda la Bce, gli economisti sondati da Bloomberg hanno fissato al prossimo marzo l'appuntamento con il primo taglio dei tassi, anticipando di un mese le proprie aspettative dalla precedente rilevazione. A luglio l'inflazione dell'Eurozona, ha mostrato un calo su base mensile dello 0,1% nella stima preliminare; il dato generale si è attestato al +5,3%, dal precedente +5,5%. Si tratta di ulteriori indicazioni sul fatto che l'andamento dei prezzi sta procedendo nella direzione desiderata dalla Bce, la quale potrebbe decidere di mantenere i tassi sul livello “terminale” per un periodo di tempo più breve del previsto.
La Fed, secondo quanto scrivono gli analisti di Goldman Sachs, dovrebbe procedere al primo taglio dei tassi con più calma: nel giugno 2024. Inoltre, il ritmo con cui i successivi ribassi dovrebbero susseguirsi sarebbe abbastanza compassato, in media uno a trimestre: "La normalizzazione [della politica monetaria] non è una motivazione particolarmente urgente per un taglio [dei tassi], e per questo motivo riteniamo ci sia anche un rischio significativo che il Fomc rimanga fermo", hanno scritto gli economisti di Goldman Sachs, "i tagli dei tassi, nelle nostre previsioni, saranno guidati dal desiderio di normalizzare il tasso sui fondi federali dal un livello restrittivo”, che tende a contrarre l'economia, “nel momento in cui l'inflazione sarà più vicina all'obiettivo".
Il mercato dei future, rappresentato dal Fed Watch tool, indica che gli investitori al momento stanno scommettendo su un taglio dei tassi Fed già a maggio, in anticipo rispetto alle attese di Goldman.
Gli effetti della nuova fase sui mercati
Per il momento, l'obbligazionario non sembra aver ancora reagito alla prospettiva di un abbassamento dei tassi nel 2024, tenendo conto che Fed e Bce hanno mantenuto un approccio ancora neutro e dipendente dai dati – impostazione che non esclude ulteriori rialzi dei tassi. L'indice Spdr Euro Aggregate bond mostra un progresso di circa mezzo punto da inizio anno, con un calo dell'1% circa nell'ultimo mese (al 14 agosto). L'S&P U.S. Aggregate Bond Index indica una performance da inizio anno dell'1,18%, comunque inferiore a quanto non si sarebbe potuto immaginare a inizio anno. La contrazione dei rendimenti che farà partire l'atteso rally delle obbligazioni resta dunque nelle previsioni, ma non è ancora visibile nei numeri. L'appetito degli investitori verso le obbligazioni, che in questo momento offrono elevati rendimenti, ha dunque ancora un po' di spazio per durare.
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